Era in Ade, Violet, ma non vi sarebbe rimasta ancora per tanto tempo. Quel giorno, vi era qualcosa di davvero strano che nemmeno lei sapeva spiegarsi, e non era colpa del suo solito umore. No, qualcosa stava per accadere, ma che cosa?
Si rigirò nel letto, tormentata da incubi.. O meglio, da sogni che erano divenuti angosciosi per lei: non faceva che ripensarci, a quando era uscita per quella missione in Francia e si era trattenuta a Parigi, pensando che sarebbe stato bello vedere un pò di mondo dopo così tanti anni. E infatti era stato bello, addirittura stupendo, ma mai al mondo avrebbe creduto di potersi poi quasi pentire. Si, perché quel ragazzo che aveva incontrato, avrebbe dovuto odiarlo se si fosse attenuta alle leggi dell'averno; e allora perché era così difficile, perché invece non riusciva a smettere di pensare continuamente a lui?
Era arrivata al punto di odiare se stessa, la vita che era costretta a fare. A volte si domandava cosa sarebbe accaduto se avesse deciso di lasciare tutto e scappare dall'Ade, ma in verità già lo sapeva: per i traditori, la sola ricompensa era la morte. Non la temeva anzi, a volte credeva sarebbe persino stato un sollievo, eppure da una parte come avrebbe voluto fuggire con lui, via da quel mondo crudele che non dava a loro nessuna possibilità di amarsi liberamente, al contrario, erano costretti a rimanere separati. E ne soffrivano, o lei almeno.
Era arrivata al punto in cui credeva che sarebbe impazzità, finché non giunse il momento di reicontrarlo; le aveva fatto sapere di volersi incontrare con lei e che la attendeva in una locanda; la ragazza non sapeva se andare, moriva dalla voglia di rivederlo quello si, ma temeva di non poter più tornare lì, di non esserne capace. Ma mentre correva fuori da lì, dopo un saluto all'amico Zellos, capì che a lei sarebbe anche andata bene non tornare più.
Eccola li, era arrivata a quella locanda e, dopo essersi fatta coraggio, entrò. Non aveva certo un vestito elegante come l'altro, tuttavia si faceva comunque sempre notare con quella maglia e i pantaloni viola scuro, forse perché era abituata ad avere abiti non troppo larghi e spesso si era sentita osservata. Comunque non era a quello che era interessata in fondo, semplicemente adesso cercava qualcuno tra la folla e il suo volto si illuminò nel vederlo. Solo un attimo prima di incamminarsi verso di lui e scivolare sedendosi poi poco distante da lui.
Ciao, come vedi sono arrivata, scusa il ritardo..
Parlò a voce bassa, sommessa, percepibile solo da lui, in verità non sapeva bene come porsi visto che non aveva idea di cosa volesse dirle. Eppure qualcosa era diverso, ma non sapeva cosa.