Posts written by Wild Youth

Nome ~ Maisa.
Cloth ~ Black Coppa.
Energia ~ Bianca.
Grado cloth ~ II.
Casta ~ Black Saint.
Divinità ~ Mai.
Fazione ~ Malvagia.
Addestramento ~ Nuova Vita.
Post ~ Primo.

Incipit
Sapete cosa diceva Oscar Wilde sul fuoco?
"Il grande vantaggio del giocare col fuoco è che non ci si scotta mai. Sono solo coloro che non sanno giocarci che si bruciano del tutto."
E io ci sapevo giocare.

Quella notte ero la cameriera che doveva badare al padrone, ovvero, una noia. In genere la nottata si limitava nel restare svegli guardandolo, ma in quel periodo no, perchè quell'uomo stava ormai per cogliere gli incantevoli fiori della morte. Tossiva sempre, tanto. Ogni tanto sputava sangue, lo guardavo divertita, senza però darlo a vedere, mi alzai dicendogli che sarei andata a fargli un the.
Scesi le scale, poi andai in cucina, la c'era una delle guardie del padrone, seduto, che leggeva.

"Maisa..."

Disse, non lo degnai di uno sguardo. Iniziai a far bollire l'acqua, fino a quando non sentii che aveva afferrato il mio braccio, portandomi senza troppi complimenti verso di lui.

"Se ti potessi vedere nuda, morirei felice..."

Il bastardo era ubriaco. Iniziò a tirare il mio vestito, aveva intenzione di strapparlo. Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso: non ne potevo più.
Conoscevo la cucina, la conoscevo meglio di chiunque altro, e sopratutto sapevo che i coltelli erano proprio dietro di me. Senza farmi notare allungai il braccio all'indietro, afferrandone uno, dopodichè mi avvicinai all'uomo, portando la mia faccia vicino alla sua, per nascondere quello che stavo facendo, ovvero portare il coltello dietro il suo collo.
Zac.

- Certo che a volte perdi proprio la testa... e, per la cronaca, se io vedessi te nudo, morirei dal ridere! -

Sussurrai, mentre il sangue cadeva velocemente sul pavimento. Spensi il fornello, poi aprii il gas al massimo, in breve l'aria si sarebbe saturata. Cercai nella tasca dell'uomo che avevo ucciso poco prima un accendino, non lo trovai, ma trovai dei fiammiferi.
Non avevo molto tempo, presto qualche altra guardia sarebbe arrivata, oppure il padrone avrebbe iniziato insistentemente a chiedere dov'ero. Mi diressi velocemente e silenziosamente verso l'uscita, ormai l'aria era satura. Aprii la porta, poi afferrai un fiammifero e lo accesi, assaporando l'odore di zolfo. Lo lanciai verso la cucina, poi mi buttai all'indietro, non volevo trovarmi in mezzo all'inferno che si sarebbe creato di lì a poco.
Un'esplosione, una magnifica, gigantesca esplosione. La casa iniziava a prendere fuoco, sfortunatamente non potevo godermi lo spettacolo, due guardie mi avevano notato.
Iniziai a correre velocemente, non sapevo neanche dove. Sapevo però che a quelle guardie se ne erano aggiunte altre, e volevano la mia pelle.
Cazzo.
Qualcuno sparava, ero diventata un bersaglio. Stavo male, non ero abituata a correre, dovevo trovare un nascondiglio, e allora eccola, una grotta.
Non l'avevo mai vista prima, ma era provvidenziale.
Mi ci buttai detro, sgattagliolando tra i cunicoli; sentii che una guardia diceva che era inutile inseguirmi, mi dava già per persa.
Forse quella grotta nascondeva qualcosa, forse non dovevo essere lì.
Non vedevo niente, ciò nonostante avanzavo, volevo far perdere le mie tracce. Mi fermai in un grosso spiazzo, ormai i cunicoli sembravano essere finiti. Presi fiato, anche se l'aria era piena di zolfo e quasi irrespirabile, doveva essere una grotta vulcanica.
Ero libera.

A z i o n i