Orochi procedeva a grandi falcate verso la Germania, Baviera, destinazione il Castello di Hades, che dalla loro rinascita era divenuta quasi la sua dimora; anche un sicario d’altronde, più tardi a ciascun compito, necessitava di tornare in un luogo ritento sicuro.
La sua celere figura si stagliava perfetta qual era un demone sul chiarore della luna piena velato da nubi oscure, ed egli dispiegava le ali, gaio e libero di volare, celato dalle tenebre della notte, lui stesso un’ombra, indistinto spirito maligno sfocato nel cielo in cerca dell’imminente vittima. Tuoni e lampi balenavano senza tregua, indistinti nella notte, la pioggia frustava ogni cosa, non v’era segno di schiarita ma inaspettatamente, quale ancora di salvezza, ecco intravedersi, dimenticato nella lussureggiante vegetazione, tra le impervie ed ormai levigate rocce, il Castello del Re, di colui al quale aveva giurato fedeltà, signore degli Inferi, padrone della Morte, abitante dell’Olimpo.
Non appena raggiunse il ballatoio si bloccò, immobile, in attesa di qualsivoglia rumore o fruscio, pareva una scultura di pietra, contratta al fine di scagliarsi inesorabile verso chiunque potesse averlo seguito; indugiò ancora un istante poi, d’impeto, entrò, spalancando con forza la vetrata.
Si scrollò di dosso la pioggia, era interamente fradicio, la chioma argentea era aderita al viso già dopo aver superato il confine, era mezzo assiderato e infreddolito ma reagì composto e scrutò l’ampia sala.
Vi era un lungo tappeto scarlatto che indicava un regale trono, tutt’intorno era roccia adorna, priva di fronzoli e inquietante; un silenzio poco atteso circondava quel luogo.
...maledizione!...che lavata!...avrei fatto meglio ad arrivare in ritardo ma all’asciutto piuttosto che correre repentinamente qui, più acqua che spirito...accidenti!...inoltre a che pro quest’Adunata di specter?...con questo tempo poi!...forse che sia giunto ciò che alcuni di noi temevano?...
Era abbastanza incavolato e se la sarebbe presa con chiunque gli si fosse parato innanzi, ma decise di non insorgere e prestare ascolto al motivo di quella brusca Adunata, doveva fedeltà ad Hades e così avrebbe eternamente fatto.
Frattanto non avvertiva acun sussurro, ma il suo istinto sosteneva che vi era qualcuno che spiava le sue mosse, un’ombra tetra sua pari, che avrebbe potuto sopraffarlo tergo ogni momento; fece finta di niente e proseguì ad incedere tranquillo e quieto, camuffando al solito ogni emozione.
Raggiunse, calmo e adagio, il maestoso trono ove finalmente vi trovò un alleato, specter dal cosmo mortifero, funesto, fatale, non ancora rivelato, al pari di lui un maestro di ombre.
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Mostrati infine > proferì con tono profondo e imperioso, bramo dall’avere risposte, primo a rispondere alla chiamata, puntuale ad invitare spiegazioni.
All'esterno un orologio rintoccò la mezzanotte.
Edited by Shun blu - 13/7/2009, 16:38