The Cold Match, Incontro Mikoto-Kamuro

Athene, 02nd December, 15:30.

Dicembre era finalmente iniziato, l'ultimo mese dell'anno aveva appena avuto iniziò.
il vento soffiava contro la finestra della sua camera imponendosi, sbraitando che voleva entrare ma lei non glielo permetteva.
Era bella nascosta sotto un pled celeste che la copriva interamente.
Il gomito puntato sulla scrivania sotto quell'apertura e dil mento poggiato sul palmo della sua mano.
Lo sguardo annoiato era puntato sul paesaggio che le si proponeva.
la città, nonostante l'ora, sembrava essere viva.
I bambini erano fuori di casa completamente imbacuccati. Le madri, probabilmente, per paura che si ammalassero li avevano completamenti coperti: cappellini di lana, sciarpe, cappottoni.
A vederli da quella distanza, erano un pò buffi a vederli così.
poveretti, erano completamente impacciati, rischiavano di perdere l'equilibrio, cadere o altro.
Anche quella notte, non aveva chiuso occhio.
Era da un paio di notti che non ci riusciva, ogni qual volta che li chiudeva rivedeva la morte di sua madre, quei fendenti che le laceravano la carne liberando così il suo sangue.
Sentiva ancora sentire le sue urla, la sua disperazione liberarsi nell'aria e dil dolore...
Si diede un colpo sulla guancia riprendendosi, liberando al mente da quel pensiero.
Non poteva continuare così, doveva assolutamente distrarsi!
Doveva assolutamente pensare ad altro, tornare ad essere sveglia allontanando quei demoni che continuavano a perseguitarla.
Magari, sarebbe potuta andare all'arena. Forse avrebbe qualcuno disposto a fare un amichevole con lei.
Con un sorriso speranzoso di alzò si alzò da quella postazione lasciando che la coperta celeste ricadesse sul pavimento.

---

Il cielo era nuvolo in quel freddo pomeriggio di Dicembre, l'armatura splendente la ricopriva totalmente lasciando scoperti solo le dita della mano ed il viso pallido.
La strutta ovale si proponeva a lei come le altre volte.
Espirò profondamente ripensando agli incontri che aveva svolto il quel luogo ma anche se erano ben pochi, molti ricordi si legavano ad essi ma non ci voleva pensare, non ne aveva assolutamente voglia di rimembrarli aprendo ferite ancora fresche.
Quel periodo era proprio nero per lei ma era ben contenta di essersi recata all'arena quel giorno.
Riprese a camminare con passo svelto e felpato e con poche falcate, si ritrovò nell'atrio dell'arena.
Quel giorno, vari ragazzi erano riuniti in quel luogo: chi con armatura, chi senza.
Avrebbe sicuramente trovato qualcuno disposte a sfidarla.
Porse un sorriso al solito guardiano dirigendosi verso l'arena vera e propria.
C'era il solito corridoio buio che separava i due luoghi.
Con un gesto veloce aprì le ante delineavano la soglia dell'arena e senza pensarci due volte entrò.
Sentì il solito terreno sabbioso sotto i suoi piedi, i soliti sassolini erano sparsi per quell'ovale perfetto.
Le tribune erano come sempre vuote e non si sorprese di ciò.
Si sarebbe sorpresa di vederle piene!
Scosse la testa dirigendosi, come sempre, verso proprio quelle tribune accomodandosi negli spalti in prima fila.
Ed ora non le toccava che attendere l'arrivo di un avversario.

---

Arena d'Athene, 15.30 a.m.

Quel pomeriggio il cielo terso di nubi sembrava rischiare di presagire un'imminente pioggia, il fitto grigiore che tingeva i cieli d'Athene sembrava riperquotere la sua inquietudine nel profondo dell'essere del Dragone, recandogli una sottile nota di malinconia che inspiegabilmente come un cocktail di jazz e vino bianco rendeva pesante ogni suo pensiero ed offuscava la sua mente quasi angosciandolo. La notte precedente trascorsa in bianco era stata passata a ripensare ai giorni trascorsi da teppistello di citta', alle cazzate compiute a discapito dei poteri otaku o dei secchioni, violenze solitamente atte ad estorcer soldi ai malcapitati. Non era pentimento il suo, ma neppure nostalgia. Forse era l'aria stessa di Dicembre a racchiudere in se' quel magico potere che velava i fantasmi del passato in fantasie tanto discostanti quanto tormentate. Tuttavia la tristezza maggiore avveniva nel momento in cui Kamuro soffermandosi a ragionare esternamente realizzava che il tempo trascorso non sarebbe mai potuto ritornare a brillare e rivivere i ricordi forse altro non era che un inutile e triste passatempo.

Cazzo, sto diventando come un vecchio.

Avanzando verso la vasca Kamuro s'appresto' a fare una doccia per scuoter via quei tristi pensieri, ma la cosa si rivelo' comunque inutile cosi al fine di distrarre la mente infine penso' di dirigersi presso l'Arena, luogo in cui molto probabilmente avrebbe potuto sfogare la propria tensione. Tuttavia una volta giunto nei pressi dell'arena in terreno battuto nell'immediato Kamuro non vide nessuno, ne' soldati allenarsi, ne tantomeno cavalieri. Lo sguardo fisso rivolto verso il terreno era abbattuto, i pensieri che vagavano senza sosta nella sua mente gli impedivano di comprendere che se avrebbe alzato la testa molto probabilmente avrebbe potuto notare una ragazza sugli spalti, ma senza neppure badarle poggiando lo scrigno contenente il Pandora's Box a terra Kamuro nonostante il freddo si mise a dorso nudo cominciando ad espandere il proprio Kosmos, preparandosi ad un solitario allenamento in cui il fluido scorrere del Kosmos gli avrebbe permesso di non curarsi del freddo invernale.

Il tempo continuava a scorrere lento, il silenzio regnava in torno a lei come la solitudine.
Neanche un anima si era presentata e l'arena sembrava essere più solitaria che mani.
Sbadigliò vigorosamente per poi stropicciarsi un occhio.
Le notti passate in bianco iniziavano a farsi sentire, il sonno iniziava a bussarle chiedendo di entrare e di recarle riposo ma era lei che si rifiutava di aprirli la porta, di fare in modo che egli le portasse nel mondo dei sogni, dove le pi grandi paure si presentavano ai suoi occhi mutandosi in mostri ed incubi.
Alzò lo sguardo purpureo verso il cielo plumbeo.
Sembrava essere carico di pioggia che, forse, si sarebbe trasformata in neve considerando il freddo che c'era.
Espirò profondamente alzandosi dal suo posto pronta ad andarsene.
Aveva compreso che in quel giorno, nessun duello si sarebbe svolto ma si bloccò intravedendo una figura.
Sembrava essere un ragazzo, forse poco più grande di lei, lo sguardo puntato verso l'immensa arena sembrava essere concentrato ma, allo stesso tempo, era distante, fugace, come se la sua testa fosse altrove.
Poggiò il suo scrigno a terra per poi togliersi la maglietta mostrando il petto nudo:
Era ben delineato, quasi perfetto osava pensare.
Hotaru sobbalzò per quella visione.
A parte il fisico perfetto, tremò al solo pensiero di stare mezza nuda con tutto quel freddo.
Non era il caso che si coprisse?
Magari un pochettino!
Espirò decidendo di avvicinarsi, magari un pò e lentamente per non spaventarlo.

-Konnichuwa-

Lo salutò con la sua madre lingua.
Aveva semplicemente detto Ciao anche se forse il ragazzo non l'aveva capita.
Si avvicinò a lui mostrandogli un sorriso gentile e cordiale.
La Silver non voleva disturbarlo ma neanche le andava di stare ferma come una ebete.

-Non rischi di ammalarti così?-

Domandò indicandogli i pettorali ben scoperti e facili prede del vento invernale.
Per quanto egli fosse un cavaliere, poteva comunque ammalarsi.
Certo, non erano probabilmente fatti suoi ma non sarebbe comunque stato giusto ce quel povero ragazzo si ammalasse.

A scuotere i puoi pensieri giunse improvvisamente una voce. Ascoltando un saluto in verbo giapponese, Kamuro sobbalzo', preso com'era dalle sue inquietudini difatti non aveva notato di non essere il solo in quell'arena. Una ragazza difatti intuendo probabilmente i tratti orientali del Dragone, gli si era avvicinata e cordialmente salutandolo gli aveva suggerito di coprirsi. I tediosi pensieri che annebbiavano la mente di Kamuro vennero spezzati da quell'entrata spiazzante che prendendolo in contropiede lo aveva portato a sussultare fermandosi per alcuni istanti a squadrarla dalla testa ai piedi. In seguito con estrema calma l'ex teppista s'appresto' comunque a rivolgerle verbo in un giapponese dall'efferrato accento del Kanto.

Salve a te, scusa la mia reazione ma mi hai preso di sprovvista, non ti avevo proprio notata preso com'ero dai miei pensieri. Tuttavia non preoccuparti per me, il fluire del Kosmos mi concedera' il giusto riscaldamento ed esser libero dalle vesti facilità i movimenti.

Terminando il discorso con un sorriso di circostanza Kamuro non sapeva se congedare o meno la ragazza, non aveva idea di chi fosse, tuttavia il suo intuito sembrava esser straordinario, o forse per una fortuita coincidenza anch'ella doveva esser giapponese a ben vedere dai tratti tipicamente orientali del suo volto. Incuriosito da ella, quindi con tono accondiscendente Kamuro s'apprestava a proseguire il discorso.

Comunque il mio nome e' Kamuro, Saint del Sacro Dragone. Anche te sei Giapponese?? Io venivo da Tokyo. Come mai una ragazza come te si trova nell'Arena in un giorno cosi prossimo a divenir preda d'intemperie?

Hotaru, ascoltò ben volentieri le parole usate dal Saint.Le aveva comunicato di non preoccuparsi, che il cosmo lo avrebbe protetto contro l'insidia del vento e che sarebbe stato bene.
Anche se un pò scettica su questa cosa, decise di non intromettersi oltre.
Sorrise quando lo sentì scusarsi per la sua reazione ma in fin dei conti, anche lei aveva la sua bella parte di torto.
Forse non doveva avvicinarsi ma voleva un pò chiacchierare con qualcuno.
Annuì ancora una volta quando le riferì di essere un Bronze Saint, con esattezza, aveva la cloth del Dragone.
Interessante, davvero interessante.
Sapeva che Cloth del Dragone, nonostante fosse una Bronze,era potente e forte.
Scosse la testa quando sentì le ultime domande del ragazzo e gli sorrise annuendo.

- Non sono completamente Giapponese, sono per metà Giapponese e per metà Greca.
la mia città natia è Ube anche se conosco Tokyo.
Non mi aspettavo di incontrare un altro Saint mio conterraneo. Almeno mi sento meno sola.
E poi mi trovo qua per passare un pò il tempo.
Anche se non sembra, anche io sono una Saint come te.
Sono la Silver Saint della Corona Boreale.-

Confessò indicandosi fieramente la cloth che indossava.
Amava moltissimo quell'armatura, l'aveva sempre protetta nei suoi duelli ed accompagnata dovunque.

-Ero venuta all'arena per fare un combattimento amichevole ma sembra che oggi nessuno sia disposto a fare ciò.
Ehm... ascolta, ti va di farlo noi due? magari dopo il tuo allenamento...
Ma che sbadata! neanche mi sono presentata!
Piacere, Hotaru Kujo!-

Si presentò porgendo la mano al giovane.
Sembrava essere simpatico anche se non aveva avuto modo di conoscerlo meglio.

Il ragazzo resto' per tutto il tempo in silenzio ad ascoltare il discorso della ragazza che a quanto pareva anch'essa sembrava esser una saint, addirittura una guerriera dalle argentee vestigia. Con fare estremamente gentile infine Hotaru porgendo la mano al Dragone d'Athena gli confesso' il principale motivo che l'aveva spinta in quel giorno in arena proponendogli un'allenamento amichevole. Di getto un sorriso prese a delinearsi sul suo volto mentre quasi gratificato da cio' rispose ad ella con una lieve stretta ed in seguito dischiudendo il Pandora's Box attese che le smeraldine vestigia del Sacro Dragone andarono ad ammantare perfettamente il suo corpo.

Te ne sono grato Hotaru. In principio ero venuto per l'appunto alla ricerca di qualcuno con cui scambiare qualche colpo al fine di distendere i nervi e non.. Pensare..

Alla pronuncia dell'ultima parola lo sguardo di Kamuro s'abbasso' quasi come se improvvisamente fosse tornato quel maledetto alone di turbamento che l'aveva avvolto sino a poco tempo addietro. Scuotendo la testa tuttavia in seguito si mise in guardia prendendo una decina di metri di distanza dalla ragazza mentre portando avanti il palmo con un sorriso le fece cenno di farsi avanti.

In guardia cavaliere. Anche se sei una ragazza non mi risparmiero'!! A te la prima mossa!!

La fanciulla gli mostrò un sorriso gentile stringendo la calda e forte mano del cavaliere congratulandosi silenziosamente con lui per la stretta.
Si guardò la mano scuotendola un pò cercando di allontanare il dolore.

-Bhe, durante un duello si dovrebbe pensare ma credo che l'eccitazione e l'adrenalina, impediscano ciò.-

Confessò ripensando ai suoi vecchi incontri.
Di solito, aveva si e no poco tempo per pensare alle strategie e alle mosse da effettuare.
Per quato lei fosse una ragazza calma e riflessiva, quando scendeva in campo mutava.
L'eccitazione dei movimenti, gli attacchi nemici da schivare o parare.
Inizialmente era molto impacciata ed aveva difficoltà ma ora aveva preso una certa dimestichezza e si trovava particolarmente bene con il suo elemento.
Scosse la testa allontanando quei pensieri sentendo le parole usate dal suo prossimo avversario.
Le stava concedendo la prima mossa ma la stava anche avvertendo: anche se era una ragazza, non l'avrebbe risparmiata.
Un nuovo sorriso sfiorò le labbra della giovane udendo codeste parole.

-Bhe, almeno conosce la galanteria.

Pensò allontanandosi di qualche passo mentre il Bronze Saint faceva lo stesso per poi prendere una posizione di difesa. Fatto ciò, le porse la mano facendole il tipico gesto di farsi sotto.
Hotaru annuì iniziando a pensare.
Che mossa poteva usare? Voleva iniziare bene quel match, senza fare scemenze!
Osservò il terreno sabbioso. Non riusciva a muoversi particolarmente bene.
Alzò lo sguardo verso l'avversario per poi chinarsi di scatto poggiando le mani sul suolo liberando il suo cosmo.
Grazie a ciò, una lastra in ghiaccio iniziava a ricoprire il pavimento rendendolo liscio e scivoloso ma particolarmente utile alla Silver.

-Pardon, ma ne approfitto.-

Disse facendo l'occhiolino all'avversario.
La sua intenzione era anche quella di congelare i piedi al nemico per impedirgli di muoversi.
Chissà se sarebbe riuscito ad arriva ein tempo il ghiaccio o se il Bronze Saint sarebbe stato abbastanza veloce per schivarlo.

Il Sacro Dragone ponendosi in guardia parve attendere un colpo della ragazza, nella sua mente andava valutando ogni singola possibile eventualita', da quel poco che aveva compreso di Hotaru e dai suoi modi forse sin troppo gentili, Kamuro si aspettava che sarebbe scattata in attacco o al limite avrebbe cominciato con qualche fendente cosmico, eppure cio' non avvenne. Chinandosi a terra improvvisamente dalle mani dell'argentea Sacerdotessa si diparti una lastra di glacial cosmo che sembrava intenta a voler congelare il terreno. Inutile dire che per quanto i riflessi di Kamuro fossero pronti, senza un'adeguata preparazione psicologica l'effetto sorpresa causato dall'errato intuito del Dragone, aveva portato la strategia della ragazza ad avere la meglio raggiungendo in men che non si dica le gambe dell'avversario che per salvarsi dalla morsa dovette compiere un rapido balzo all'indietro facendo a mezz'aria una piroetta per ricadere diversi metri distante dalla zona congelata. Cosi inavvertitamente comparve un ghigno nel volto di Kamuro, fiero d'aver trovato un'avversaria che sin dall'inizio sembrava esser dotata d'un acuta astuzia.

Uh uh uh!! Non mi sarei proprio aspettato un'inizio del genere.. Tuttavia se di astuzia vuoi che sia pregno quest'allenamento.. Cerchero' d'esserne degno.. Seventh Run!!

Cominciando a muoversi in maniera circolare, Kamuro modello' rapidamente sette copie di puro Kosmos atte a confondere le percezioni dell'avversaria, mentre posizionandole quattro attorno al perimetro della zona congelata, lui assieme alle altre tre residue s'appresto' a compiere un balzo verso Hotaru nell'intento di travolgerla e colpire sfruttando la vicinanza e la probabile difficolta' da ella incontrata nel distinguere il reale dai falsi nonche' se l'assalto fosse reale, lo tsubo jikukyo che le avrebbe causato serissimi problemi nel concepire le distanze. Lo scontro era appena cominciato, eppure il guerriero del Dragone di bronzo gia' intendeva porsi in buona posizione conducendo una strategia basata sul suscitar confusione nell'avversaria cercando di modellare il tutto sulla propria astuzia.

Espirò un pò delusa vedendo l'inizio dell'incontro.
Aveva con un sorriso guardato il suo cosmo congelare il terreno creando una forte e pesante lastra.
Con entusiasmo l'aveva osservato raggiungere il nemico ma quest'ultimo, con un agile balzo si era sollevato dal terreno e con un elegante piroetta era riuscito ad atterrare un paio di metri più distante da lei riuscendo a scampare il suo attacco.

-Wow... demo ammetterlo... sei veloce...-

Confessò stupita dall'agilità appena mostrata dall'avversario:
lei forse non era altrettanto agile ma sarebbe riuscita a raggiungere tali livelli... prima o poi!
La cosa che la stupì, oltre alla sua agilità, fu lo strano sorriso che illuminò il viso del Dragone.

Uh uh uh!! Non mi sarei proprio aspettato un'inizio del genere.. Tuttavia se di astuzia vuoi che sia pregno quest'allenamento.. Cerchero' d'esserne degno.. Seventh Run!!

Sorrise per quel complimento anche se esso morì dopo pochi secondi sulle sue labbra.
Il nemico aveva raccolto il suo cosmo per,grazie ad esso era riuscito a creare delle copie, con precisione 7.
La Silver si guardò in torno confusa cercando di capire quale fosse il vero ed unico Dragone.
Già era abbastanza impegnativo duellare con un avversario, figurarsi contro 8!
Inoltre, il Bronze aveva iniziato a girarle in torno e dopo ciò erano spuntate i suoi cloni.
Si mordicchiò il labbro continuando a guardarsi in torno cercando di identificare il vero Cavaliere.
Lo vide usare una strategia per confonderla ed in parte, ci stava riuscendo.
4 di loro di erano posizionati in torno al perimetro della lastra di ghiaccio che ricopriva il terreno mentre, i restanti 4 iniziarono a correre nella sua direzione.
Con un balzo, i Dragoni si sollevarono sopra di lei per poi iniziare a scendere verso di lei.
Sentì il cuore batterle più forte, l'agitazione pronta a sovrastarla ma non era questo il momento da farsi prendere dal panico.
La sua mente iniziò a pensare velocemente, a mettere insieme una strategia.
Alzò velocemente gli occhi al cielo per poi avere un illuminazione.
Si concentrò, il suo corpo era teso ma sapeva che poteva farcela.
Espirò profondamente raccogliendo il suo cosmo.I muscoli tesi, i nervi saldi.
Sentì l'energia scorrere veloce in lei finchè non sentì di essere pronta.
Aprì le braccia liberando il suo cosmo:
Un esplosione di cosmo scaturì dal corpo della Silver.
Un'onda d'urto di 360° avrebbe dovuto colpire l'avversario che la circondava.
Con tale colpo, sarebbe dovuta riuscire a spazzare via tutti quei Dragoni o almeno, ci sperava.






Edited by Mikoto Daisuke - 21/12/2009, 21:50

Prontamente la ragazza nel veder il Sacro Dragone balzarle incontro parve elaborar immediatamente una manovra di contrattacco a dir poco perfetta. Difatti Kamuro nella propria tattica portandosi forse troppo su d'un impronta aggressiva non aveva calcolato che durante il balzo si sarebbe trovato esposto ad una molto probabile reazione da parte di Hotaru che mostrando una freddezza degna dell'armatura che indossava nello scegliere i giusti tempi fece dipartire da lei una grande esplosione cosmica che non mancò d'invertirlo e puntualmente interrompere quell'attacco. Così Kamuro nel veder dipartire la deflagrazione tentò di frenare il proprio impeto proteggendosi innanzi col proprio scudo, ma anche tal tentativo non risultò che un mero palliativo, difatti l'impronta del colpo dell'argentea sacerdotessa non tardò ad arrivare travolgendolo e procurandogli diverse contusioni derivate dalla caduta e dall'impatto col potenziale cosmico oltre ad una non trascurabile ferita lungo il fianco sinistro rimasto scoperto. Le copie cosmiche parvero svanire improvvisamente come in un'incanto mentre Kamuro lentamente faceva per rialzarsi.

*Ugh. Oltre che d'intelletto sembra dotata d'acume.. Bene, devo stare all'occhio!!*

Lanciando quindi uno sguardo pregno di sfida in direzione della ragazza Kamuro s'apprestava ad espandere il proprio Kosmos per ricreare una nuova e devastante offensiva.

Lode al tuo acume cavaliere, stavolta preparati tuttavia a saggiar l'impeto del Sacro Dragone.. Dragon's Surprice!!

Compiendo un rapido scatto in avanti nelle mani di Kamuro s'andò a formare una piccola sfera dalle tinte d'ebano pregna del proprio Kosmos e di potere spirituale che agendo d'astuzia il guerriero di Draco avrebbe lasciato intendere ad Hotaru che si sarebbe nuovamente gettato contro di lei in un attacco selvaggio, mentre una volta giunto in sua prossimità avrebbe scagliato la sfera compiendo un'immediata inversione di marcia scattando all'indietro al fine di suscitare un'effetto sorpresa nell'avversaria e lasciando che la sfera una volta giunta al capezzale della glacial sacerdotessa sarebbe improvvisamente deflagrata liberando la carica cosmica impressa, mentre la controparte spirituale traversando senza problemi eventuali barriere fisico-cosmiche sarebbe giunta direttamente a suo ridosso per far scempio della sua anima.