CITAZIONE
† Amen - The Lawless - Chapter 1: ???
Ecco ora che si narra, di quando con ardore
Venne l’uomo nero e solo, a cercar la sua passione.
Che il destino assai beffardo, la condusse alla ragione,
or lo stesso lo ha portato, all’ennesima missione.
Viaggi solo, viaggi stanco, ma chi te lo ha fatto fare?
Una volta eri un Re, or del fato sei il giullare.
Un araldo, un sovrano, forse solo un visionario,
Amen ora cerca qui, il suo prossimo calvario…
Da quando aveva ottenuto la sua nova vita, Amen non si era dato pace per rimettere in piedi il suo regno. Il Re caduto di Wonderland aveva difatti messo in atto le prime fasi di un piano che, se avesse avuto successo, avrebbe rimesso riportato in auge non solo se stesso e la sua dignità perduta, ma anche le potenti Bestie Nere, nonché, ovviamente, il suo devastato regno.
Ma perché ciò potesse avere un senso; affinchè il piano trovasse il suo degno compimento, il crociato nero avrebbe dovuto ricomporre il puzzle della sua vecchia vita in favore di un nuovo e più luminoso destino. Il fottuto Karma aveva deciso che per quanto bene avesse fatto Amen (a se stesso ovviamente) tanto avrebbe scontato. “108” dicevano le scritture. E centootto sarebbe stato.
Viaggiava adesso per le fredde lande scozzesi. Dopo il fallimento del suo “Italian Job”, Amen contava che ciò che cercava si trovasse proprio li, nella moderna Calidonia, o Scozia che dir si voglia. Arrivò nei pressi di Edimburgo come uno qualunque viaggiatore. Per nulla tramortito dal freddo, ma stanco per un viaggio che gli era sembrato interminabile. Strano come il suo nuovo corpo non si fosse ancora abituato al continuo movimento cui Amen lo sottoponeva; ma del resto si sapeva. Vincent era sempre stato una fottutissima checca!
Optò, come sempre, per un anonimo albero, e fu sorpreso di scoprire come ve ne fosse, in città, uno chiamato “The Kingdom Tower”. Il Ka gli aveva teso un amo, ed Amen, che aveva visto regni crollare a causa delle “coincidenze” che la vita sa offrire, non seppe dire di no.
L’albergo era umido, ma perfettamente in linea con le sue aspettative. Il personale al suo interno era disinteressato, eppure Amen fu vittima degli sguardi dei presenti per più di una volta. Sarà stato il suo vestiario completamente nero, o il fatto che i capelli lunghi e la cicatrice sul volto non gli davano propriamente l’aria di uno scozzese (né tanto meno di un inglese), o forse ancora il suo accento fortemente londinese. Fatto sta che il figlio del Nulla non se ne curò più di tanto. Diede direttive affinchè le sue cose fossero portate in stanza e, senza nemmeno mettere piede oltre l’uscio della sua camera, uscì dall’hotel per riversarsi in strada. Le sue informazioni erano frammentarie, e se voleva evitare l’ennesimo fallimento aveva bisogno di saperne qualcosa in più. aveva solo un nome: Mc Connely. Un nome e nulla di più.