» Violet - Silver Black of Sculptor- Energia Verde Post 1
Legenda: Narrato | Pensato | Parlato
Era già qualche giorno che era approdata sulla Death Queen Island, ed era la prima volta che davvero si sentiva bene.. Non aveva mai provato la sensazione inebriante di sentirsi veramente viva, tutti quegli anni passati nell'averno l'avevano temprata ma non aveva nessuna gioia da ricordare, niente che fosse paragonabile solo alla libertà e alla felicità che provava in quel momento guardando il mare. Era seduta su uno scoglio ad osservare le onde che sbattevano contro quell'isola dal clima strano e invivibile, eppure le si era già affezionata, forse perché dopo l'inferno aveva già visto tutto. Certo, qui non c'era il Cocito però era ostile lo stesso, per fortuna non riscontrava nessun problema nell'adattamento e sicuramente doveva ringraziare anche Alexander per questo; era strano per lei chiamarlo così ora, però non se ne faceva problema, bastava solo essere con lui al momento. Sospirò, il sole stava lentamente apprestandosi a tramontare ma non aveva voglia di rientrare anche perché nessuno richiedeva al momento la sua presenza, e la cosa bella era proprio questa che non doveva rendere conto a nessuno di quello che faceva se non a se stessa. Mi stai già cercando, Hades?
Non potè fare a meno di domandarselo, non aveva voluto angosciare il suo amato però se lo chiedeva se avesse già saputo che non aveva lasciato davvero il mondo dei vivi, che la su anima non era giunta in Ade. Gli occhi erano tristi, sapeva che nessuno avrebbe capito, sarebbe stata vista solo come traditrice e basta; solo, forse, il suo amico Zellos avrebbe compreso fino a fondo il suo desiderio di essere libera, e non l'avrebbe tradita seppur disapprovandola. Si limitò a guardare il cielo dai colori infuocati, come quel clima, in silenzio.
L'Isola della Regina Nera, di certo non brillava per essere una meta turistica ambita dai più come luogo di realx, ma di certo non era poi così male tutto sommato. V'era giunto da un paio di giorni, tempo necessario per abituarsi a quell'aria irrespirabile, tracolma di zolfo e continuamente tempestata di lapilli e pioggia di cenere: in questo frangente l'odiava più che mai. Chissà come mai Nime avesse scelto quel luogo per la sua nuova vita da libero. Suonava strana come parola, perchè anche lui si sentiva libero e non sentiva la protezione di Atena come un peso incombente sulle sue spalle, anzi: ma ciò che profondamente odiava era la figura del Grande Sacerdote, assolutamente inutile come guida delle fazioni. Ogni Cavaliere ben sapeva quale fosse il suo ruolo nel mondo: bisognava far mantenere la pace e far regnare la giustizia e questo bastava a Tenma, il quale, non rimaneva di certo al Tempio ma faceva il girovago per il mondo al fine di fare in modo che i precetti di Atena venissero seguiti.
"Toh, Violet..." Ripensava alle parole di Nime che l'aveva quasi costretto a scusarsi con la sua donna, per il comportamente che aveva tenuto durante la fuga di entrambi, quando era corso in loro aiuto per dar loro man forte, aveva attaccato la ragazza a suon di "Fulmine di Pegasus" che, prontamente, venne bloccato da Nime. Aveva sentito in lei un cosmo da spectre e non ci aveva pensato due volte ad attaccarla ma, aimè, aveva toppato. Ed ora lei era li, protesa a conmplare quel tramondo stupendo, dai colori caldi ed accesi, mentre il mare continuava a tormentare gli scogli di quell'Isola maledetta.
"Violet, sono qui per chiederti scusa." Chinò il capo, mentre lo Scrigno venne adagiato per terra, liberandolo dal giogo di quella scatola di metallo. Indossava un paio di pantaloni d'un colore assai scuro, ed una felpa rossa con tanto di cappuccio. Il cosmo era mantenuto a livelli molto, molto bassi, seppure avesse dovuto azzerarlo del tutto: non era terra amica quella, ma non gli interessava. Se qualcuno fosse arrivato, l'avrebbe affrontato: non era sua abitudine fuggire dinanzi ad un avversario, chiunque esso sia.
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Legenda: Narrato | Pensato | Parlato
Il clima era sempre il solito, eppure qualcosa stava cambiando e la ragazza si accorse subito di cosa c'era di nuovo. Qualcuno si stava avvicinando ed era un cosmo che, anche se abbassato, era già noto alla ragazza. Si trattava di Tenma, il ragazzo che li aveva aiutati a fuggire, e che nona aveva esitato ad alzare la mano su di lei senza riflettere solo percependo l'aura infernale che gravitava attorno a lei. Si chiese perché la cercasse, adesso era tutto diverso e non aveva motivo di servarle rancore, a meno che.. A meno che non fosse uno che rimuginava vendetta.. Ma per cosa, lei non lo aveva nemmeno insultato? Però sapeva che spesso le buone azioni si pagavano a caro prezzo molto più delle"cattive". Lo sentì parlare e comprese, lui non era lì di sua volontà. lo guardò un momento. E' Nime che ti manda, vero? Non saresti venuto di tuo ma non preoccuparti, non ci sono problemi..
Era sempre calma, non era mai arrabbiata e con lui poi perché mai. Sapeva solo che lui e Nime erano molto legati e a lei non interessava spezzare questo vincolo, voleva solo essere lasciata tranquilla. Dal tono della sua voce si capiva come fosse quasi un congedo, d'altronde sapeva che il giovane non la tollerava e non voleva che si sfogasse nuovamente su di lei. Paura? No, semplicemente detestava la violenza e non voleva istigare nessuno, nemmeno un'impulsivo come lui.
"Perspicace..." Disse, annuendo lievemente con il capo facendo comparire un flebile sorriso sul volto, per poi portare i suoi occhi ad ammirare quelli di lei. Quella notte, non l'aveva vista bene, quella notte aveva agito d'impulso e d'istinto senza ragionare: quella notte aveva fatto una cavolata immane ma, aimè, era solo un ragazzino e seppure avesse sviluppato un cosmo eccezionale e fosse riuscito a diventare Cavaliere sempre un ragazzino rimaneva, incapace di capire cosa e quali fosse la giusta via da perseguire.
"In parte è come dici tu, ma dall'altra mi sono accorto di essere in fallo e come Cavaliere di Atena per me, questo, è un errore imperdonabile: per questo ti chiedo di accettare le mie scuse più sincere." Sospirò. "Non accadrà mai più..." Ancora un sospiro e poi il silenzio, mentre lo sguardo s'abbandonò ad ammirare il mare fluente.
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Violet era rimasta colpita da Tenma, più di quanto non fosse disposta ad ammettere; nonostante quel cosmo, di potenza simile alla propria, era ancora un ragazzino ma per lei, questo, non era motivo di dispiacere. Al contrario, Violet non aveva mai incontrato qualcuno come lui, capace di capire i propri errori e scusarsi di conseguenza, nonostante dovesse costargli molta fatica. A dire il vero, non era nemmeno così grave se quella notte aveva provato a colpirla, evidentemente aveva agito d'istinto e questo era importante perché denotava come lui tenesse alle persone e non esitasse nel difenderle, anche a rischio di sembrar precipitoso.
Davvero, non ti preoccupare, come ti ho detto scuse accettate, non parliamone più visto che abbiamo risolto. L'ho compreso, sai, che hai reagito così per difendere qualcuno a cui tieni, probabilmente al tuo posto avrei fatto la stessa cosa; in fondo mi avevano sempre detto che gli spectre sono mal visti da tutti anche se non l'ho mai saputo. Sai, ho vissuto tutta la vita in Ade, l'unica persona che ho conosciuto la sola volta che son salita nel mondo dei vivi é stato proprio Nime. Per il resto, non ho mai avuto modo di provare sulla mia pelle il disprezzo che viene portato a chi serve Hades, é stato spiacevole ma in un certo senso era giusto che io lo sapessi.
Aveva parlato seriamente ma con un sorriso, segno che non portava alcun rancore verso di lui, e questo poteva sembrare strano a chi non la conosceva, come lui per esempio. Lei, invece, era sempre stata così, dolce e gentile anche se solitaria per via del suo carattere schivo e del suo patrigno che l'aveva forgiata a tenersi tutto dentro. Lo vide guardare il mare ma non chiese a cosa stava pensando.
"Poco, molto poco..." Fece una pausa, prima di guardare nuovamente negli occhi la sua interlocutrice. "...direi poco meno di una settimana: sono fresco di investitura ed ho cominciato il mio viaggio intorno al mondo." Rispose semplicemente, così come risponde un ragazzino di non più di sedici anni.
"E tu, invece: da quant'è che sei Sacerdotessa?" Chiese forte della curiosità che solo un ragazzino immaturo può avere: era avido di sapere.
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Violet lo ascoltò tranquillamente, anche lui er un novellino diciamo, anche lui aveva da poco preso le sue vestigia e quindi era fresco se si poteva dire così. Diverso però era il modo con qui viveva e affrontava il mondo, sebrava ansioso di scoprirlo al contrario di lei che in effetti temeva ancora di girare liberamente ma non per timore di attacchi. In fondo l'Ade l'aveva accolta per più di metà della sua vita ed essere libera era una gran bella cosa ma allo stesso tempo aveva ancora un effetto traumatico su di lei.
Non da molto, circa venti giorni.. In verità ho conquistato le vestigia infernali dopo che mi son dovuta battere con colui che era mio maestro e patrigno. Era lui lo spectre tra noi ma poi morì nello scontro.. Io non volevo ucciderlo, però così successe. Da allora, fino a qualche giorno fa, portai le vestigia simboleggianti la Mandragola, la stella del Cielo Ferito.
Non spiegò perché fu costretta a scontrarsi con lui, certe cose non le avrebbe dette a nessuno, probabilmente nemmeno allo stesso Nime, e di certo non avrebbe distrutto l'ingenuità di quel ragazzino. Lo guardò un momento poi sorrise. Devi essere molto legato a Nime, per aiutarlo addirittura a fuggire.. Anche se, in fondo, non capisco perché avesse tutto questo timore della fuga. Atene non è l'Ade, non gli daranno la caccia come capiterà a me.
Anche questo lei non lo capiva, però forse lui sapeva qualcosa, chissà se glielo avrebbe detto.
"Non devi rammaricarti: i combattimenti sono tali che si vince o si perde, si vive o si muore. Alle volte si sopravvive entrambi, altre solo uno ed altre ancora nessuno: non è stata colpa tua..." Disse, mostrando ad ella quello che doveva essere il suo pensiero in tal senso e, in fondo, era una esperienza che aveva vissuto pienamente sulla sua stessa pelle. Quante volte s'era trovato tra la vita e la morte a seguito di uno scontro, quante volte aveva salvato il proprio sfidante quand'anche questi chiedeva per sé la morte. Mai gli era capitato di uccidere un suo avversario mentre, invece, tante volte era capitato che molti avessero provato ad attentare alla sua stessa vita. "...e comunque hai fatto bene a lasciare il Regno dei Morti perchè così posso esserti amico, altrimenti non avrei esitato ancora una volta ad attaccarti!" Fece una pausa e decise di mettere al corrente quella donna di fatti passati e della sua repulsione per gli spectre. "Devi sapere che il mio astio nei confronti degli spectre si venne a consolidare il giorno stesso che incontrai Nime: quello stesso giorno un soldato semplice spectre dotato di cosmo mise a ferro e fuoco parte del mio villaggio..." Ricordava ancora con tremore, misto ad un adrenalinico desiderio di lotta, quel giorno infausto. "...io, da solo, decisi di occuparmi di lui ma era evidentemente troppo forte e proprio mentre mi stavo abbandonando all'oblio una voce ed una energia straordinaria mi permearono: furono le Stelle di Pegaso a darmi manforte ed abbattei il soldato..." Si andò a sedere su di uno scoglio, facendo dunque compagnia a Violet e continuò imperterrito il suo discorso. "...Nime mi raccolse e firmò le carte per liberarmi da quell'orfanotrofio e portarmi via da quel paese ingrato: i paesani, continuarono ad odiarmi." Un flebile sorriso comparve sul suo volto, un sorriso di certo dovuto al nervosismo per quella situazione assai delicata, per poi tornare serio ed imperscrutabile: sembrava essere maturato di colpo. "Non mi interessa di cosa pensano quegli stolti, fatto sta che io mi sono lanciato senza pensarci due volte per salvarli, mentre loro rimanevano rintanati nelle loro case come codardi: è per mettere la mia forza al servizio degli uomini che mi sono unito ai Cavalieri, voglio finalmente fare del bene..." Ancora una volta la frase venne lasciata in sospeso, mentre alcune gocce di quel mare tempestoso giungevano ad inumidirgli le gote. "...ero una bestia, non dissimile al soldato che sconfissi, ma ora sono diventato un uomo ma, purtroppo, continuo a vedere inimicizie tra gli uomini; e, fidati, anche Nime verrà perseguitato per la sua scelta: coloro che fuggono dal Santuario sono condannati a morte, ecco il perchè della fuga in gran segreto. Dopotutto..." Portò le sue iridi castane, dalle calde sfumature scarlatte a mirare gli occhi d'ametista di lei. "...i nostri schieramenti non sono così dissimili..." E nuovamente portò il volto a mirare le prodezze di quel mare capriccioso: quell'Isola non sembrava essere poi così male.
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Legenda: Narrato | Pensato | Parlato
Non ci avevo mai pensato sai, credevo solo l'Ade punisse i traditori anche se devo dirti che finora non ne avevo sentito parlare. Credo di aver stabilito un record.
Sorrise quasi amaramente ma non si soffermò a spiegare che non aveva lasciato tutto solo perchè Nime le aveva chiesto così, non perché non credesse più a quel Dio che era stata la sua sola vita per tanti anni. Falsa forse, ma era andata bene. Sospirò sorridendo alle sue parole. Sai, quando mi hai attaccata ho capito che dovevi avere qualcosa cointro coloro che erano miei compagni fino a pochi giorni fa, ecco perchè ho preferito nonr eagire. A parte che sono strana nemmeno se uno mi fa del male riesco a odiarlo, posso combatterlo ma non odiarlo.. Se ci pensi, è proprio bizzarro ma in Ade sono cresciuta, ho vissuto là.. 12 anni senza mai uscirne..
Era persa nei ricordi Violet,non lieti ma sempre ricordi. Ricordava l'amico Zellos, le mancava ma in fondo questa nuova vita era davvero migliore e aveva scoperto di avere poteri molto particolari.
Spero Nime non si debba mai pentire di aver lasciato i suoi compagni d'arme..
"Purtroppo è la legge del Santuario e, oserei dire, la legge degli uomini perchè Atena non ammetterebbe mai una cosa del genere..." Disse sconfortato il ragazzino, pensando a quello che avrebbero potuto fare al suo maestro: avrebbero potuto inviare dei sicari, l'avrebbero potuto braccare e perseguitare, ma di certo non avrebbero mai avuto modo di poterlo veramente agguantare, perchè Nime era davvero eccezionale; poteva dirsi che egli era uno dei Cavalieri più forti del Santuario insieme al Grande Sacerdote. "...ma non preoccuparti: ora pensa a vivere quanto hai perduto in Ade. Nime saprà certamente farti felice, ne son sicuro..." Le disse, cercando di confortarla in un certo qual modo, ripensando anche a quella che è stata la sua personalissima esperienza con lui. Nime l'aveva cambiato, in meglio, e questo mai l'avrebbe potuto dimenticare e così avrebbe potuto fare con gli altri che gli stavano attorno. "...non penso li rimpianga: lui non rimpiange mai una scelta compiuta, fidati: se l'ha fatto ha avuto i suoi buoni motivi..." Motivi di cui anche lui era all'oscuro, ma non avrebbe cercato di scoprirli: se Nime avesse voluto, gliel'avrebbe raccontati lui stesso.
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Non pensavo andassero oltre gli schemi al Santuario..
Era evidente che gli screzi erano ovunque e che gli uomini non facevano veramente quello che i loro dei voilevano; ma allora perchè si ostinavano a seguire un emblema, perchè non fare gli atei come facevano lei e gli altri? Era curiosa, ma forse questa gente era troppo attaccata a quelle armature più resistenti; lei pensava alla sua che aveva ora, era contenta così. Guardl con uno strano sorriso nostalgico Tenma, sembrava rievocare tempi passati. Sai, a me è dispiaciuto solo lasciare un amico in Ade, spero non pensi che io sia una tradistrice.. Ma so che non dirà nulla di me perchè lui qualcosina sapeva.. E tu, hai qualche amico al Santuario? Racconntami qualcosa ti prego, non so nulla del mondo greco e a Nime non l,o chiedo, temo sarebbe indelicato da parte mia.
Sorrise, sembrava una ragazzina al pari di lui, in fondo era raro trovare qualcuno con cui parlare lì ed era felice di sapere qualcosa su un mondo a lei del tutto sconosciuto.
"Ho conosciuto una sacerdotessa che veste un'Armatura d'Argento: Hotaru, della Corona Boreale; e Nime ma, ora, potrei aggiungere anche te al novero..." Sorrise, in fondo non era l'unico ad avere avuto una vita d'inferno, ma per tutti v'era il momento del riscatto e Violet l'aveva trovato. "Io non sono d'accordo con molte leggi del Santuario ed è per questo che preferisco girovagare per il mondo, anziché stare li a bighellonare dietro un Grande Sacerdote che dice di parlare nel nome di Atena: non ci credo affatto!" Aggiunse, marcando su queste ultime parole. "Il volere di Atena è la pace nel mondo e tutti coloro che attenteranno a questo suo desiderio periranno sotto i miei colpi: siano amici o nemici, alleati o contendenti..." Soggiunse, lasciando che quelle parole sfuggissero dalla sua bocca e volassero alte nel cielo che andava tingendosi di bagliori rossastri, evidente segno che stessero per calare le tenebre. Il sole ancora combatteva per restare alto nel cielo, ma di già le prime stelle cominciavano a far capolino, assai sbiadite ma pur sempre presenti. "...non mi interessano le gerarchie, non mi interessano i capi: quel che io voglio realmente è fare in modo che Atena continui ad amare questa Terra e compito di noi Saint è proprio questo..." Fece un attimo di pausa, prima di riprendere con la consueta solerzia. "...seguirò il mio sogno senza farmi distrarre da nessuno: sia esso un dio, un uomo, un sacerdote o chicchèssia: io vivo per Atena e solo per lei morirò!" Sentenziò infine, sicuro d'aver lasciato a Violet parecchi dubbi o perplessità, ma quello era ciò che pensava dal profondo del suo cuore e, seppur si trattasse del pensiero di un ragazzino, sembrava così maledettamente veritiero.
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Legenda: Narrato | Pensato | Parlato
Non sono una sacerdotessa del santuario, anche se ti ringrazio per avermi inserito nelle conoscenze.
Aveva voluto precisarlo, lo sapeva anche lui però in fondo lei era stata una servitrice avernale e non una di quelle donne che si coprivano il volto e che lottavano secondo l'ideale di giustizia di Atena, un ideale a cui non aveva mai creduto al contrario di quel ragazzo che adesso in fondo ammirava. Aveva avuto una vita dura, però ancora crfedeva nella bontà del mondo: ciò strappò un sorriso alla ragazza, carico di amarezza ricordando gli anni vissuti nell'ade, anni in cui solo dolore e sofferenza l'avevsano accompagnata. Si poteva forse pretendere che chi cresceva in un posto simile si rendesse conto di come fosse il mondo la fuori? Ora comprendeva la legge dell'averno, sfruttavano le sofferenze per accentuarle e non lasciavano scelta.
Hai ragione, le gerarchie non contano nulla nel vostro regno o meglio, nel vostro ideale di giustizia. Non ho mai avuto modo di sapere se fosse giusto oppure no tuttavia posso dirti che invece all'inferno la situazione è ben diversa. I capi sono severi, se sgarri sei finito. Io personalmente non ho mai conosciuto i giudici però conoscevo la sacerdotessa Pandora, ho avuto a che fare con lei varie volte. Adesso ti potrei dire che era una donna deliziosa, ma in fondo non ho mai avuto modo di trovarmi in contrasto con lei altrimenti dubito che la penseri così... Oh scusami se ho parlato di questi argomenti, è che non ho nessuno con cui parlarne e anche se Zellos era considerato stupido, a me faceva molta compagnia e sicuramente anche tu mi sei molto simpatico.
Sorrise in segno di scusa, non voleva annoiare il ragazzo con racconti di vita vissuta in quel posto, adesso era contenta della sua vita anche se l'ambiente non era tra i migliori ma aveva imparato ad amarlo. Un pò quest'isola mi ricorda l'inferno, direi che è molto simile per certi versi. Devo dire che concordo comunque col tuo punto di vista, nessuno dovrebbe riuscire a plagiarti se resti così convinto dei tuoi ideali.
Ne era certa, raramente aveva visto persone così sicure di quello che pnsavano.. Ad un certo punto la ragazza sentì quello che era un lamneto, come se qualcuno piangesse, e decise di non trascurare questo segnale: forse qualcuno era in pericolo. Poco dopo vide da lontano quelle che eran le sagome di due bambini, all'incirca di 7-8 anni, e se si fossero avvicinati avrebbero visto che erano maschio e femmina probabilmente in fuga da qualcosa.
