Black Star, up x Alex

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"kamuro"
view post Posted on 26/11/2009, 09:23




CITAZIONE
Up cloth per Alexander Corvinus - Black Aries.



Death Queen Island, 10.03 a.m.

Erano diventati giorni tremendamente lunghi e monotoni quelli trascorsi nelle terre dell'Isola della Regina Nera, ove la tua idea di libero arbitrio giornalmente doveva scontrarsi con il rischio della nascita di un'anarchia generale. Delle volte i pensieri si muovevano in direzione del santuario, rimembrando con odio quella lieve patina d'ipocrisia che vigeva silente tra gli abitanti dello stesso. Difatti seppur di piu' violenta natura rispetto alla controparte Ateniese, negli abitanti dell'isola infernale sembrava esser presente una sorta di sincera empatia che non poteva far altro che allietare i tuoi pensieri. Quella mattina tuttavia una sorta di angoscia sembra annidarsi nel tuo essere quasi volesse impedirti di trovar pace nella tua dimora. Solamente una cosa ti appare chiara, devi uscire da la!

SPOILER (click to view)
Bene caro, da qua parte il tuo test.. X qualunque cosa non esitare a contattarmi, in questo post a grandi linee decidi tranquillamente dove dirigerti e poi prendo le redini in mano io. Buon divertimento!! ;)
 
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Alexander Corvinus
view post Posted on 27/11/2009, 20:25








Alexander Corvinus
Black Saint di Aries







Avevo inseguito un sogno e la mia vita aveva iniziato a perdere colore. Cercavo continuamente uno svago, una vana possibilità di mutazione, ero convinto che intraprendere quella strada che mi conduceva verso la libertà più assoluta avrebbe giovato anche alla mia salute oltre che al mio amore.

"Amore"



Amavo senza interruzione. Vivevo per quel sentimento che avevo iniziato a provare verso una fanciulla che soltanto per me aveva deciso di resuscitare abbandonando quel luogo dov'era confinata da ormai troppo tempo e che l'aveva privata persino dell'anima. Vivere per colei che si ama non è forse il sentimento più importante a cui un uomo puà ambire? Sempre questa domanda nella mia mente. Stavo perdendo le certezze che mi avevano accompagnato in quel folle gesto, stavo perdendo la pazienza forse a causa dell'influsso dell'ambiente che ormai ero costretto a frequentare. Non era totalmente il luogo che mi aspettavo, ero stato più e più volte su quell'isola per compiere missioni da parte della mia ex divinità e non me l'ero mai aspettata così monotona. Camminavo per le vie del piccolo villaggio dove i cavalieri traditori usavano rifugiarsi. Spesso vedevo i loro sguardi che mi fissavano, fissavano le mie vestigia e si giravano altrove come in segno di disprezzo per ciò che ero e per ciò che ero diventato.Potevo capirli, fino a qualche tempo fa li avevo perseguitati ed a volte anche uccisi in nome di ciò che rappresentavo ed anche per saziare la sete di sangue che da sempre mi ero portato dietro. Nessuna pace avrei trovato in quel posto finchè non avrei dimostrato effettivamente il mio valore a quelli che ora erano divenuti i miei compagni.

"Combattere o fuggire"



Dovevo scegliere, ma non sarei fuggito di nuovo, non adesso almeno, non era nelle mie intenzioni passare la mia vita da eterno fuggiasco marchiato a fuoco da tutti quelli che avrebbero conosciuto il mio nome come traditore. Un traditore, era questo che ero, un uomo che aveva venduto la propria fede in cambio di un amore terreno destinato prima o poi a cessare. Quanti dubbi attraversavano ancora la mia mente, non sapevo se avevo fatto la scelta giusta e rimpiangevo ancora il mio passato. Avevo lasciato tante cose alle mie spalle, tanti amici, tanti allievi che mi avevano adottato come un padre per loro e che io avevo completamente abbandonato.

Seguivo ormai il mio destino senza soffermarmi troppo a riflettere sulle conseguenze che le mie azioni avrebbero portato. Soffrivo, lo sapevo, ma cercavo comunque di non farlo vedere a nessuno, chiudevo ogni cosa dentro di me in modo da non costringere la mia dolce Violet a pentirsi della nostra scelta. Dovevo risolvere i miei dubbi interni, dovevo farlo al più presto e senza ferire nessun'altro al di fuori di me stesso.

Continuavo a camminare per le strade accidentate che ormai mi conducevano verso il porto. Una struttura abbandonata e decadente che avevo scoperto da poco e che di solito non era frequentata da molta gente. Mi soffermavo spesso a riflettere in quel luogo, mi suscitava delle sensazioni particolari, sentivo in esso la tranquillità e la decadenza di ciò che un giorno era stato eccelso. Quel posto forse era simile a me ed il tempo e le guerre lo avevano trasformato in ciò che era adesso. Amavo lanciare dei piccoli sassi in quell'acqua nera e stagnante, sapevo bene di non dover fare adirare il dio Nettuno, ma ora finalmente mi sentivo libero da quei vincoli di sacralità che mi erano stati incultati. Ero l'unico su cui potevo contare ora e di certo gli dei non mi avrebbero spaventato, fianalmente ero tornato ad essere me stesso.

Tranquillamente fissavo l'orizzonte. Avevo sempre saputo che un tempo quell'isolotto non era altro che una parte dell'antico continente di Mu, l'antica terra della mia gente. Eravamo rimasti in pochi, troppo pochi per riuscire a far rinascere la nostra antica stirpe. Molti erano meticci, schifosi ed orrendi miscugli di razze che avevano contaminato totalmente il nostro sangue. Spesso mi si erano presentati allievi che portavano sulla fronte il marchio riconoscibile del mio popolo, eppure notavo che in loro l'antica forza era totalmente svanita. Mi rifiutavo di addestrarli, non volevo aver a che fare con loro, erano soltanto degli scarti buoni soltanto per essere utilizzati come carne da macello.

Le nuvole stavano cambiando, una tempesta sicuramente si sarebbe presto abbattuta sulla piccola isola della regina nera. Sentivo l'aria frizzante e l'odore salmastro del mare agitato. Persino in lontananza notavo le nuvole ed una fitta nebbia che non annunciava niente di buono eppure ... i miei occhi ormai sembravano stanchi. Ero certo di aver notato qualcosa di anormale, qualcosa che precedentemente non si era presentata al mio sguardo.

Mi strizzai gli occhi come a cercare in ogni modo di riprendere il controllo della mia vista. Non poteva essere ciò che mi si era palesato davanti. Vedevo un'isola o forse uno scoglio, man mano che la nebbia si schiariva quel piccolo sasso di terra si faceva sempre più grande ed immenso.

Forse un'altra isola o forse ...



Parlai senza ragionare, sentivo dentro di me una strana speranza di riscoprire un ricordo della mia gente. Forse l'antico continente non era scomparso, forse era sempre stato li nascosto. Mi illudevo, lo sapevo benissimo, tutto sarebbe stato spiegabile in altro modo. Forse un'illusione o forse un movimento particolare della terra o forse gli strani fumi di quel porto melmastro avevano indotto la mia mente ad una strana sorta di effetto nocivo. L'unico modo per scoprire cosa quel posto nascondesse era verificare con i propri occhi e con i propri sensi.

Presi una piccola imbarcazione ormeggiata in quel porticciolo. Non sembrava perfettamente stabile ma la misi comunque in acqua notando che rimaneva a galla. L'unica mia paura era che non avrebbe retto il mio peso con addosso l'armatura nera che ormai era diventata per me una seconda pelle. Misi un piede, poi un altro. Misteriosamente quell'imbarcazione non si mosse di un millimetro, neanche l'acqua oscillò minimamente e tutto mi parse alquanto strano. Mi avviai senza problemi attraversando quel piccolo tratto di mare che mi conduceva dall'altra parte del mio orizzonte. Lo spazio sembrava essersi ridotto, forse troppo rapidamente. Ero alla scoperta e l'esplorazione era sempre stata una dei miei piccoli difetti che normalmente mi portavano ad affrontare chissà quali pericoli.

Scesi dalla barca appoggiando il mio piede su un lembo uniforme di quella strana terra emersa forse dall'oblio più remoto. Era dura. Sentivo sotto il mio piede che tutto era normale, che quel luogo era reale. Mi incamminai verso l'entroterra, tutto era abbastanza roccioso e spoglio, neanche un albero ricopriva quella brulla terra vulcanica e di colore nero morente. La nebbia ormai si era diradata e tutto sembrava essere più visibile. Ero arrivato in un territorio sconosciuto ed avevo anche la possibilità di ribattezzarlo con il nome di:




Alexandria
Regnum




 
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"kamuro"
view post Posted on 1/12/2009, 10:37




La nuova isola ove ti sei eretto a solitario imperatore sembra apparirti vuota e deserta, come fosse misteriosamente sorta dal nulla e tu fossi il primo uomo a solcarne il sacro terreno dopo secoli o forse persino millenni. Un'aria secca si espande giungendo quasi a tentare d'assopire le tue percezioni mentre l'atmosfera si porta a creare una lugubre aura morente. Tuttavia bastano pochi metri che scorgi una bizzarra grotta che attira la tua attenzione. Una sinistra esalazione di gas tossico sembra provenire dal suo interno, tuttavia ad insospettirti radicalmente e' una fioca luce che sembra provenire dall'interno di tale grotta che illuminandola parzialmente sembra lasciarti intravedere tra le pareti che la compongono una sorta di metallica muraglia, come se in realta' tutta la grotta non fosse altro che un bunker misteriosamente costruito da mano umana ed ancor piu' misterioso e' l'enigmatico fatto per cui esso sia ancora in piedi e funzionante nonostante dovesse esser stavo per forza di cose sommerso dalle acque.
 
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Alexander Corvinus
view post Posted on 2/12/2009, 19:04








Alexander Corvinus
Black Saint di Aries




image




Camminavo ormai da qualche ora su quel terreno deserto ma riccamente innaffiato. L'odore dell'acqua salmastra di mare si percepiva fin dentro alle ossa. Sembrava che quell'isola solitaria fosse nata dalle profondità del mare soltanto per me, soltanto per permettermi di trovare la mia tranquillità.

Passo dopo passo esploravo quel posto osservando ogni minima pietra. Ogni tanto mi soffermavo ad ammirare il nero paesaggio vulcanico che mi si apriva davanti come a voler essere il teatro del mio nuovo mondo. Un'illusione? no, non era affatto un'illusione quel posto ed io sentivo di essere l'unico attore di quel palconscenico, o almeno il protagonista. Avevo molta speranza in me, ero convinto che in quel posto una qualche forma di vita doveva esserci, anche un'alga marina mi sarebbe bastata eppure, niente. Persino la vegetazione lasciava molto a desiderare. Ero convinto di trovare dei molluschi o almeno delle tracce che mi avrebbero ricondotto ad una terra sommersa e sparita nell'oblio e che adesso era riemersa non si sa per qualche miracolo.

Niente ...


Parlavo ormai solo con me stesso. Adoravo farlo anche se qualcuno mi aveva detto che continuando di questo passo sarei stato condotto senza ritorno verso la follia più pura.

"Meglio folli che come te"


Gli risposi prima di stringergli le mie mani alla gola. Avevo fatto parecchie stragi da quando ero diventato un cavaliere di Atena. Strano a dirsi ma ora che avevo lasciato quel posto per un'altro la mia anima in parte si era tranquillizzata. Mi avevano sempre descritto i cavalieri neri come degli eretici, dei sanguinari, degli assassini senza legge, eppure io ora ero uno di loro e non avevo notato niente di tutto ciò. Non avevo più ucciso da quell'ultimo episodio alla casa della Bilancia. Quell'angelo meritava la morte, ne ero convinto, aveva osato ferire i miei compagni e ridurli quasi a poltiglia.

"Questo è essere un Gran Sacerdote?"


Ripetevo tra me e me riferendomi a colui che aveva ultimamente assunto quella carica. Non meritava neanche un briciolo di stima, non era un uomo retto e si sapeva benissimo che soltanto da uomini retti poteva nascere un paradiso. Era questa la missione di un Saint, trasformare la terra e renderla migliore, cosa ci si poteva aspettare invece da un assassino.

Continuavo ad essere assorto nei miei pensieri che mi riconducevano comunque a dei ricordi lontani. Dovevo liberarmene, dovevo farlo a tutti i costi, non potevo andare avanti così, mi sentivo libero ma intrappolato da me stesso. Ero arrivato in prossimità di una grotta, era strana, i miei occhi cercavano di scorgere l'interno, ma la mia vista si era in parte assopita, così come il mio udito. Mi sentivo mancare a tratti. L'aria si era fatta pesante, quasi irrespirabile e proveniva certamente dall'interno di quel luogo. Un fumo tossico ed impercettibile che cercava a tutti i costi di penetrare le mie difese. Misi una mano davanti alla bocca in modo da schermare maggiormente le mie vie respiratorie. Dovevo evitare un ulteriore contagio. Osservavo all'interno al meglio che potevo. Scorsi una struttura, di natura senz'altro umana.

Strano ...


Era anche abbastanza recente, l'acciaio con cui era costituita la struttura era ancora lucente, come se fosse stato costruito da poco ed una luce simile ad un neon ed a tratti intermittente proveniva dall'interno. Non era disabitata quell'isola. Dovevo sapere ma il mio istinto mi imponeva di rimanere al di fuori di quel posto. Nulla prometteva bene, incominciando da quel veleno gassoso. Se fossi penetrato ancora più all'interno forse mi sarei perso o peggio ancora assopito alla mercè di chiunque.

C'è qualcuno?


Gridai in prossimità della grotta. Dovevo attirare l'attenzione di un qualsiasi abitante ma senza scoprirmi mai. Rimasi in guardia ed in attesa ad una ventina [20] di metri dall'entrata. Se qualcuno era in quel posto non credo che si sarebbe tirato indietro davanti ad un ospite, anche se in atteso.



 
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"kamuro"
view post Posted on 3/12/2009, 08:54




Non sembri ricevere risposta alcuna. L'isola come hai potuto intuire sembra esser disabitata. Tuttavia la grotta e' illuminata elettricamente, chiarificandoti una volta osservata meglio che esso altro non sarebbe che un hangar costruito forse nella notte dei tempi da mano non umana. La fioca luce smeraldina emessa sembra provenire da dei led poggiati alla base della grotta, mentre le pareti appaiono essere in un materiale levigato che ti riporta a credere fosse formato da una metallica lega. Inutile aggiungere le spontanee domande che sorgono al solo pensare a come sia possibile che un'isola accidentalmente emersa possa mantenere una si perfetta elettricita' ed il metallo non venga corroso dalle gelide acque. Tuttavia un'idea si modella nella tua mente in quell'istante. Lemuria. Dall'interno della grotta difatti sembra provenire una bizzarra aura oscura come la notte.
 
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4 replies since 26/11/2009, 09:23   50 views
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