| Pronunciò i suoi verbi con fermezza e convinzione, pareva che dicesse il vero sul proprio carattere, pure in quel preciso istante non sembrava, di fatto, però, ogni specter portava una maschera, veritiera o meno, che celava l’effettivo “io”.
- In ogni modo non mi pare che sia così male! Per me...hai fatto bene a tenerlo! Poi cambiare nome è davvero una scocciatura, senza contare che oltre all’essere complicato, vi è una vasta scelta. Meandri di nomi in cui perdersi! - rispose - ma non so se comprendi le mie idee, talvolta mi svelano che sono strano, creo discorsi dal nulla, da un semplice capo né deriva una matassa... difatti! - continuò imperterrito.
Infine ella mi dichiarò il suo potere: l’ombra, oscurità che nasconde, che protegge, di cui tante volte lui si serviva, minuscoli spazi per topi, ma a quanto pareva anche che attacca. Un solo gesto era bastato. La sua ombra si levò imponente sovrastandolo e lui si girò subitaneo pronto a evocare lo scudo, posto a sua difesa, pure percepì un nuovo fruscio, nuovamente si girò di scatto e la sua ombra sfruttò l’istante per tornare al proprio posto. La osservò un istante sorpreso, quasi dimenticato che lei era sempre lì, a dimostrazione che un’ombra era sempre ciò che voleva essere o ciò che colei, che le comandava, voleva.
Nuovamente le parole della spectre si spansero nell’aria e il mondo cambiò; si spensero i canti dei morti, il languire dei mortali, svanirono le rudi colline e il cielo scarlatto, pregno di sangue e morte, ogni elemento mutò, le cupe tinte che risiedevano persero il loro potere e un potente chiarore le sovrastò.
Fiori, distese bagnate dal sole, percorse da cristallini ruscelli, risate voci gaie, una brezza leggera incorniciava il volto; riconobbe quella pace, quel paradiso, esso era comunemente chiamato Elisio.
Sorrise. A quanto pare Andromeda si stava facendo perdonare per lo scherzetto dell’ombra. Così com’era venuta se ne andò, riportandolo sulla terra ferma, non senza un pizzico di nostalgia.
- Sei una vera regina sia delle illusioni sia delle ombre - parlò inchinando il capo, velando molte altre cose, impressioni, pensieri, considerazioni.
- Bene! Dato che hai avuto la cortesia di mostrarmi il tuo potere ti farò conoscere meglio il mio - sogghignò e levò le ali, proprie dell’Arpia, spiccando il volo. Ma aveva in mente una sorpresa: raccolse la specter per un braccio e volò sopra l’Infernal fiume, procedendo con calma e tranquillità, quando la lasciò precipitare nel vuoto. Compì un’acrobazia e raccolse la compagna al volo, reggendola in braccio.
- Paura? - le si rivolse ancora in volo, strizzandole l’occhio.
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