Dreaming Your Dream, Test energetico

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Sulien_Dan_Vanya
view post Posted on 18/10/2009, 10:05




SPOILER (click to view)
hyou, re dei desideri, lorak vanadius, zack fair, rick lee e dragon master 76, Kamuro Sono i soli a cui è impostato questo test.


Una lettera vi viene spedita tramite un corriere che si dilegua timidamente dopo avervi consegnato la missiva.



Con la prossima luna piena
Al tempio del cavallo bianco
Le ombre devono essere solo le nostre.




Qualcuno vi ha apertamente sfidato ad un duello mortale... che fare?
accettare o non accettare?

SPOILER (click to view)
Nota del master: Il tempio del Cavallo Bianco è un tempio di eremiti sperduto nella cina del nord, pochi sanno come arrivarci a causa delle impervie vie d'accesso e i pochi che ci sono arrivati sono tornati completamente diversi o in pezzi.
 
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ZaCk_F@iR
view post Posted on 20/10/2009, 19:26




*Impossibile... sono riuscito a perdermi un'altra volta... davvero non riesco a capire come faccia la gente ad orientarsi in questo paese...*

C'era una volta un'ombra oscura intenta a solcare il viale alberato che conduceva verso il domani, illuminato dall'immensità della luna piena, sotto un cielo stellato e pieno di sorprese; la brezza primaverile accarezzava i suoi capelli cinerei e gli odori dei meravigliosi alberi di pesco che lo circondavano, gli riportavano alla mente piacevoli ricordi legati alla sua famiglia... sua madre infatti, aveva lo stesso profumo dei fiori che quella notte meravigliosa accompagnavanpo il cammino di Mana.
Avvolto dal suo immancabile mantello nero, egli girovagava per la Grecia in cerca di nuove sfide e di avversari sempre più forti con i quali misurarsi; per ucciedere la malinconia che in quel momento attanagliava il suo cuore, Mana decise di imbracciare la cetra scarlatta dal fatal incanto e di intonare quindi una soave melodia di requiem, chissà che la musica non avrebbe scacciato dalla sue mente i fantasmi del passato.
Splendenti come rubini antichi, gli occhi di Mana trasparivano, grazie alla loro lucentezza, dal tetro cappuccio che nulla di lui svelava al mondo; mentre, accarezzando le sottili corde di cetra con energia maggiore, il requiem si faceva sempre più intenso ed orecchiabile.
All'improvviso, il nulla.
Mana si fermò di scatto, smettendo dunque di suonare il suo strumento... evidentemente non era solo, che fossero solamente i rumori della foresta a trarlo in inganno? Chissà, magari era solamente il passo leggero e al contempo veloce di una lepre selvatica che calpestava le foglie... No, qualcuno stava osservando il giovane musico e per qualche oscura ragione, non accennava a mostrarsi.
Abbassando delicatamente il cappuccio con la mano sinistra, Mana rivolse lo sguardo in direzione del suono che aveva precedentemente udito, esclamando con voce calda:

"Chi sei? Mostrati a me codardo o te ne pentirai amaramente... Oggi è una serata maginifica non trovi? Perchè rovinare la purezza di questa incantevole luna piena con il rosso del sangue?"

La reazione di Mana diede i suoi frutti infatti, la misteriosa figura che scrutava i movimenti del ragazzo con tanta parsimonia si mostrò; con un balzo fuori dal comune, una sagoma oscura si rivelò al musico, per poi atterrare agilmente alle sue spalle.
I candini raggi lunari, fecero sì che Mana potesse scrutare il suo antagonista in tutta la sua persona che per la verità... Non era un incanto per gli occhi; infatti, egli poteva considerarsi a malapena un essere umano dalle fattezze di un orribile omuncolo deforme e provvisto di enorme gobba che nonostante tutto, non lo limitava per nulla nei movimenti e non ne penalizzava l'efficacia.
Senza indugiare minimamente, l'enigmatico figuro si scagliò contro Mana che era ancora di spalle, intento ad attaccarlo con un colpo portato con la mano sinistra grazie alle sue unghie affilatissime; l'obbiettivo era il collo del musico che al solo tocco, si sarebbe mozzato senza possibilità di scampo alcuna:

"Tsk... Sei morto..."

Voltandosi di scatto in senso antiorario, Mana bloccò a sua volta il letale colpo del mostro, stringendogli il polso con forza davvero considerevole; data la sua bassa statura, fù semplice per il cavaliere alzare da terra l'avversario, per poi avvicinare il suo viso a pochi centimetri da quello della sua persona:

"Ma come osi attaccarmi maledetto abominio... hai davvero creduto che tu, un inutile scherzo della natura, avresti potuto arrecare danno ad un cavaliere del nord? La tua pazzia ti costerà cara..."


Lasciando cadere la cetra a terra, Mana accese la sua mano destra con la potenza del cosmo argenteo, intento a finire il mostruoso figuro; ma, accennando una flebile risata di scherno, il gobbo decise di spiegare le sue ragioni prima che fosse la fine:

"Molto bene... Direi che sei pronto per competere alla sfida del mio signore, ritieniti pure onorato per questo... Hehehe..."

Estraendo quella che aveva tutta l'aria di essere una lettera da una delle sudice tasche dei pantaloni, il messaggero consegnò la proposta di sfida a Mana adempiendo così al suo dovere; affievolendo lentamente il suo cosmo, il giovane musico del nord prese la lettera dalla mano dell'avversario, lasciandolo andare:

"E ora sparisci, mi hai fatto perdere fin troppo tempo..."


Rialzandosi in piedi, l'orribile omuncolo si dileguò là da dove era venuto, unico posto adatto ad accogliere una così orripilante figura... l'oscuro cuore della foresta.
Staccando delicatamente il sigillo di cera impresso a fuoco sulla lettera, Mana potè così leggerne il contenuto...



Con la prossima luna piena
Al tempio del cavallo bianco
Le ombre devono essere solo le nostre.





Rimettendo il bigliettino all'interno della lettera, il musico la infilò nella tasca posteriore del suo abito, intento a dirigersi nel luogo della sfida:

*Ma chi diavolo sei? E perchè mi vuoi sfidare... comunque sia, sappi che accetto con grande piacere...*

Ripredendo il cammino ancora una volta, Mana si preparava a lasciare la foresta, dirigendosi verso quello che sarebbe stato il suo destino...


Edited by ZaCk_F@iR - 21/10/2009, 09:33
 
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Hyou
view post Posted on 21/10/2009, 13:54




In quel giorno,ad Atene,patria della giustizia,il sole splendeva alto nel cielo,illuminando il volto degli uomini...
Da tempo immemore,le grandi battaglie erano terminate;e in quel di Grecia,la pace regnava sovrana.La stessa dea Athena era in pace con se stessa:consapevole di non dover temere attacchi di alcuna sorta.
Gli stessi Cavalieri erano sereni... chi più,chi meno.
Sembrava veramente che agli abitanti dell'antica città dominata dagli dei,aspettassero giorni di estrema quiete e tranquillità.Così da poter vivere in serenità;magari dimentincando quei giorni bui e tristi che per anni sono stati costretti a vivere.Nei loro occhi,il terrore era ancora ben visibile.
Orfeo,Cavaliere dall'argentea corazza,dedicava quei giorni a suonare per la sua donna,oramai deceduta da tempo...
Tuttavia,il suo ricordo era ancora forte nel Silver Saint.Oramai il suo unico scopo in vita era servire la dea Athena,poichè non aveva affetti di alcuni tipo in vita.
Era in attesa del trapasso,così da potersi ricongiungere con la donna della sua vita...

Mentre era intento a deliziare lo spirito di Euridice con la sua soave melodia,avvertì un cosmo a lui estraneo alle sue spalle...
Tuttavia,costui,non era particolarmente potente,ma non era comunque da sottovalutare.


<<Di chi si tratta ?!
Non è un Cavaliere di Athena...>>


Pensò Orfeo...
Era sicuro di sè,decise così di continuare a suonare,evitando di scagliare attacchi e ergere difese a sè.Così da non far capire allo sconosciuto che s'era accorto della sua presenza...
L'essere era sempre più vicino... oramai era alle spalle di Orfeo;che poggiò la sua celestiale Lira sulla pietra cui era poggiato lui;e di scatto si voltò sentendo il cosmo dello straniero a pochi passi da lui...
Quest'uomo si presentava con un lungo mantello violaceo,che lo ricopriva dalla testa ai piedi.Non era possibile scorgere nulla da costui;se non gli occhi:che emettevano una strana luce...

<<Chi sei ?Qual'è il motivo della tua venuta ?>>

Disse Orfeo con una voce squillante...
Lo strano individuo era immobile,impassibile.Senza proferire parola alcuna.
Un'immensità di domande in quel momento affligevano la mente del Silver Saint... pur tuttavia,non era timoroso;poichè l'essere non sembrava aver intenzioni bellicose.
I due rimasero così,a fissarsi l'un l'altro.
Così,lo straniero estrapolò dal suo lungo mantello una lettera ben sigillita,per poi lanciarla verso Orfeo.
Dopo pochi istanti l'essere si volatilizzò come un'ombra.
Orfeo decise di aprire la lettera per visionarne il contenuto,quest'ultima si presentava con uno stemma,poteva sembrare regale,forte appartenente a qualche casata nobiliare.Ma Orfeo,a ciò diede poco peso e volle leggerne il contenuto...

Con la prossima luna piena
Al tempio del cavallo bianco
Le ombre devono essere solo le nostre.

<<Che significa ?
Una sfida ?>>


Il nobile musico,non era impaurito dal contenuto della lettera... tutt'altro.Sul suo volto apparì così un sorriso sarcastico.


<<La pace regna sovrana ad Atene...
Mi allontanerò per un poco.Ci sono altri Cavalieri posti a difesa del Grande Tempio... Saranno loro a difendere Athena.>>


Dalla parole del Silver Saint era facilmente intuibile la sua intenzione:accettare la sfida.
 
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REdeiDESIDERI
view post Posted on 23/10/2009, 16:42




CITAZIONE
Amen – The Chosen One – Black Bronze Saint del Cigno

"Sono andato al Giardino dell'Amore,
E ho visto ciò che non avevo mai visto:
Una Cappella era costruita nel centro,
Nel luogo in cui io ero solito giocare sull'erba.

E i cancelli di questa Cappella erano chiusi,
E "Tu non devi" era scritto sull'ingresso;
Così sono tornato al Giardino dell'Amore
Che è fecondo di così tanti e dolci fiori;

E ho visto che era pieno di tombe,
E pietre sepolcrali dove avrebbero dovuto esserci fiori,
E Preti in vesti nere vi giravano attorno,
E incatenavano con rovi le mie gioie e i miei desideri."


[W. Blake]



Chapter One – Introduction



Solo, ancora, ma non per molto.
Vagava il santo nero per la sua isola, pensando a quello che sarebbe dovuto essere e che ancora non era. Non c’era esercito, in quel mondo, che comprendesse l’essenza dell’Ios, né tantomeno uomo disposto a liberarsi dalla schiavitù del credo per abbracciare la libertà e la sua dolcissima essenza.

“Questo Dove è soggiogato all’apparenza, ed il mio potere è troppo limitato perché possa avvenire un cambiamento.”

Disse quelle parole ad alta voce, come se un interlocutore si frapponesse tra egli e la sua stessa solitudine, ma la verità era che era sempre, ed innegabilmente, solo. Pur tuttavia parlò a voce alta perché fosse una presa di coscienza, perché anche il Ka gli venisse incontro, e poiché il libero arbitrio viaggia su di una immensa ruota, il cambiamento arrivò dopo pochi istanti…




Camminò per l’isola ancora un poco, rievocando alla mente i giorni del passato. I giorni da Re. Per caso, o forse perché così doveva essere, si ritrovò, nel corso del suo peregrinare, alla cappella di San Raffaele Arcangelo. Un tempo luogo di culto, ed in quel momento poco più che una cascina decadente. Era stata eretta durante l’epoca in cui gli Europei, ed in particolare gli Spagnoli, si spingevano per mare in cerca di ricchezza. Per caso dovevano essere incappati in quell’isola inospitale e li avevano eretto la piccola cappella. Era stata una chiesa antica e frequentata da marinai poi, chissà quando e perché, era stata trasformata in un luogo ove il culto dell’Uomo-Gesù era stato sostituito dal verbo dell’oltretomba. Simboli di massoneria e satanismo si univano in quel luogo unico che, sempre per volere di una beffarda casualità, era divenuto anche un punto d’ingresso per il mondo di Amen: Wonderland. Ora le porte per il regno delle Meraviglie erano chiuse, sigillate per sempre dalla fallimentare sovranità dello stesso figlio di Nihil, ma Amen non mancava di visitare la cappella con una certa frequenza, per poter osservare il meraviglioso specchio che era custodito al suo interno, capace di mostrare, a chiunque pagasse l’adeguato tributo, quello che “poteva” (e non necessariamente era) il suo futuro.
Sorrise nel vedere all’ingresso della cappella la scritta "Tu non devi", baluardo dei comandamenti della fede dell’Uomo-Gesù, ma sorrise ancor di più quando trovò, all’interno della chiesa, un folle che, chissà per come, si era spinto in casa sua senza permesso.
Non percepì Kosmos, non percepì rumore né odore, ma solo la figura sottile di una creatura. Un’entità misconosciuta. Un visitatore.




Il Fallen King non si scompose, ma rese al suo nuovo interlocutore il beneficio del dubbio. Dimostrò in ogni caso di non avere piacere nell’avere intrusi in casa e pertanto palesò il suo Kosmos oltremodo. Il visitatore avrebbe quindi intuito di restare al suo posto e, soprattutto, di non fare cazzate.
Era ammantato da una cappa lunga e scura, il cappuccio calato non dava adito a possibilità di intendere se fosse uomo o donna, né tanto meno quali fossero le caratteristiche del suo volto. Arrivato che fu Amen, egli (o ella) si girò lentamente. Stava osservando lo specchio, probabilmente senza conoscerne il vero utilizzo. Si girò, e rivolto verso Amen non disse nulla e non si mosse.

“Chi sei –disse marziale e deciso il cavaliere-
e che cosa vuoi da me?”

La figura ancora non si mosse e non parlò.

“Bada bene stranger, non ammetto che si metta piede impunemente in casa mia!”

Palesò ancor di più la sua ira, casomai non fosse stato chiaro al figuro il messaggio che preventivamente il Re aveva lanciato per mezzo della sua aura cosmica. Tuttavia il figuro non parlò, quanto piuttosto, lentamente, cominciò a divenire incorporeo e, come una folata di vento, sparì in una sottile coltre di nebbia.
Amen non si scioccò, ma restò comunque perplesso. Una figura irrompeva nel suo Tempio senza dir nulla, e con la rapidità ed il silenzio con il quale era giunta, adesso spariva! Non ebbe tempo di ponderare l’accaduto, che dall’alto, quasi piovesse dal cielo o dal soffitto della cappella, scese giù una lettera.




La busta di carta gli piombò tra i piedi dopo brevi volteggi nell’aria, lui si chinò e la raccolse, riconoscendo la ruvidità di una carta vecchia, quasi medievale. Ingiallita e sigillata con della ceralacca, la busta cedette i suoi segreti a Nihil che, badando a non distruggerne il contenuto, staccò il sigillo di cera con gesto delicato. All’interno ne ricavò un foglio, anch’esso ingiallito e ruvido, sul quale con inchiostro stilografico e con mano ferma era stato scritto una sorta di invito, o forse un monito.

“Con la prossima luna piena
Al tempio del cavallo bianco
Le ombre devono essere solo le nostre.”



“Cavallo Bianco” disse Amen a voce bassa, scavando nella sua memoria storica in cerca di nozioni, informazioni o semplicemente ricordi.
Aveva idea di conoscerlo, forse di esserci addirittura stato. Nel suo mondo era stato un vecchio tempo dedicato all’anno del Cavallo. Si trovava i Cina, e li aveva avuto un incontro con un bonzo buddista, dettosi servo del volere di 108.

“Non può essere una semplice coincidenza…. Questo è il volere del Ka e della passione del Numero…”

Strinse la carta tra le mani quasi stesse cercando si ucciderla. 108, il numero della rinascita. Ancora, di nuovo. “il ciclo dovrebbe essere finito! Perché questo numero continua a perseguitarmi?”

Uscì dalla cappella con tante domande, e purtroppo nessuna risposta. Il messaggero di nebbia, il misterioso interlocutore, benché certamente non fosse un servo del Ka, sembrava adempiere a quello che era il desiderio di cambiamento di Amen, quella volontà di potere palesata quella stessa mattina ma perché? Perché tirare in ballo il 108? Morire e rinascere? Annichilire? Risorgere e conquistare?
Amen cominciava ad odiare il ciclo della sua vita, l’eterna ripetizione, l’infinito dolore del fallimento. Scagliò un pugno saldo alle pietre di Golconda, la chiesa del male, ed esse si spaccarono cadendo al suolo. L’incrinatura del muro risalì sino all’arcata e li, dove capeggiava il baluardo del credo del Dio cristiano, vi si creò una profonda frattura.

“Ho bisogno di risposte, ho bisogno di comprendere…”

Bruciò il suo Kosmos affinchè la carta tra i suoi pugni si ghiacciasse e si spaccasse in mille pezzi poi, con la rabbia nel cuore, si avviò verso il porto per intraprendere il suo nuovo viaggio.

“Molti luoghi di questo mondo combaciano con quelli del mio. Se c’è possibilità che quetso misterioso ospite sia in Cina, io lo scoprirò e lo troverò!”

Il ciclo era dunque ricominciato.
 
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Ricklee
view post Posted on 25/10/2009, 15:01




SPOILER (click to view)
Pensato
Parlato
Parlato di altri


Manako era nella sua dimora e si stava dedicando alla lettura di un libro, quando sentì bussare timidamente alla porta.
Si alzò dalla comoda poltrona, appoggiando il libro sul tavolo davanti a lui e si avviò verso la porta per aprire.
Si trovò davanti ad uno dei giovani messi, che servivano il Grande Tempio.
Il giovane Saint invitò il giovane a rivelare il motivo della sua venuta con un dolce sorriso e parole gentili.
Il giovane disse semplicemente che era venuto fino alla Casa del giovane Bronze Saint per consegnare una missiva, indirizzata al Cavaliere di Andromeda.
Manako accettò la lettera e rientrò nei suoi appartamenti.
La poltrona accolse nuovamente il corpo snello del giovane paladino ed egli aprì la busta, contenente una missiva di poche righe.

Con la prossima luna piena
Al tempio del cavallo bianco
Le ombre devono essere solo le nostre.


Lesse quelle semplici e brevi parole, capendo che il mittente lo stava apertamente sfidando ad un duello mortale.
Si alzò dalla poltrona ed andò in camera da letto.
Accanto al giaciglio, vi era la Cloth di Andromeda.
La sua candida mano si appoggiò delicata sullo Scrigno e pensò alla sfida.
Una grande parte del suo cuore desiderava rifiutare, ma non poteva passare ancora una volta per un codardo.
"Accettare o non accettare? Che dilemma!"
Fu il suo pensiero.
"Non posso nuovamente far la figura del codardo..sono pur sempre un Saint di Athena e se qualcuno mi sfida, ho il dovere di accettare il duello...eppure non vorrei causar la morte di qualcuno."
Giunse ben presto la sera.
Manako, ancora tormentato dai dubbi, uscì dalla sua dimora diretto al Tempio del Cavallo Bianco, un luogo, che egli sapeva essere irto di pericoli ed ostacoli.
Il destino, ancora una volta, si era messo in moto e Manako era salito di sua spontanea iniziativa sulla folle giostra.
 
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Sulien_Dan_Vanya
view post Posted on 28/10/2009, 13:37




Il tempio del cavallo bianco è un luogo impervio e siete molto affaticati, arrivarci ha impiegato molte delle vostre energie.

Benvenuti.



Questa parola nella vostra testa, vi ritrovate nella piazza del tempio...
 
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Ricklee
view post Posted on 29/10/2009, 22:29




Manako impiegò molto tempo ad arrivare al Tempio del Cavallo Bianco.
La salita era decisamente stata impegnativa, come testimoniava il fiato del giovane Bronze Saint.
Manako, difatti, aveva il respiro rotto dalla fatica e dalla stanchezza.
Si sentiva decisamente indebolito, sicuramente chiunque avesse lanciato la sfida contava proprio sullo sfiancare il più possibile il suo avversario per poterlo affrontare e vincere con più facilità.
"Non mi lascerò sconfiggere...la Dea Athena sarà fiera di me, almeno questa volta."
Pensò il giovane nipponico, mentre si avvicinava con passo calmo e leggiadro all'ingresso.
Finalmente si trovò davanti a quel luogo sacro, la cui guida era affidata a monaci ed eremiti, che si eran allontanati dal Mondo e percorrevan le vie dello staccarsi dai beni materiali.
Appena giunto, Manako sentì forte e chiaro una parola risuonare nella sua mente.
*Benvenuti.*
Si ritrovò subito, appena finita quella cortese parole nella piazza del Tempio.
Il giovane era frastornato: non aveva ben compreso come fosse stato teletrasportato in quel luogo.
Si guardò attorno con curiosità ed aspettò nuove indicazioni.
 
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"kamuro"
view post Posted on 31/10/2009, 11:31




Cascate millenarie di Goro-ho, Cina 11.39 a.m.

I caldi raggi solari discendevano fieri sui rigogliosi monti della cima di Goro-ho quella mattina, inondando la zona d'un tepore dalle punte nettamente estive a dispetto dell'imminente giungere dei primi freddi autunnali. Il silenzio concesso dalla quiete dei posti tuttavia veniva aspramente interrotto nei pressi della cima della montagna, ove l'incessante scrosciare di una delle cascate piu' alte del mondo sembrava lasciar quasi fantasticare che il cielo si stesse riversando sulla terra, tanto essa era alta. Si diceva che la cascata seguisse un flusso in discesa di oltre 3000 shaku dal picco per discendere sulla terra, come fosse la stessa via lattea che rifluiva sulla terra, fondendo tra loro doti cosmiche e terrene in una perfetta sintonia, come l'onniscente Dragone che viaggiando nel Kosmos tornasse alla sua tana in cerca di riposo. E proprio un Dragone quella mattina si trovava in quelle terre. Ai piedi della cascata, a petto nudo un ragazzo si stava allenando di buona lena. Il sudore mescolato ai tiratissimi muscoli faceva di lui una figura pregna di virilita', mentre completamente assorbito dai suoi allenamenti, una smeraldina aura veniva costantemente emanata da lui. In seguito divaricando le gambe il suo sguardo si fece improvvisamente piu' serio, gli occhi si socchiusero come in cerca di concentrazione mentre il pugno destro veniva serrato parallelo al fianco.

Rozan..

Shoryu..

HAAAAAAAAAA!!


Il ragazzo al contempo spalanco' gli occhi, mentre con un repentino scatto in avanti fece esplodere il Kosmos da lui accumulato e da esso s'ando' a dipartire un colpo che scontrandosi contro la millenaria cascata riusci ad investirne le acque facendole rifluire al contrario, riuscendo quasi a donare ad esse l'aspetto di un Dragone che dalla terra risalisse per 3000 shaku sino a giungere ed espandere la propria cosmica conoscenza oltre gli spazi siderali.

Uff..

Per l'enorme sforzo Kamuro quasi stremato si butto' schiena a terra a rimirare l'imponente ed al contempo maestosa bellezza che trascendeva il divino Dragone acquatico impegnato nella sua risalita alle stelle. Tuttavia la stanchezza ben presto prevarico' le sue forze facendogli perder conoscenza. Erano diversi giorni che Kamuro s'allenava in quella maniera, senza sosta, voleva spingere oltre i confini dei suoi poteri e per tal motivo il suo allenamento non conosceva sosta sino a che il precario fisico umano veniva sopraffatto dall'esagerato utilizzo del suo potere e cadeva esausto e privo di coscenza a terra. L'unico momento in cui il Dragone abbracciava pace e riposo era il tempo in cui le tenebre s'impossessavano di lui, mentre al risveglio una nuova lena di allenamenti avrebbe preso forma. Tuttavia stavolta al suo risveglio accanto a se' trovo' una lettera. Rapidamente spezzo' il sigillo in ceralacca per scorgerne il contenuto.

*Stanotte quindi.. Uhuhuh!! Sembra che abbia trovato qualcuno che mi permetta di vedere i frutti dei miei allenamenti!! Si trova qua vicino, ho ancora tempo di riposare un po' prima di stanotte che sorge la luna nuova..*
 
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Hyou
view post Posted on 2/11/2009, 15:27




Orfeo,era pronto per intraprendere quel viaggio,che lo avrebbe condotto nel "Tempio del Cavallo Bianco",luogo a lui sconosciuto.
Era fremente all'idea d'incontrare valorosi guerrieri con cui misurarsi,al comtempo,era consapevole che l'aspettava una dura prova...
In cuor suo,sapeva che Athena non avrebbe mai accettato una simile follia;pertanto non le chiese neanche il permesso di partire.
Durante il tragitto,Orfeo,iniziò a porsi diverse domande.


<<Chi dovrò affrontare in questo Tempio ? Sarà forse quell'uomo che,è giunto a consegnarmi la lettera?!
Cosa mi aspetta.. ?
Beh,qualunque cosa sia,non la temo... la morte allieterebbe solo le mie perenni sofferenze,nient'altro !
>>


Pensava tra sè il Musico di Atene...
Nonostante tutto,iniziò il suo tragitto,nulla lo avrebbe esortato nel giungere nel luogo della sfida.
Orfeo,non aveva nè mappe,nè conosceva il luogo della sfida... ossia il Tempio del Cavallo Bianco,tuttavia,qualcosa lo guidava in questo viaggio.Che fosse un'entità superiore ? Oppure,semplicemente il suo insisto da guerriero ?
La risposta a tale domanda era sconosciuta.Ma il Musico,non si fece troppi problemi e finalmente,partì alla volta del Tempio... ansioso di dar battaglia e misurarsi con avversari molto temibili.
Il viaggio si dimostrò molto lungo e faticoso;ciò lo sfinì infinitamente...
Il Silver Saint sentiva sempre sempre più vicino il luogo del duello...
L'adrenalina cresceva sempre di più.

Orfeo,dunque,era innanzi al Tempio.
Quest'ultimo si presentava come un'imponente struttura,pur tuttavia,poco si riusciva a scorgere... ciò decisamente era dipeso dall'oscurità che circondava quel tetro luogo.
Camminando,a passi lenti,Orfeo,si inoltrò all'interno del Tempio,precisamente nel bel mezzo della piazza.
Un messaggio rimbombava nella mente del Musico...

<<Benvenuti>>

<<Chi ha parlato ?>>

Disse Orfeo,con tono di voce molto alto...

<<È frutto della mia immaginazione ?>>

Era questo che pensava il quel frangente... che il Silver Saint sia in preda al terrore ?

 
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dragonmaster76
view post Posted on 2/11/2009, 19:46




SPOILER (click to view)
Narrato
Parlato
Pensato


Era una giornata qualsiasi e il Centauro si stava allenando accanto alla sua dimora, voleva essere sempre in piena forma. Mai avrebbe pensato che di lì a poco avrebbe avuto un'avventura.

Un, due.. Un pugno e poi un calcio.

Questi erano l'esercizi che faceva o almeno ne erano una parte.
Li fece tutto il giorno, e decise di prendersi una piccola pausa. Entrò dentro casa e prese un'asciugamano per pulirsi dal sudore e una bibita fresca per disetarsi. Quando all'improvviso bussarono alla sua porta, e egli andò a vedere chi fosse. Aperto vide che era uno dei messaggeri del Grande Tempio e doveva consegnarli una missiva. Il giovane la prese e voleva offrire al ragazzo qualcosa da bere, quindi si assentò un attimo e si diresse verso il frigo, prese una bibita e torno. Il ragazzo non era più lì era come sparito nel nulla.

Allora rientro in casa, si sedette e prese a leggere la lettera, erano riportate le segueti parole

Con la prossima luna piena
Al tempio del cavallo bianco
Le ombre devono essere solo le nostre.


Con la prossima luna piena.... Ma è stanotte che cade la luna piena

Letta la lettera, si mise a pensare se andare o meno. Andò alla sua stanza e accanto al letto, di preciso su un mobiletto resistente si trovava la sua cloth disposta nel suo contenitore. La fissò e disse

Una nuova missione ci attende, amica mia.

Da quel momento in poi la sera venne subito, andò nuovamente nella stanza e la prese. Per ripararsi si mise sopra un mantello e usci dalla casa.

Al di fuori pronunciò

Prossima destinazione, il tempio del cavallo bianco

Poi partì.



 
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dragonmaster76
view post Posted on 3/11/2009, 23:28




SPOILER (click to view)
Narrato
Parlato
Pensato



Il viaggio fù molto lungo, Ryoma dovette impiegare un tempo maggiore di quanto pensasse per giungere al tempio del cavallo bianco.

Incomiciò a salire la montagna, ma prima aveva ben coperto la cloth con il resto del mantello e copri la testa con il capuccio. In maniera da essere ben riparato dal vento e dalle intemperie.
La salita fù alquanto insidiosa, e il giovane ogni tanto non riusciva a tenere bene la presa e a scendeva giù e lui nuovamente risaliva. A volte il mettere male un piede lo faceva indietreggiare. Lo fece molto affaticare e spendere parte delle forze che aveva in corpo.

Non mi faccio battere da una cosa simile, andrò fino in fondo

Erano le parole pensate dal ragazzo mentre saliva. Più saliva più si avvicinava, niente l'avrebbe distaccato dal suo intento. Gli venne in mente una cosa, se era un piano del suo probabile avversario quello che stava percorrendo. Se l'avversario aveva intensionamente indicato quel luogo per farlo stancare più facilmente e attaccarlo quando le forze gli fossero mancate.

Salì l'ultimo passo, e si trovò nel luogo sacro. Luogo a cui era sotto la guida dei monaci e eremiti. Si tolse il calpuccio e si avvicinò piano piano, quando una voce risuonò fortemente nella sua testa

* Benvenuti *



Dopo l'aver udito quella parola così gentile e cortese si ritrovò nella piazza del tempio.

Giuntò lì si domandò se la voce fosse stata frutto della sua immaginazione o fosse era stata reale e come era stato teletrasportato lì, per cui iniziò a guardarsi intorno.
In attesa di nuove indicazioni.


 
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Sulien_Dan_Vanya
view post Posted on 10/11/2009, 14:26




Una strana luminescenza su di voi...
Vi cominciate a sentire pulsare il sangue nelle vene... il vostro raziocinio sciama...sale lo status BERSERK



ahahahahahahahah

Una lancia si impianta nel centro della piazza una figura con una scarlatta armatura inneggia al SAngue...è ARES il dio del caos...ora tutti voi dovrete combattere l'uno contro l'altro..
 
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Ricklee
view post Posted on 10/11/2009, 19:17




Manako era fermo in mezzo ad una strana arena.
Non seppe dire se era solo oppure no, ma da come si era rivolta la presenza oscura ad ognuno di loro, era ovvio che ci fossero altre persone.
Si guardò attorno e poi si concentrò su sè stesso.
Una strana luminescenza aveva avvolto il suo corpo minuto e non accennava a scemare.
Il fanciullo si sentì vittima di quella misteriosa luce.
La sua coscienza stava scemando sempre più, trasportata nell'abisso e nell'oscurità della sua anima.
"Cosa sta succedendo in codesto loco?"
Ebbe appena il tempo di pensare il ragazzino, che si sentì quasi svenire.
La sua coscienza aveva abbandonato il suo corpo.
Guardò avanti a sè, mentre gli occhi sembravan essere di un vivace cremisi.
Il colore del sangue risplendeva ora nei suoi puri occhi color oro.
Una risata, che il giovane se fosse stato in sè, avrebbe definito agghiacciante, scoppiò nell'arena.
Ora quella risata risuonava melodiosa e dolce, nonostante la figura mitologica apparsa non fosse per niente bella.
Il fanciullo osservò bramoso il corpo che si era materializzato davanti a lui.
Una figura perfetta, il corpo del Divin Guerriero, il Dio Ares era sceso in campo ed ora guardava i giovani che eran davanti a lui.
Una voglia di sangue si liberò nel corpo del fanciullo di Andromeda.
Gioiva e il pensiero del sangue che si sarebbe versato di li a poco lo riempì di agitazione e voglia di lottare.
Era impaziente di lottare ed uccidere.
Non sapeva da dove venisse quella misteriosa voglia di sangue, ma non aveva neppure intenzione di porsi inutili quesiti.
La sete di sangue era insaziabile ed il fanciullo era pronto a dissetarsi.
 
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dragonmaster76
view post Posted on 10/11/2009, 23:59




Narrato
Parlato
Pensato

Il Centauro si trovava nel mezzo di un'arena. Non sapeva se era l'unico o che con lui c'erano altri. Il giovane era come dissorientato e fece l'unica cosa al momento, si guardò attorno e si concentrò internamente su se stesso. Quando una luce luminosa lo colpì illuminandolo. Il ragazzo capì che la scia luminosa non era normale. Infatti, dopo essere stato colpito il sangue incominciò a ribbollirgli stranamente come se fosse sotto un' influsso. Gli venne solo da pensare.
Ma che diamine stà accadendo qui.
Il tempo per pensare che sentì rimbombare una forte risata. Strana per l'essattezza, quando piombò al centro una lancia. E comparve poi una figura, coperta da una scarlatta armatura. Costei era Ares.

Intanto in lui crebbe una voglia di sangue, i suoi occhi lo dimostravano. Erano iniettati di sangue.
 
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REdeiDESIDERI
view post Posted on 13/11/2009, 23:09




CITAZIONE
Post 2The Call, The Fury, The War

Arrivò al tempio con relativa semplicità, dopo un viaggio tanto lungo quanto noioso.
Il tempo. Una concezione che per Amen aveva perso di ogni senso molto tempo prima, ma che nonostante tutto continuava a perseguitare il Crociato con pensieri bizzarri, quasi folli. In effetti, che senso aveva parlare di tempo per lui, che oramai viveva la sua tristissima viva nel pieno di una insensata solitudine? I giorni si susseguivano uguali, con emozioni tanto scontate quanto pietose, per cui che vi fosse o meno il concetto di tempo, che differenza poteva mai fare?
Catalizzò i suoi pensieri sulla costante “tempo”, mentre invece il suo corpo percorreva la costante “spazio”, scoprendosi sempre più oscuro, sempre più nero, sempre più triste, forse anche vacuo. Perso in un fallout emozionale che non aveva tregua.

“da quanto vai avanti così ragazzo?” disse una vecchia voce nella sua testa

“non sono più un fottuto ragazzino, non lo sono mai stato! Fanculo! Esci dalla mia testa!”

“eppure – riprese la voce – siamo sempre punto e a capo io e te. Sempre e indissolubilmente insieme, fermi allo stesso punto”

La voce di Vincent si manifestò nella testa come un maglio. Fredda, inaspettata, distante e crudele; gli percosse le sinapsi come una tempesta elettrica, gli creò scompiglio, lo confuse.

“vedi che succede a viaggiare troppo Amen? Si rischia di impazzire. È finito il tempo della buona battaglia, è venuto il tempo di lasciarsi andare. Smettila di seguire il Karma, è tempo di tornare bestia…”

Proseguì il suo viaggio così. Farfugliando da solo come un matto. Lui non lo sapeva, o forse non lo ricordava, ma era successo anche in passato. Quando Amen metteva piede in un mondo nuovo, la sua mente vacillava, la follia riemergeva a galla come uno stronzo in una fogna, ed il crociato perdeva il lume della ragione per divenire una fiera nera. Non era un caso che in passato, lo avessero chiamato “Lo sfregiato folle” (da qualche parte, in quel momento, Ben Marzius se la stava sicuramente ridendo).




La scalata alla montagna fu pesante, sopprimente, quasi una punizione. Amen ne approfittò per portare la mente di nuovo al passato. Ai suoi giorni di Re Nero, ai suoi anni del potere, quando con il Jabberwock nel corpo poteva piegare la realtà dei mondi affinchè fosse assoggettata al suo sollazzo. “PTIU!”
Sputò in terra in segno di disgusto per se stesso e quella realtà! Trovarsi “umano” era una cosa che lo innervosiva non poco. L’irto monte sul quale si ergeva il tempio, suonò come una sfida alle sue possibilità, ed egli, tristemente, si colse impreparato, stanco, troppo debole. Con la forza delle braccia e della volontà, si tirò comunque avanti, sino all’ingresso del portone. Il tempio, possente maestoso, si poneva dinanzi a lui a porte spalancate, bianco, praticamente opalino. Persino lui, che apprezzava l’oscura bellezza dei colori turpi e bui della sua isola, restò per un attimo folgorato dalla bellezza della costruzione. Per qualche istante restò perplesso, quasi intontito, poi un’ondata cosmica lo ridestò dal sonno.

“cazzo, mi sono attardato troppo, qui dentro c’è già qualcuno!”

"BENVENUTI"



Riecheggiò una voce piena e marziale nella sua mente. “benvenuto” disse Vincent nella sua testa, riaccendendo il dolore, la rabbia, la furia. A quel punto era ormai all’interno del Tempio, ma la sua mente non lo era già più. Tanti si erano radunati li, attorno ad una lancia ed un supponente Dio, ma Amen non poteva vederli.

La voce di Vincent nella testa, il dolore, ed uno strano calore gli presero il corpo da dentro. La furia bellica si attivò come fosse una conseguenza naturale al semplice respirare. Ebbro di potere, ebbro di follia, Amen mise piede nel tempio ed il suo cosmo esplose.

Amen non era più padrone di se, del suo corpo, del suo Kosmos. Era diventato un Berserker, una furia scatenata desiderosa di sangue e pugna. Ad accompagnarlo nell’oblio solo una risata sguaiata e quella sensazione di piacevole (e violento) calore. Fuori di se, intanto, esplodeva un'ira cieca.

CITAZIONE
† Ego Sum! †
La più sfrontata manifestazione di egocentrismo è radice dell’ immensa esplosione dell’ ”Ego Sum!”. Concentrando una immensa quantità di cosmo all’interno del proprio corpo, Amen manifesta una esplosione a 360° potente ma dal raggio limitato dal forte impatto e dalla forte luminosità!
Tale tecnica si manifesta come puro cosmo bruciante capace di fare tabula rasa intorno al cavaliere!
Tale tecnica può essere (opzionalmente) usata come un potente scudo contro gli attacchi energetici, tale è difatti l’esplosione cosmica da risultare “tangibile”.
[Attacco ad Area: Energia Cosmica Amplificata]

 
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19 replies since 18/10/2009, 10:05   292 views
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