I rintocchi del pendolo..., (strano) add per Coco

Quanto tempo era trascorso? Quanto che non metteva piede in quel posto?
Forse meno di quanto pensasse; d'altronde con un talento come lui l'addestramento era durato pochissimo, tuttavia il perfezionarsi aveva ricorso tempo.
Lasciando questi discorsi a parte gli pareva strano tornare a casa, dopo essersi immerso nella sua nuova realtà, adempiendo con grande impegno ed efficienza ad ogni compito.
Come si fa alla fine a riprendere le fila di una vecchia vita?
Ma cosa andava a pensare? Lui era Byakuya Kuchiki e sarebbe stato il 28° capofamiglia alla morte di suo nonno, ma non si accontentava mica! Egli voleva esser ricordato come il Kuchiki ed il Samurai più forte in assoluto!
Quel giorno però aveva deciso di concedersi una pausa... o forse no?
Il giovane Byakuya riconobbe subito il giardino ove aveva cominciato ad allenarsi e la sua katana, legata alla vita, iniziò a fremere; in un istante saltò subito su un ramo, poi librandosi ancora in aria sfoderò la sua arma, mimando qualche mossa in volo per atterrare infine con una semplice capriola. Era in forma smagliante! Avrebbe potuto affrontare chiunque!

Davvero, era pronto ad affrontare tutto ma non lei!!!
Appena la sentì, pur dopo anni di distanza non esitò un attimo a riconoscerla: Yoruichi Shihoin, amica di famiglia, nobile quanto lui ma con un carattere davvero deplorevole!

- Sei tu, Stregatta! - gridò, disegnando un pericoloso ma perfetto semicerchio con la katana.

E, per quanto sembrasse il contrario, una volta tanto era lui ad avere in mano la situazione; per anni l'aveva tartassata, umiliandolo, era l'unica persona cui non era mai riuscito di fargliela pagare... Ma ora... Ora aveva in mano tutti gli strumenti! Tanto più quando sentì chiamarsi con quello stupido soprannome che gli aveva affibiato - Questa me la paghi Yoruichi Shihoin! - sussurrò a bassa voce.

Ormai la sua velocità non era più quella terrena ed iniziò quindi col comparire dietro di lei e puntarle la ben affilata lama alla gola, avvolgendola di elettricità.

- Ora come la mettiamo, mia cara? -

La ragazza era come sempre molto brava nelle arti marziali, agilità e fluidità nei movimenti erano sempre stati le sue carte vincenti, senza però disdegnare la sua forza, alla fine Yoruichi era davvero un guerriero completo.
E lui non ci stava. Come sempre.
...donnaiolo...codardo...criminale...questo era davvero troppo!...
Saltò rapido al suo riprovevole tentativo, iniziando però ad indietreggiare davanti alla scarica grintosa di attacchi della giovine.

Ma adesso era diverso. Completamente diverso. Riusciva a distinguere ogni colpo; ed era certo che la capofamiglia degli Shihoin avesse avvertito quella leggera differenza nei suoi movimenti, un piccolo ma radicale mutamento che avrebbe sancito la loro distanza, dopotutto adesso non erano altro che un cavaliere ed un semplice uomo. Ed era l’ora di chiudere i conti: non voleva farle del male, davvero, ma si preparò lo stesso ad invocare lo scoppiettante potere che deteneva, l’unico rimorso era verso lo splendido e verdeggiante parco ma ci avrebbe pensato in seguito.
Eppure mentre schivava i lenti colpi della stregatta notò che la loro velocità andava aumentando ed il corpo abbronzato della sua provocatrice pareva esser ricoperto da un alone biancastro.
...Non è possibile!...

Rapido scostò la testa di lato, evitando con facilità il suo pugno che gli rasentò il volto, con la mano mancina invece bloccò il suo braccio, stringendo la sua morsa all’altezza del polso: era cruciale la questione adesso, non più mero gioco.

La stretta aumentò di forza, questa volta voleva che la ragazza lo prendesse sul serio!
- Non è possibile... - ripeté ad alta voce, come un mantra, con il volto stralunato - Te n’eri accorta almeno? - continuò, osservando intensamente Yoruichi, ma l’interrogativo era retorico... sicuramente no!

Così avrebbe dovuto anche istruire Shihoin ai misteri dei Samurai... ma perché capitavano tutte a lui?
Rifletté sospirando pesantemente, lasciando andare la fanciulla, tuttavia aveva talmente stretto la mano che notò immediatamente di averle lasciato un vistoso segno - ehm... non volevo... scusami... - le si rivolse veramente dispiaciuto per la prima volta in tutta la sua vita.

Se non altro almeno un effetto, ovvero quello di ricevere le attenzioni della ragazza, l’aveva ottenuto e anche il fatto che fosse tornata seria era un punto in più; quasi gli veniva da piangere.
Tuttavia le sue aspettative furono frenate dal fatto che Yoruichi non aveva la minima idea di quello di cui stava parlando; anche dandosi un contegno la Shihoin usava sempre le maniere forti e Byakuya si ritrovò a sua volta il polso stretto in una morsa.

- Va bene, va bene... - disse alla svelta, il braccio iniziava a dolergli - anzi, ti do un esempio pratico! ...Yahhh! -

Meglio saltare i preamboli e fare esempi pratici per facilitare la comprensione, d’altronde era una cosa tanto assurda che detta a parole ti valeva solo una risata in faccia dall’interlocutore, tanto più che non tutti possedevano questa misteriosa forza. Liberò in un attimo il proprio cosmo, superando quello della ragazza e liberandosi anche dalla stretta di mano - Lo vedi quest’alone? Che ricopre sia te che me? - riprese indicandoglielo, poiché la ragazza, aveva ripreso ad arderlo mentre gli stringeva la mano - Questo si chiama “cosmo”. È una sorta di potere, forza spirituale che viene dalle stelle e ci permette di compiere cose straordinarie. Non tutti lo possiedono, solo i prescelti dal fato e costoro indossano delle armature speciali che rispecchiano la loro costellazione - sospirò - non mi aspetto che tu mi creda fin da subito, sappi però che è così. Vedi esistono dei guerrieri che combattono contro forze malvagie usando il cosmo e rischiando la vita per salvaguardare i deboli e proteggere i giusti... -

Distolse lo sguardo e voltò le spalle alla ragazza muovendo qualche passo.
Era davvero una frana a spiegare e non sapeva se Yoruichi era una di quelle persone che avevano un approccio alla realtà piuttosto scientifico, eppure quando gliel’avevano spiegato a lui, dopo un attimo d’incertezza, aveva percepito del vero in quei verbi: perché anche nelle più remote leggende v’era sempre un qualche fondamento di verità.

- C’hai capito qualcosa, vero Yoruichi? - chiese speranzoso, mentre un’aura blu notte continuava ad avvolgerlo.