Scontro tra Specter, matty vs shun blu

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view post Posted on 9/10/2009, 13:40
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SPOILER (click to view)
*Narrato...*
Parlato...
°Pensato...°


Capitolo 1
-Rovine-



*Il sole stava per nascere. La notte stava per giungere alla fine e lasciare il posto al dì.
La debole luce che illuminava il luogo metteva in risalto degli avorei mattoni, che mostravano i segni del tempo. Oltre a quelle rovine non vi era nulla che fosse appartenuto all’essere umano, solo un immenso prato con qualche albero qua e là.
Quelle rovine incutevano timore allo Specter, l’unica cosa che poteva essere simbolo dell’essere un uomo era stato distrutto, come se la natura avesse voluto dimostrare la sua superiorità.
Valdar, vestito della sua Surplice, si avvicinava lentamente ai resti di quella dimora. Da vicino si poteva vedere che lo scuro che disturbava l’immacolato bianco era il segno lasciato da del fuoco.
Probabilmente il luogo era stato vittima di un incendio.
Un fresco venticello soffiava e faceva ondulare gli aspidi capelli del guerriero Avernico, che si trovava davanti ad una piccola scalinata, che portava nel cuore delle rovine. Il ragazzo si mosse e salì i piccoli gradini, all’interno si poteva notare benissimo che quel luogo era molto antico: la struttura stessa dell’abitazione ricordava quelle dei castelli medievali, rimasugli di colonne e di muri crollati, i rampicanti avevano invaso i muri.
Il ragazzo si guardò un po’ attorno, dopodichè andò a sedersi su uno dei muri, che da una parte era leggermente più basso siccome era crollato in modo da formare un dislivello, poggiando la schiena e allungando le gambe sullo spessore del muro, una però la piegò. Nella sua mano si generò una Fairy, ed egli la liberò.
La piccola farfalla dai mille colori prese il volo, lasciando dietro di se una polverina luminescente, e andò a posarsi su un filo d’erba, mossa dal vento. Il verde dominava incontrastato su qualunque altro colore. Lo Specter rimase qualche istante ad osservare la Fairy, che dopo qualche secondo si librò in aria, perdendosi nel cielo. L’oscuro cielo stellato stava lasciando spazio al chiaro cielo del mattino, e la piccola luna stava scomparendo lasciando il suo posto al magnificente Sole del Dio Apollo.
Valdar poggiò una mano sul ginocchio alzato e iniziò a fissare l’orizzonte, in attesa dello svolgersi degli eventi.*

 
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Shun blu
view post Posted on 13/10/2009, 14:52




CITAZIONE
- parlato -
...pensato...

Correva velocemente, quasi un demone, o semplicemente una poco rassicurante ombra, che procedeva lesta nell’oscurità. La gentile brezza che gli sferzava il volto, s’addiceva ben poco a quel loco sinistro, dimenticato dagl’Immortali e dagli uomini; perfino la tenue luce mattutina non riusciva a regalare un’atmosfera ospitale, era come se quelle rovine, che aveva ora innanzi, non potessero esser più ricostruite, riedificate, poiché vi regnavano la lussureggiante flora e il lugubre silenzio.
Uno spazio inviolabile.
Pareva fosse stato, epoche ed ere passate, una nobile villa, o per lo meno così credeva, in quei rimasugli rocciosi si poteva scorger frammenti di vite: figurava nella mente la sala da pranzo, ghermita, risate gaie, la stanza piena di commensali, i giovani che in quel prato si addestravano, brandendo con foga le armi, la madre che richiamava ciascuno a casa, eppure nonostante fantasticasse su tali momenti, un senso di estraneità permaneva, come se la plumbea dimora, ora ridotta ad un cumulo di relitti, non volesse svelare i propri segreti.
Era per ciò che seguitava ad avanzare rapido, niente lo accomunava con quel posto, neanche il tacito respiro, lui che solitamente lo bramava.

Pure percepiva un cosmo, ignoto, ma al contempo familiare, trascorso un istante ne ebbe conferma, era anch’esso un milite infernale, nondimeno cosa portava un comandante dei morti, innanzi a tale scenario? D’altronde lui era solo di passaggio.

Iniziò a scorgerne il profilo, insieme ad uno sfolgorante scintillio di colori che si librava dal palmo di costui, ammantato anch’egli da un’affascinante e singolare surplice, scrutava l’orizzonte, forse in attesa di qualcuno o di un qualcosa.

Rallentò, giungendo infine a percorrere i primi scalini dell’ampia scalinata - cosa porta uno specter in sì mesto e caduto loco? - proferì inaspettatamente un insolito quesito di saluto.

 
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view post Posted on 13/10/2009, 19:06
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Capitolo 2
-Compagno o Nemico?-

*La lieve brezza portava con se odori e sensazioni, ma non solo, anche un Cosmo si manifestò.
Valdar percepiva un aura sconosciuta, ma al tempo stesso simile alla sua. Che un altro guerriero degli Inferi fosse giunto in tale loco?
Una voce giunse alle orecchie del giovane, ed insieme ad essa, un guerriero vestito di una Purpurea Surplice si rivelò ai suoi occhi. Quest’ultimo rivolse una domanda al Signore delle Farfalle: cosa ci faceva là?
In realtà non lo sapeva neanche lui, gli ordini del Sommo Ade erano stati semplici: doveva recarsi in quel luogo, da solo, ed attendere una persona.*

Cosa ci faccio qui? Non lo so nemmeno io, Ade mi ha dato il preciso ordine di recarmi qui e di aspettare una persona. Non ha voluto darmi ulteriori informazioni.

*Gli occhi di Papillon riuscirono a catturare i tratti somatici dello Specter che aveva difronte: capelli argentei, leggermente diversi dai suoi, occhi chiari, un arancio piuttosto chiaro. I Capelli calavano sull’occhio destro.
Il guerriero avernico guardò il compagno con uno sguardo un po’ bieco, in seguito disse.*

Il mio nome è Valdar, sono lo Specter dei Papillon. Tu chi sei? E s enon chiedo troppo, per quale motivo anche tu ti trovi qua?

*Tutto ad un tratto la testa del ragazzo iniziò a girare, ed una voce iniziò a risuonare dentro di essa. Tale voce non era sconosciuta, ma qualche interferenza non gli permetteva di riconoscerla.*

§Valdar… combatti il tuo compagno… questa è la tua missione! Muah muah!§

*La voce scomparve in un istante e gli occhi del giovane mutarono: le pupille scomparvero e divennero totalmente scarlatti.
Il Cosmo del guerriero degli inferi esplose, ed un urlo si liberò nell’aria.
Papillon tornò a guardare il compagno d’arme, dicendo.*

Devo portare a termine la mia missione…

*Valdar concentrò il suo Cosmo su un paio di alberi che si trovavano alle spalle dell’altro Specter, grazie ai suoi poteri telecinetici riuscì a sbarbargli dal suolo, facendoli fluttuare per aria.
Attese un secondo, e con un semplice comando gli scagliò verso l’avversario.
Non vi era motivo di combattere, ma qualcosa, o meglio qualcuno, lo stava spingendo a farlo.
La sua personalità era divisa, probabilmente sarebbe stato più furioso che mai, ma non avrebbe mai ucciso un compagno.*



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Abilità Utilizzate:

Psciocinesi:
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Tale potere consente allo Specter di esercitare una grande forza Psichica sulle cose che si trovano nel suo campo percettivo. Tale potere gli consente di muovere oggetti a distanza e di sbattere l’avversario in ogni direzione.

Tecniche utilizzate:
 
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Shun blu
view post Posted on 3/11/2009, 19:46




L’Arpia s’aspettava che il compagno avernico fosse lì per un determinato scopo, di certo l’ordine impartitogli da Hades era un sufficiente motivo, eppure la sua mente, nel mentre che il guerriero stava ancora parlando, già aveva espresso dubbi e possibili ipotesi riguardo al racconto di colui il quale rivelò di chiamarsi Valdar. Ovviamente non si sarebbe mai permesso di esprimere dubbi sul detto d’un altro milite infernale, men che meno sul volere di Lord Hades, nonostante ciò pareva essere una situazione quasi surreale, di cui non ne conosceva i risvolti.

- Mi trovi per un caso, amico – ripose il ai leciti interrogativi posti dal suo interlocutore – ero solamente di passaggio... Ad ogni modo sono lo Specter dell’Arpia, della stella del cielo piangente -

Non confidò il proprio nome; era un’arcana consuetudine degli assassini, ma col tempo aveva preso radici, divenendo parte del suo modo di vivere, inoltre ancora non si fidava appieno di Valdar, anche se in quel momento appariva, di certo, esser lui il meno attendibile. Ma i comandanti infernali amavano giocare, non essendo più uno il gatto e l’altro il topo, tra loro vigeva la legge del più forte e il confronto si aveva tra due predatore e predatore.

Stava dando per scontato che la persona attesa fosse lui, intuito magari, ma non poteva esserne certo, pure una strana sensazione, che lo aveva pervaso fin dall’ingresso in quel posto oscuro, glielo diceva chiaramente, non era unicamente il Fato che aveva agito in quel singolare incontro.

D’improvviso scorse un mutamento in Papillon, per pochi istanti si erano osservati, tuttavia il guardo che era stato posato su di lui gli raggelò il sangue, lo percepì come un brivido freddo percorrergli la schiena, un nascosto tremito lo aveva invaso. E quando nuovamente incrociò gli occhi di Valdar comprese il suo inconscio sussulto, un secondo più tardi il cosmo del compagno si mostrò in tutto il suo splendore.

Sul suo volto si dipinse chiaro lo stupore, mentre quello del compagno d’arme era freddo e impassibile, spietato, e la voce, che udì poi, non riuscì a distinguerla dagli spiriti ultraterreni che abitavano le crudeli lande, da loro chiamate casa.

Una coppia di rigogliosi alberi venne sradicata brutalmente dal suolo ad’un gesto dello specter, con un secondo moto del corpo essi si diressero a piena velocità su di lui, il loro obiettivo.

...Telecinesi!...
Di tutti i poteri concessi ai guerrieri avernici era ciò che odiava di più, un potere insidioso e sfuggente, capace di piegare al proprio volere ogni cosa, più che detestarlo lo temeva, non si trovava a suo agio a combattere contro qualcuno che poteva usare ogni oggetto dell’ambiente circostante a suo piacimento, era un potere a dir poco raggelante.

I tronchi massicci e voluminosi giunsero con rapidità fino a lui, nonostante ciò lì aveva visti arrivare e la loro traiettoria era fissa, al ché il suo corpo agì quasi autonomamente.
Spiccò celermente e con potenza un salto, ma non per schivare la coppia di arbusti, al contrario per atterrarci sopra; traballò un istante quando ne percepì l’attrito e la pressione sotto di sé, mantenne l’equilibrio, proseguendo la sua corsa e lì usò come trampolino per scagliarsi contro l’avversario.
Era stata una mossa particolarmente acrobatica, nella quale aveva usato la mossa avversaria a suo favore, ma ora mancava il tocco finale.

- Non so a cosa devo questo mutamento, ma la mia missione è rimanere in vita e ad essa ci aggiungo anche il farti rinsavire! - disse gridando - Pugno guardiano del vento!!! - terminò infine sfoderando un micidiale pugno.

CITAZIONE
Pugno guardiano del vento:
Lo specter chiama a sé il vento del nord che gli ammanta entrambi i pugni, sì da potenziare i propri colpi.

 
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view post Posted on 3/11/2009, 20:43
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Capitolo 3
-Raffica di Spine-

*Lo Specter dell’Arpia sembrò indietreggiare un momento quando Papillon liberò il suo Cosmo, ma fu altrettanto lesto a rendersi contro che Valdar aveva scagliato la sua offensiva.
L’avversario si voltò in direzione degli alberi e, con un enorme salto ci piombò sopra. Il Signore delle Farfalle rimase un attimo stupito dall’agilità e abilità del nemico, ma a quel punto sorrise e si preparò a dar sfoggio di altrettanta classe.
Il Guerriero Avernico continuò a fissare l’Arpia, saltò ed iniziò a generare il proprio attacco: qualcosa si stava generando attorno al pugno chiuso dell’avversario. Si stava dirigendo verso il Sicario di Ade, che rimase immobile fino al momento giusto. Spiccò un balzo di lato, rotolando al di sotto dei giganteschi alberi, in questo modo evitò che il pugno lo colpisse. Quest’ultimo però generò una potente onda d’urto che spinse Valdar oltre dove aveva previsto facendolo picchiare contro un masso. Una lieve crepa si generò sulla spalluccia sinistra della Surplice.
I due alberi andarono a schiantarsi contro la scalinata della rovina che si trovava alle spalle dei due, provocando un gran baccano. Una fitta di dolore colpì la spalla sinistra dello Specter.*

°Aaahh!! Che dolore, spero non sia rotta!°

*Questo quello che pensò il guerriero mentre si alzava. Si guardò un attimo attorno, fino a quando la sua attenzione non cadde nuovamente su i due alberi prima utilizzati. Notò che erano due pini muniti di numerose foglie ad ago. Un idea balenò nella sua mente.
Il suo Cosmo si espanse nuovamente, fino a espandersi totalmente sulle due piante, Valdar rimase concentrato qualche secondo dopodichè, tutte insieme, si staccarono foglie aghiformi iniziando a fluttuare per aria.
Una grossa macchia verde adesso si espandeva nel cielo, ed era diretta verso l’Arpia. Ad un semplice gesto gli aghi si fiondarono verso il nemico di Papillon a grande velocità.
In se per se non erano delle armi pericolose, ma la velocità e la potenza donategli dal Cosmo dello Specter le avrebbero rese piuttosto insidiose.
Sul volto freddo del Guerriero Avernico comparve un ghigno di soddisfazione, prima che un'altra fitta gli colpisse la spalla e lo costrinse a stringere violentemente i denti per evitare di urlare.
La fitta tempesta di Aghi impediva la visuale, sperava che fosse andata a buon fine.*

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Abilità Utilizzate:

Psciocinesi:
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Tale potere consente allo Specter di esercitare una grande forza Psichica sulle cose che si trovano nel suo campo percettivo. Tale potere gli consente di muovere oggetti a distanza e di sbattere l’avversario in ogni direzione.

Tecniche utilizzate:

 
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Shun blu
view post Posted on 5/11/2009, 18:50




Non era il risultato sperato, ma aveva in qualche modo arrecato danno allo specter; egli aveva schivato abilmente il suo attacco, ma l’onda d’urto generata dal suo pugno, oltre ad aver creato un piccolo cratere, aveva fatto scontrare Papillon con un plumbeo macigno e la smorfia di dolore che gli aveva, per un istante, attraversato il volto fu sufficiente.

In cuor suo però gli dispiaceva: non aveva motivo per combattere con lo specter, eppure s’era lasciato prendere dalla foga e dall’entusiasmo, è vero che stava anche tentando di farlo tornare in sé, malgrado ciò aveva attaccato senza riguardi e senza alcun rimorso. In lui stava prendendo radice una sorta di conflitto interiore e in quel momento pareva aver la meglio il suo lato più istintivo, che bramava mischia e sudore.

Nel mentre che si voltava nuovamente verso l’avversario, udì un sibilo, migliaia di frecce smeraldine erano state scagliate su di lui a folle velocità, non era tanto la potenza dell’attacco, quanto il fatto che risultasse impressionante ed incredibile; non si scorgeva più alcunché, qualunque cosa fosse diretta verso di lui era veloce, l’aria veniva recisa, ogni luce sembrava scomparsa e il cosmo violaceo di cui erano insite faceva apparire il tutto davvero spaventoso.

Restò un istante immobile a contemplare quel maestoso spettacolo, senza parole, semplicemente sorpreso, infine, tornando in sé, evocò una difesa.
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Scudo del nono girone:
Uno scudo trasparente violaceo, greco, fatto di cosmo, che viene imbracciato dal cavaliere quasi fosse parte dell’armatura, molto resistente.

Forse era stato troppo precoce, ma non avrebbe mai sottovalutato l’oppositore, così chinò la testa e chiuse gli occhi, ancora intimorito dal colpo, provando un dolore lancinante nelle parti scoperte dell’armatura.
Quando il suono calò e ogni cosa pareva tacere scrutò intorno, l’area era disseminata da aghi di pino, che ricoprivano il suolo quasi a formare un ulteriore strato d’erba, esteso per molti metri.

Nel momento in cui tentò di muoversi vide e sentì alcuni aghi conficcati nei suoi arti, sei nelle cosce, e altri quattro negli avambracci, più o meno sotto l’ascella, le uniche parti scoperte della sua surplice.
Applicando un po’ di forza lì estrasse tutti velocemente, ma al momento dell’estirpazione gridò di dolore, in quanto gli agi s’erano conficcati molto in profondità nel suo fisico; riusciva ancora a muoversi tranquillamente, eppure ogni gesto avrebbe perso un po’ della sua forza primaria, indolenzito com’era, inoltre non era sicuro che il copro gli avrebbe obbedito ancora a lungo.
Intanto la sua vermiglia linfa scorreva, tingendo l’armatura di rosso scarlatto, donandogli ancora di più l’aspetto d’un demone. Anche per questo avrebbe dovuto concludere l’incontro più in fretta possibile.

Nondimeno anche Valdar non sembrava essere nel pieno delle forze, così si risolse per un attacco dalla lunga gittata, che lo avrebbe costretto ad altri movimenti improvvisi, anche se era da stolti pensare che la sorte gli arridesse anche questa volta.
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- Brama di vita:
E' il principale attacco di valentine. Egli alza le braccia al cielo, incrocia le mani e attorno si convoglia dell’energia cosmica che si scaglia dirompente sull’avversario.
 
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view post Posted on 5/11/2009, 22:40
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Capitolo 4
-Botta e Risposta-

*La gigantesca nube di aghi di pino si fiondò violentemente verso lo Specter dell’Arpia. Un potente boato si espanse nell’aria quando la pioggia smeraldina impattò con il bersaglio, un grido di dolore si alzò nel cielo.
Sul volto di Valdar si disegnò un ghigno di soddisfazione, sembrava che una parte del colpo fosse andata a segno.
Lentamente la visuale iniziò a tornare normale, mentre gli aghi di pino si posavano al suolo innalzando il livello del suolo.
Papillon continuava a fissare il punto dove si trovava il nemico, sembrava che nel suo corpo si fossero conficcati alcune spine. Neanche il tempo di godere dell’attacco che l’Arpia generò il suo attacco. Le braccia del nemico andarono ad incrociarsi al di sopra della testa di quest’ultimo generando una buona quantità di Cosmo.
Il Guerriero Avernico non volle sottovalutare l’avversario così si preparò all’attacco. Il Sicario di Ade incrociò le braccia al petto caricandole di Cosmo, il nemico scaricò la sua tecnica e Valdar aprì le braccia velocemente rilasciando il suo Cosmo.
Davanti al Signore delle Farfalle si generò un muro di coloratissime Fairy ed energia Cosmica, dalle mani del nemico esplose una dirompente ondata di Energia Cosmica. Il tempo di attraversare i metri che dividevano i due dopodichè gli attacchi si impattarono. Il muro di Farfalle sembrò reggere per i primi secondi, dopodichè alcune di esse iniziarono a scomparire e la difesa iniziò a venire meno; lentamente l’attacco dello Specter dell’Arpia sfondò il muro di Valdar colpendolo con l’ultime potenza rimasta.
Un violentissimo impatto Cosmico devastò il corpetto della Surplice del guerriero e gli fece saltare per aria l’elmo, Papillon venne sbalzato per aria per poi ricadere violentemente alcuni metri in dietro. Il sangue iniziò a sgorgare dalle ferite riportate sul petto e sul volto. Le forze iniziavano a venire meno, non avrebbe retto a lungo, il duello si sarebbe concluso tra poco.
Con fatica, lo Specter della Terra Incantata, si alzò da terra mettendosi in piedi, a quel punto un ghigno malefico si disegnò sul volto del guerriero e in quel momento le sue braccia si rivestirono di colorato Cosmo e Fairy.
Lentamente le mani si portarono in alto e il Cosmo si trasferì alle ali. In un instante il colpo esplose rilasciando dei raggi multicolori, accompagnati da alcune Fairy, verso il nemico.
L’attacco, se fosse andato a segno, avrebbe scombussolato il cervello e la mente del suo avversario.*

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Abilità utilizzate:

Tecniche Utilizzate:

Muro Di Farfalle:
(Solo Allo Stato Di 4^ Trasfigurazione)

Con questa Tecnica Difensiva lo Specter della Terra Incantata è in grado di Difendersi da ogni sorta di Attacco Fisico, infatti caricando di Cosmo le braccia, incrociandole, e poi riaprirle verso l’esterno, libera il Cosmo caricato rilasciandolo insieme ad un modesto numero di Farfalle, che si ergeranno a Difesa del proprio evocatore.

Fairy Thronging:
(Solo Allo Stato Di 4^ Trasfigurazione)
image
Lo Specter ricopre le Ali della sua Corazza di Cosmo, dopo qualche secondo libera la potenza accumulata in un fascio di raggi dei vari colori dell’Arcobaleno, l’attacco viene accompagnato dalle Fairy. I fasci di luce saranno molto pericolosi per il nemico perché se venisse colpito perderebbe la sua anima. Naturalmente la tecnica può essere indebolita volutamente dallo Specter, che danneggerà la mente del nemico, ma senza portarlo alla Morte, quindi lasciando intatta l’Anima.
- Variante -

Lo Specter genera dal proprio braccio dei fasci di luce dei colori dell’Arcobaleno, accompagnati dalle sue Fairy, in direzione del nemico per investirlo e trasportarne l’anima nel Regno dei Morti. Anche questa variante dell’Attacco può essere indebolita nello stesso modo della prima Esecuzione.

 
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Shun blu
view post Posted on 11/11/2009, 20:20




Vide da lontano il suo colpo infrangersi sull’appariscente muro di farfalle dell’avversario, strinse i pugni respirando affannosamente, la stanchezza ormai l’aveva raggiunto; eppure quando stava già per considerare l’attacco nullo, intravide un indebolimento della difesa di Valdar.
Alcune Fairy stavano spiccando il volo, librandosi veloci e leggere nell’aria, lasciandosi a tergo il loro suggestivo pulviscolo dorato, che portava a paragonarle quasi a comete, libere nello spazio immenso. Spesso n’era rimasto stupito, era quantomeno singolare che gli Inferi avessero partorito sì cotanta grazia e bellezza, una gemma preziosa del mondo dei morti, cosa tra l’altro detta anche per le loro surplici.

Il duello era prossimo alla fine e lo sapevano entrambi i contendenti; il cosmo scarseggiava, le energie, disperse nei vari attacchi, stavano venendo meno, ma da ambo le parti il desiderio di vittoria non s’era placato, le difese prontamente alzate si susseguivano ai missili cosmici, creando così un moto ciclico eterno. Ma la contesa doveva avere un termine, una parola “fine” delineata abilmente sulla terra pura e semplice, che dall’origine dell’universo fu spettatrice di ogni conflitto e contrasto.

Le braccia di Valdar furono ammantate dal cosmo purpureo, contornato dalle rifulgenti farfalle, di sì incanto fatale, oltre al viola che faceva da padrone anche il rosso vermiglio del sangue, che colava dalle ferite poc’anzi inflittegli, accompagnava la scena.
Una moltitudine di raggi variopinti si dipartì dalle mani levate al cielo di Papillon, assieme ad alcune Fairy.

- Ali dell’Arpia! - gridò. Non era la sua protezione più forte, però non poteva perdere troppo tempo concentrandosi in difesa, doveva passare all’attacco. Disegnò rapido, con arcani gesti, due ali, che, obbedendo ai suoi ordini, apparvero innanzi a lui.
SPOILER (click to view)
Ali dell’Arpia: Con dei rapidi gesti il saint figura due ali che lo proteggono dagli attacchi più deboli.

Pensava fosse una semplice onda d’urto quello che l’avrebbe colpito, un attacco fisico, pareva essersi completamente dimenticato che le facoltà psichiche erano la specialità del suo avversario.
La potenza della radiazione parve scemare un poco, mentre oltrepassava le ali, tuttavia la forza che ancora conservava si scatenò su di lui.

L’effetto non fu immediato, ma iniziava ad accorgersi dei sottili e degli infami effetti che la tecnica portava seco; la realtà circostante pareva sdoppiarsi e capovolgersi, ogni cosa assumeva una tinta completamente assurda rispetto al solito, stava perdendo la percezione dello spazio e del tempo, il corpo rispondeva con lentezza.
Si lasciò andare, cadendo in ginocchio, quasi chino a terra. Il cervello sembrava stesse per scoppiare, persino pensando una parola, quella gli tuonava nella testa, come se qualcuno gli stesse sbraitando nell’orecchio; vedeva immagini confuse, alcune cui avrebbe ormai dovuto dimenticare, altre che non centravano niente con lo scontro, Andromeda, Le Havre, un tramonto, Atene, un bosco...

In quella confusione però alcuni verbi si dimostravano ricorrenti come “duello”, “fine”, “colpo”, “compagno”...
Che fosse l’istinto indomito alla battaglia, la voglia insormontabile di non lasciarsi sconfiggere, un barlume ancora di coscienza, una pura e cieca indole omicida, qualsiasi cosa fosse gli stava suggerendo qualcosa. Doveva scagliare ancora un attacco, forse il più naturale che avesse, però non poteva arrendersi.
Il vento, la prima cosa che aveva imparato a controllare, un’abilità innata sul controllo delle correnti, da cui poi era nata ogni cosa, quell’elemento che percepiva tanto affine, capace di insinuarsi in ogni minuscola fessura, altrettanto però sapeva trasformarsi in vigore distruttivo, quali i tornado n’eran gli esempi, ciò che sapeva plasmare semplicemente aprendo la mano.
E così fece.
La direzione del nemico era rimasta invariata al suo accasciamento, quindi guidato unicamente dall’istinto aprì la mano e generò la corrente, che aveva unicamente il compito di travolgere tutto ciò che avrebbe incontrato. Non riusciva a modellarla e a condurla con precisione sul nemico, non sapeva neanche se il suo cosmo fosse rimasto intatto dal colpo precedente, di certo gli infuse ciascuna briciola d’energia che ancora gli era concessa, quanto al risultato...

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Abilità:
Aria: controllo delle correnti, che gli deriva dal mostro mitologico l’Arpia, difatti l’armatura è anche dotata di ali oscure.


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Ook! Io ho seguito ciò che mai detto, anche se non ho seguito la traccia dell'attacco che diceva dell'anima... quindi mi sono affidato a ciò che m'avevi suggerito ovvero che "scombussola il cervello"
Cmq direi che siammo in dirittura d'arrivo
 
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view post Posted on 13/11/2009, 14:15
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Capitolo 5
-Gran Finale-

*Il potente attacco Psichico scagliato dallo Specter della Terra Incantata si era, inizialmente, impattato contro una difesa eretta dall’avversario. Però la sua natura psichica e mentale gli favorì un vantaggio, penetrò la difesa dello Specter dell’Arpia fino a colpirlo.
Papillon sapeva bene cosa toccava a coloro che subivano la furia del suo attacco psichico. Il nemico si accasciò a terra, con le mani sulla testa. Il guerriero avernico provò quasi pena per il suo nemico, adesso che era alla sua totale mercee poteva metterlo K.O. una volte per tutte. Ma la compassione gli allentò la mano e lo fece esitare. Errore assurdo per uno come lui!
L’avversario ebbe il tempo, in qualche modo, di riuscire a convogliare la sua energia in un ultimo attacco diretto verso Papillon. Un attacco generato totalmente dal vento.
Inizialmente la brezza del luogo divenne leggermente più forte, e lentamente aumentava la sua intensità, nel frattempo l’Arpia stava preparando il suo attacco convogliando tutte le correnti in un unico e gigantesco tornado che si era creato davanti al suo padrone.
Valdar riprese il controllo notando la gigantesca creazione.*

°Accidenti a me! Ho esitato per pietà, e adesso mi trovo nei guai!°

*Il giovane riuscì a capire che tale uragano era stato riempito in modo mostruoso di energia. Forse si trattava della mossa ultima del nemico? Non poteva saperlo, ma doveva riuscire a fronteggiare l’attacco.
Le ali della bronzea Surplice si aprirono di scatto, e per evitare di volare via Papillon applicò la sua abilità per rimanere fissato al suolo, l’energia dello Specter iniziò a divampare e a raggiungere i limiti massimi. In questi istanti il vento non riusciva ad avvicinarsi a lui per via dell’immensa influenza del suo Cosmo.
Ancora qualche istante e le due tecniche sarebbero state pronte. Le ali del Signore delle Farfalle erano oramai traboccanti di Cosmo, e l’attacco venne scagliato. Un infinità di Fairy e una potentissima onda di energia psichica si liberarono dal corpo dello Specter.
L’attacco si scontrò, a metà strada, con l’uragano del nemico; le Fairy vennero spazzate via e l’onda psichica si impattò sul vortice. Qualche istante di attesa e l’uragano diminuì le sue dimensioni ma continuò la sua corsa. Valdar notò una diminuzione della potenza del colpo nemico ma non solo, anche la sua onda psichica si era indebolita; non riusciva a capire se fosse scomparsa totalmente perché troppo concentrato sull’attacco che lo stava per travolgere.
L’uragano investì in pieno il ragazzo, allo stremo delle forze, e lo fece roteare per diverse volte dopodichè lo scagliò in direzione delle rovine, impattando su di esse con la schiena.
Il forte impatto ruppe l’attaccatura delle ali, e le fece cadere a terra, lo schienale dell’armatura si frantumò ed anche i gambuli ed i bracciali si distrussero. Della bronzea armatura dello Specter erano rimasti intatti solamente gli stivali ed i guanti, e le ali che si erano staccate ma non rotte.
Papillon cadde a terra di faccia portandosi dietro alcuni mattoni della costruzione. Il guerriero di Ade era ricoperto di ferite e sangue, soprattutto sui bracci in faccia invece si ritrovava con un labbro rotto ed una ferita, non troppo profonda, sulla fronte. Lo Specter ebbe appena la forza di tirarsi in piedi e di poggiarsi sul muro, dal suo corpo cadevano frammenti di Cloth e sangue. Lo sguardo era in direzione del nemico, la vista era appannata e non vedeva bene e il polverone la rendeva molto scarsa. Cosa era successo all’avversario?*

SPOILER (click to view)
Abilità Usate:

Tecniche Usate:

Rip Out The Wings Of A Butterfly:(90%-100% Cosmo)
(Solo Allo Stato Di 4^ Trasfigurazione)

Massima prestazione dei Poteri dello Specter, punta di diamante del Cavaliere, per Evocarla è costretto ad espandere il proprio Cosmo fino ai limiti estremi. Le Ali della Surplice si aprono di scatto fino alla massima estensione possibile, e iniziano a brillare di tutti i colori, rapidamente attorno ad esse iniziano a generarsi un elevato numero di Fairy, il Cavaliere si concentra per qualche istante chiudendo gli occhi, appena gli riapre si libera la potenza dell’attacco: la Fairy si gettano sull’avversario rendendo scarsa la visuale, a questo punto lo Specter libera il potere dalle sue ali, una violentissima onda di potere psichico si espande a 360° attorno allo Specter, scagliando lontano qualunque cosa con un forte impatto, e penetrando nelle menti degli esseri viventi per lenirle gravemente.

 
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Shun blu
view post Posted on 16/11/2009, 15:37




Ancora riverso a terra ed essendo ormai privo di forze, non seguì interamente la scena, non gli era chiaro l’accaduto, anche perché la sua vista permanea ancora doppia e sfocata.
Di certo aveva percepito la grandezza del cosmo avversario, arso fino ai limiti, per contrastare il suo vento, tuttavia egli aveva commesso un enorme errore di calcolo: usufruendo della sua abilità allo stato puro, aveva disperso molto più cosmo di quel che credeva, in sostanza l’aveva terminato, d’altronde però era anche allo stremo delle forze e non ci sarebbe stata un’altra occasione.
Coglieva nitidamente il cosmo di Valdar, costatando che era pari al suo nel caso in cui l’avesse elevato anch’egli fino ai confini della sua costellazione, era davvero un gran combattente, si trovò costretto ad ammettere.

Nonostante la battaglia infuriasse ed i due potenti colpi si stessero per scontrare, avvertiva quasi un senso di pace germogliare dentro di sé, come se di ciò che stava accadendo non glien’importasse poi molto, avevano entrambi combattuto valorosamente, rispondendo colpo su colpo, sfoderando attacchi impressionanti e spettacolari, in pochi verbi Orochi si sentiva soddisfatto, pago dell’incontro disputato col compagno, adesso voleva soltanto che ogni moto si placasse e ritornasse la tacita quiete a regnare in tal ramingo loco.

E come una melodia che giunta alla sua conclusione sfodera le sue noti più trionfali e superbe, così anche il loro fato, prima di chetarsi, diede un ultimo guizzo, non gratificato abbastanza dal trambusto precedentemente causato.

Un’onda d’urto si dipartì violenta dalla collisione del turbine e delle Fairy, vastissima, che investiva ogni oggetto nel suo raggio d’azione; non provò neanche a spostarsi, rimase invece saldo e immobile ad osservarla, una massa dorata e argentea, che in un istante lo travolse.

Venne scaraventato a parecchi metri di distanza, il suo corpo sorvolò un poco quel lussureggiante prato sconfinato, non trovando resistenza alcuna, neanche le ali della sua cloth riuscivano a recuperare una base d’equilibrio. La veemenza dell’impatto gli tolse il respiro e si lasciò malamente trasportare dalla sorte. L’impatto col terreno fu peggiore, l’elmo gli cadde ed il capo cozzò con irruenza sul terreno compatto, guadagnandosi una moltitudine di lesioni ed escoriazioni in ogni dove; percorse ancora una decina di metri di slancio, poi, si arginò contro il suolo.

Coglieva dolore in ogni parte del corpo, probabilmente aveva rotto anche qualcosa, eppure non riusciva a distinguere niente, gli pareva che dal suo fisico provenisse un unanime grido sofferente; assaporò il ferreo gusto del suo sangue, sentiva uno zampillo caldo giungere dalla testa, oltrepassare e tinger di carminio la sua chioma, quale mirabile contrasto stava causando.

Sospirò pesantemente e si abbandonò, incurante di ciò che era accaduto a Valdar, specter di Papillon, un dì l’avrebbe vinto, si disse, per ora avrebbe anche potuto lasciarlo andare.
Così, calò infine le palpebre e sorrise.

SPOILER (click to view)
Bene, ultimo post per me!
 
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view post Posted on 16/11/2009, 20:25
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Capitolo 6
-Pensieri nel Vento-

*Il sangue continuava a colare dalla ferita sulla fronte. Le gambe non sarebbero riuscita a reggere per molto ancora il pesante corpo di Valdar. Nonostante il dolore e la sofferenza, però, lo Specter continuava a tenere lo sguardo fisso in direzione del nemico. Lentamente il polverone, innalzato dal tornado, iniziò a diradarsi e la vista iniziava a divenire nitida; l’Arpia non era riuscita ad evitare l’attacco del Papillon, infatti si trovava riversa al suolo. Tutto ad un tratto sul volto del Signore delle Farfalle si disegnò un sorriso di divertimento; gli occhi scarlatti tornarono ad essere normali e colui che aveva costrinto i due compagni d’arme a combattere era scomparso dalla mente del Guerriero Avernico. Il Sicario di Ade si lasciò, lentamente, scivolare verso terra lasciando una lunga e nitida striscia di sangue sul muro a cui era appoggiato.
Il respiro era faticoso; il combattimento, finito in parità, lo aveva sfinito e fitte di dolore gli percorrevano tutto il corpo.
Non sapeva a cosa stesse pensando il guerriero che aveva difronte, mentre sapeva benissimo quello che stava pensando lui, nonostante le brutte ferite aveva ancora il pieno controllo della sua mente.
I suoi pensieri si liberarono, mentre alzava il volto al cielo, nella sua mente si disegnò il candido volto della bella Selene e dei bei momenti passati con lei; dopo ciò la sua mente sia affacciò sul duello appena concluso e sul suo avversario, guerriero in gamba senza alcun dubbio.
Un altro sorriso si dipinse sul viso dello Specter, avrebbe annotato il suo nome nella sua mente e l’avrebbe considerato uno dei suoi maggiori rivali.*

°Prima o poi riuscirò a sconfiggerti… è una promessa…°

*Questo l’unico pensiero attuale del Guerriero, era un tipo di parola. Il sorriso divenne, per un momento, un ghigno dopodichè una nuvola di scintillanti Fairy lo avvolse e si poggiò su di lui.
Il vento si fece leggermente più forte ed una ad una le Fairy si alzarono in volo; Papillon era scomparso, era tornato negli Inferi, a quel punto il vento si calmò nuovamente e la calma tornò in quel luogo, dimenticato dall’uomo.*



SPOILER (click to view)
Fatto^^ Gran bel duello, mi sono divertito molto^^
 
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10 replies since 9/10/2009, 13:40   166 views
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