Gli Spettri, AmEn † AnDrOmEdA

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REdeiDESIDERI
view post Posted on 6/9/2009, 23:28




CITAZIONE
† Amen - The Forgotten King - Chapter 1: The Black Alley Pub

Cielo oscuro, notte nera
Resta in strada sino a sera.
Cielo nero, notte scura
Colma i cuori di paura.
Cieli e notti, Notti e cieli
Spettri, Mostri e cavalieri…






Londra, solitaria e malinconica. Amen ne percorreva le strade ponderando le prossime mosse, riflettendo sul nuovo dono che il Ka gli aveva fatto: Un Futuro.
Riflettè lungamente sul fatto che, forse, la sua recente resurrezione poteva, in fin dei conti, considerarsi come una nuova mano di carte. Carte magiche, tarocchi che il ka aveva disposto su di un tavolo dicendo al cavaliere: “coraggio sfregiato, scegli una carta”.

La carta che aveva sorteggiato era stata la vita, e pensava che, seguendo la ruota del Destino, sarebbe presto giunto ancora, e di nuovo, sulla strada dei Vettori, li dove si ergeva ancora una volta un’antica Torre Nera.

Una vecchia bramosia di potere gli si stava riaccendendo in corpo...




Abbandonò i suoi pensieri quando si rese conto dell’ora e della fame che gli stava mordendo lo stomaco. Stranamente, dopo la sua recente rinascita, il suo corpo sembrava necessitare di continue energie, cosa che lo costringeva a mangiare più frequentemente di quanto non avesse mai fatto in passato. Si trovò a passare dinanzi ad una tavola calda: “Black Alley”. Li si sarebbe seduto per mangiare un boccone, poi avrebbe ripreso la sua solitaria camminata nella notte, alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Forse quella notte avrebbe “cacciato” e ucciso. In fondo la noia lo stava logorando.
 
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_Shannon_
view post Posted on 7/9/2009, 16:46




SPOILER (click to view)
Narrato
Parlato
Pensato


La ragazza sedeva sola a un tavolo il un locale chiamato "Black Alley" in una stradina poco frequentata nella periferia londinese. Era fredda serata uggiosa,proprio come il suo umore che peggiorava allo scandire del minuti sul grande orologio posto sopra al bancone della tavola calda.
Non aveva mai visto quella città ma,ora che era morta in un incidente d'auto,aveva molto più tempo per se stessa e aveva deciso di passare un breve periodo lì,quasi per festeggiare la sua resurrezione e investitura.
Ancora le sembrava di vivere un incubo che però si era rivelato la cruda realtà. Non poteva credere di essersi schiantata sul serio quella sera di poche settimane prima ma,ancora più inspiegabile era il fatto che adesso Andromeda si aggirasse nel mondo dei vivi come una semplice umana senza destare sospetti.
Avrebbe benissimo potuto distruggerli tutti in un colpo solo,ma non credeva che il "capo" sarebbe stato felice di apprendere la notizia,soprattutto per le spiacevoli conseguenze che sarebbero derivate da un'improvvisa distruzione di massa.

D'un tratto la sua pace fu intaccata da un cameriere che le si avvicinò domandandole cosa desiderasse mangiare. Andromeda si alzò con uno scatto guardandolo in faccia con gli occhi colmi d'odio.
Non voglio niente! Non so nemmeno perchè diavolo sono qui!
Fece per voltarsi e uscire,quando notò un uomo dai capelli neri come la notte che entrava nel locale. C'era in lui qualcosa che attirò subito l'attenzione della ragazza,così decise di tornare a sedersi scacciando il cameriere intimorito senza perdere di vista quello sconosciuto.
 
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REdeiDESIDERI
view post Posted on 8/9/2009, 00:28




CITAZIONE
Post 2 – ???

Entrò nella taverna con calma e freddezza, deciso soltanto a non creare problemi quanto piuttosto a mangiare qualcosa che gli sanasse l’appetito. Riflettè sul fatto che, essendo costituito praticamente di solo Kosmos, aveva la fortuna di non poter ingrassare, altrimenti si sarebbe cerato ben più di un problema a dover distruggere la linea invidiabile di un corpo alla soglia delle perfezione.
Ordinò il piatto del giorno, qualunque esso fosse, accompagnato da una pinta di birra scura e tiepida, poi si andò a sedere ad un tavolo vuoto.
Era piccolo, di forma rettangolare, di un legno vecchio di acero e con la smaltatura rovinata. Era un posto per due, ma era ben felice di non avere nessuno con cui parlare perché quella sera, un po’ per voglia un po’ per lunaticità, aveva voglia di starsene per i cazzi suoi.




Gli portarono una specie di zuppa, una roba che mai avrebbe ordinato di sua spontanea volontà. Era rossastra, quasi fosse opera di una cameriera dalla gamba aperta e dal sanguinamento facile. Nella brodaglia galleggiavano pezzi di carne indefinita, forse manzo o pollo, conditi da stralci di verdure appena spilluccicate. Fu quasi tentato dal non assaggiarla nemmeno, ma poi lo stomaco gorgogliò e Nihil fu costretto a trangugiare scoprendo, contro gni previsione che non solo la zuppa era buona, ma che addirittura si faceva mangiare con piacere! Sorseggiò pertanto la sua birra con una certa soddisfazione, trangugiando la zuppa con delicata lentezza. Del resto chi gli correva dietro? Non certo la Specter che da un po’ di tempo a questa parte lo stava osservando.
Alzò gli occhi, occhi neri come la notte, privi di iridi o di qualsiasi segno di umanità. Li alzò verso la donna facendole intendere che, si, l’aveva percepita e, si sapeva che era una Specter.
Ne sentiva il tanfo infernale. E curioso che proprio grazie ad un Pub si fosse trovato a parlare d’inferno e Giudecca proprio con un’altra donna. Ma questa è un’altra storia…
 
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_Shannon_
view post Posted on 8/9/2009, 13:34




La ragazza era rimasta perfettamente immobile,col mento appoggiato sui polsi,a osservare il nuovo arrivato che mangiava una brodaglia dall'aspetto orribile. Andromeda si chiese come facesse quell'uomo a nutrirsi di una poltiglia tanto obrobriosa che lei non si sarebbe mai sognata di mangiare,nemmeno per salvarsi la vita. Ma ormai di quel pensiero intangibile che gli umani chiamavano vita non le importava più niente,dal momento che l'aveva perduta per ottenere qualcosa di più grande.
Quell'uomo così silenzioso e freddo appariva molto interessante agli occhi di lei che lo studiava appunto per comprendere cosa avesse di particolare,senza però riuscire a saziare la propria coriosità.
D'un tratto lo sconosciuto si voltò verso di lei ricambiando il suo sgardo con un'occhiata glaciale che le fece comprendere che lui sapeva della sua vera natura. A quel punto Andromeda stabilì che non aveva più senso rimanere lì a osservarlo,per questo si alzò lentamente e lo raggiuse con una grazia innaturale,quasi fosse incorporea. I suoi movimenti fecero voltare molti clienti che la osservarono con sguardo famelico,quasi la volessero spogliare con gli occhi,ma lei non li degnò della minima attenzione e,raggiunto il tavolo dell'unica persona che si era meritata la sua attenzione,gli si sedette di fronte,con grande delusione dei presenti che tornarono a mangiare,contrariti,le loro porzioni.
La ragazza concentrò tutta la sua attenzione sullo sconosciuto guardandolo coi sui occhi neri e spietati.

Chi sei?
 
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REdeiDESIDERI
view post Posted on 10/9/2009, 20:08




CITAZIONE
Post 3 – Who?

La ragazza si alzò dal suo tavolo, mentre un inamovibile Amen restava al suo posto, saggiando il sapore magistrale dell’inguardabile brodaglia, ed il sapore pieno della sua ottima birra. La donna dunque si avvicinò, mentre lui teneva lo sguardo basso e distante.

“chi sei?”

Esordì così, come se fosse stato lui ad attirare l’attenzione o chissà cos’avesse fatto per costringerla ad avvicinarsi. Amen rimase in silenzio per qualche istante, finì prima la sua brodaglia poi, quando si sentì finalmente sazio, le rispose con tutto il distacco di cui era capace.

“Di certo non sono uno spettro, né tantomeno uno schiavo. Curioso come, in un certo senso, io sia il tuo opposto. Chi sono è irrilevante serva dell’oltretomba, dimmi piuttosto che vuoi tu, che dal mio ingresso non fai altro che fissarmi!”

Allora alzò il volto, era un volto liscio, con una carnagione mediterranea, simmetricamente opposta a quella di qualsiasi inglese. I suoi capelli, parimenti al suo sguardo, erano di un nero corvino ed intenso. Sul suo volto giaceva poi un marchio: una profonda cicatrice cruciforme sull’occhio destro. Non era propriamente uno sguardo duro, né tantomeno triste. Era quasi uno sguardo sofferente e furioso, come quello di chi non ha altra ragion di vita che l’odio più profondo: la vendetta!
 
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_Shannon_
view post Posted on 10/9/2009, 20:37




Lo sconosciuto non si affrettò a rispondere,anzi,all'inizio non la calcolò nemmeno,comportandosi come se la ragazza non fosse esistita,suscitando l'interesse dei presenti che,al contrario,avevano ben notato l'aggraziata figura di lei. Dal canto suo,Andromeda non gli mise fretta e lasciò che lui terminasse di rifocillarsi e le rispondesse con tutta calma.
Non perse tempo in presentazioni ma le fece comprendere di sapere bene chi era lei,parlando al pari di un esperto in materia;di sicuro aveva già avuto a che fare con altri Specter in precedenza. La giovane donna lo ascoltò pazientemente posando lo sguardo sul suo viso praticamente perfetto.

Ti osservavo perchè ho notato che tu non sei un comune umano come tutti questi idioti che sperano di mettere le loro sudice mani addosso a me;ma non sei nemmeno un servo della Morte. La tua presenza si è meritata la mia attenzione,per questo mi sono avvicinata.

Iniziò a rigirare distrattamente il suo anello attorno all'anulare destro con fare disinteressato per poi tornare ad appoggiare la mano sul tavolo e adocchiare la birra del suo interlocutore senza però prenderla per non innervosirlo.

Cosa ti porta fin qui,a mescolarti con questa feccia in un locale sperduto nei meandri di Londra?

Non si aspettava di ricevere una risposta soddisfacente,ma provò lo stesso a porgli quei quesiti per tentare di ricavare qualche informazione su quell'uomo che tanto l'aveva affascinata.
 
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REdeiDESIDERI
view post Posted on 17/9/2009, 22:06




CITAZIONE
Post 4 – Why?

Amen ascoltò la vacuità delle parole della ragazza, parole inutili pronunciate da una creatura inutile che risuonavano di sola inutilità. Chi, dove, come e perché. Che senso aveva che due estranei, possibili nemici, si scambiassero verbi di significato insulso?

“Perché mi chiedi queste cose? Mi parli come se mi conoscessi. Se sono a Londra è perché sono londinese, se frequento una bettola è perché così mi va di fare, se non ho attirato la tua attenzione è perché non ti ritengo interessante. Dimmi dunque serva di Hades, perché sei qui, perché sei al mio tavolo, e soprattutto perché mi hai avvicinato?”

Amen restò freddo ed impassibile, la presenza della ragazza non lo incuriosiva minimamente seppur tuttavia la considerò un trastullo momentaneamente dilettevole.
 
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_Shannon_
view post Posted on 18/9/2009, 21:24




La ragazza rimase impassibile di fronte alla risposta di lui dato che,dai pochi minuti in cui avevano parlato,non si aspettava una diversa risposta.

Il motivo te l'ho detto. Se insisti però posso aggiungere che mi dava fastidio la presenza degli umani e per questo ho deciso di avvicinarmi all'unica persona che mi sembrasse un po' diversa da quei vermi.

Lanciò un'occhiata gelida che percorse tutta la stanza. La Specter mentenne un atteggiamento imperturbabile e superiore di fronte a quegli esseri che tanto reputava inferiori.

Li sterminere tutti,ma il capo la prenderebbe male.

Si strinse nelle spalle e iniziò a giocherellare incurante con la fiamma di una candela accesa che aveva preso dal tavolo vicino con un movimento così fulmineo da non provocare nemmeno uno spostamento d'aria.
 
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REdeiDESIDERI
view post Posted on 21/9/2009, 12:14




CITAZIONE
Post 5 – The ringing bells of Death

“il capo….” Disse Amen seraficamente.

“bhè sai che c’è di nuovo, io non ho altro capo se non me stesso, e non ho altro dogma che il libero arbitrio!”

E detto ciò, quasi spazientito, si alzò in piedi di scatto, e cominciò ad emettere tanto e tale cosmo, che l’aria si ghiacciò d’istante!
Le persone all’interno della taverna si stringevano le une alle altre, senza comprendere che il rintocco della morte stava per suonare alla porta delle loro vite, pochi solo furono assaliti dalla paura, ma non fecero attempo a mettersi al riparo dalla brutalità del fato, che si ritrovarono già trafitti da un lungo ed acuminato stalagmite di ghiaccio!
Amen difatti aveva raccolto il Kosmos intorno a se come una forza inanimata ama potente, ad un cenno delle sue mani, come fosse un direttore d’orchestra, si issarono dal suolo numerose punte di ghiaccio che trafissero praticamente tutti i presenti ad eccezione di lui e della ragazza. Alcuni morirono sul colpo, impalati dal ghiaccio ascendente dal suolo, i meno fortunati si ritrovarono gementi, appesi a quelle punte ghiacciate e grondanti i sangue, emettendo lamenti e bestemmie ma comunque ben lontani da qualsiasi possibilità di salvezza.
Amen non si sedette, riprese la sua birra (ormai fredda) e finì di berla, poi gettò delle sterline sul tavolo e si avviò verso l’uscita. Fermandosi sull’uscio e girandosi con delicatezza disse: “che fai, non vieni?”

E poi uscì.
 
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_Shannon_
view post Posted on 21/9/2009, 21:23




Amen fece ciò che la ragazza non aveva osato comiere:regalò agli Specter quanche decina di anime nuove da spartire tra i gironi dell'Inferno. Andromeda rimase immibile,seduta e impassibile come le stalagmiti a guardare gli uomini morenti con un'espressione sadica stampata in volto.

Ho sentito parlare di guerrieri devoti solo a se stessi,mi pare si chiamino Black Saints,ma non ne avevo mai incontrati prima...

Era così immersa nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno che l'uomo era uscito dal locale invitandola implicitamente a seguilo. Alzatasi con una grazia irreale,la Specter lo seguì fuori osservando i pochi sopravvissuti che agonizzavano.

Calispera...ci vediamo all'Inferno!

Lo sussurrò solamente mentre usciva,ma nel locale lo udirono tutti coloro che ancora potevano,e i loro volti si fecero di pietra mentre,terrorizzati dall'accaduto e da quelle parole,spiravano.
Andromeda lo raggiunse in una manciata di secondi chiedendosi dove stessero andando,anche se non espresse i suoi dubbi a voce alta,perchè la meta non le importava molto in fin dei conti.

Ho sentito parlare di voi Cavalieri senza dio...deve essere proprio una bella libertà.
 
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REdeiDESIDERI
view post Posted on 22/9/2009, 14:40




CITAZIONE
Post 5 - London Nights

Il Nero Crociato uscì dalla locanda, con al seguito la giovane ragazza. Mai si era visto uno specter seguire il passo di un black saint, ma Amen aveva già verificato da se, che in quella realtà le cose erano un po’ diverse rispetto al “quando” da dove egli stesso proveniva. Se nel suo mondo regnava, difatti, una accesa diffidenza nei confronti di qualsivoglia uomo o donna, mentre qui c’era una specie di disincantato ottimismo, nonché una accesa curiosità verso le novità. Sarà che i Black Saint in quella dimensione erano una merce rarissima, sarà il fatto che i cavalieri di quella realtà erano tutti “rookie”, Amen riflettè sul fatto che avrebbe potuto plagiarne a quantità se avesse voluto, peccato che le larve non erano utili a nessuna causa.
Camminarono ancora un po’, in un silenzio quasi surreale, per arrivare infine nel pieno centro della città, dove le luci sfavillanti erano in netto contrasto con l’animo buio ed il volto turpe dell’oscuro Re di Wonderland.
La città era viva e pulsante nonostante l’ora tarda, barboni si univano a giacche e cravatte. Fighetti in ghingheri sbeffeggiavano giovani puttane polacche, e vecchie meretrici adescavano ricchi e bronciosi signori di borgo. Corruzione e sporcizia, dolore e sesso, soldi ed ambizione.

“perché sei qui sacerdotessa? Questo non è un posto per le ragazzine, né tantomeno per le anime pure come te. Cammini al mio fianco come se fosse la cosa più naturale del mondo, ma non capisci di vivere nell’ignoranza…
Servi il tuo Dio con una stravagante inconsapevolezza. Da quanto tempo indossi questa Surplice?”


E si fermò, li vicino c’era una panchina e ci si sedette sopra, aprendo le gambe e le braccia, portando la testa all’indietro. Ben diverso dall’uomo che aveva appena ucciso circa 15 persone.
 
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_Shannon_
view post Posted on 22/9/2009, 20:26




La ragazza lo seguì in silenzio per un lungo tratto fino a che i due non si ritrovarono in pieno centro nella città del grande orologio,gremita di gente nonostante l'ora tarda.
Altezzosi avvocati con le loro ventiquattrore si alternavano a barboni che scorrazzavano nei vicoli cercando di soddisfare le loro necessità frugando nei bidoni dell'immondizia con la speranza di trovare qualche tesoro nascosto. Illusi! Qualche settimana al massimo e Andromeda li avrebbe visti scendere dalla zattera guidata da Caronte,condannati al supplizio eterno. Lo stesso valeva per le prostitute che battevano la strada cercando di fare colpo su qualche ricco imprenditore che aveva voglia di divertirsi o,semplicemente,di raccimolare qualche spicciolo prestando il loro corpo ai ragazzini ubriachi che gridavano e si spingevano tra di loro attraverso la piazza.
Si sedette in fianco al suo accompagnatore,sullo schienale della panchina invece che sul sedile,appoggiando i gomiti alle ginocchia.

Sono qui perchè mi andava,sono morta solo poche settimane fa e al momento non ho incarichi. Ho ricevuto la mia Suplice il giorno stesso in cui sono andata a schiantarmi o almeno credo...

Gli parlò molto lentamente,scandendo ogni parola.

Non mi interessa sapere,Hades mi ha dato una seconda occasione e me la voglio giocare meglio della precedente. E comunque...non sono né una ragazzina,né tantomeno un'anima pura,altrimenti sarei nell'Elisio.

Terminò la frase guardandolo per la prima volta da quando si erano seduti: un'occhiata profonda e al contempo inespressiva,coi suoi occhi neri come la morte stessa.

Perchè mi fai queste domande? Poco fa mi hai detto che non ti interessavo minimamente. Ci hai ripensato?
 
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REdeiDESIDERI
view post Posted on 1/10/2009, 17:17




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Post 6 - Elisyum

“L’Elisio” disse Amen con voce quasi sognante.

“e che cos’è il decantato Elisio se non un posto come un altro? Mi stai dicendo che la purezza di una creatura o la sua felicità sono dettati da dove qualcuno decide di metterla? Io credo che chiunque mi costringesse a stare in un posto, fosse anche il più bello del mondo, sarebbe comunque nulla più che un despota. Ogni uomo nasce libero, e deve restare libero anche dopo la morte.”

Amen si rialzò diritto sulla schiena, era stanco di starsene sciatto e si ricompose mettendosi seduto. Mise poi le braccia conserte e senza mai guardare la ragazza continuò a discernere quel che era il suo pensiero, rispondendo, al contempo, alle inutili domande di lei.

“No, non mi interessi in alcun modo. Non rientri nei miei piani, ma non è detto che il Ka non decida il contrario. Ma vedi, quando passi anche solo un anno in completa solitudine, allora cominci ad apprezzare qualsiasi forma di compagnia, sia essa utile o inutile, com’è il tuo caso.”

E solo allora girò lo sguardo verso di lei. Fissandola con il suo sguardo oscuro e morto.
 
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_Shannon_
view post Posted on 1/10/2009, 21:49




No,l'uomo non nasce libero. Siamo schiavi delle nostre convinzioni e chiamiamo "libertà" la possibilità di scelta,senza renderci conto che le nostre decisioni in un modo o nell'altro sono sempre vincolate.

Attese qualche istante prima di riprendere con voce dura e decisa,quasi sprezzante.

Ma c'è un solo modo per caire queste cose: andare oltre la vita. Anch'essa è un vincolo,come la morte. No,l'uomo non ha libertà.

Ne era sempre stata convinta,ma ora più che mai perchè la morte l'aveva aiutata a capire molte cose.

L'uomo nasce e muore solo,non esiste una vera compagnia.

Gli rispose a occhi chiusi,ripensandosi al senso di solitudine che l'aveva divorata durante la sua reclusione in manicomio. Là non aveva nessuno,esattamente come a casa o in altri luoghi: l'amicizia e l'amore,sentimenti tanto celebrati,in realtà erano parole vuote che si traducevano in egoistici bisogni di aiuto o carnali,niente di più.

Nessuno obbliga le anime a raggiungere l'Elisio,sono solo quelle pure ad essere in grado di trovare la strada. Ma gli umani sono corrotti,e sempre meno spiriti raggiungono quel luogo mentre il regno di Hades si riempie di condannati e Specter. La differenza tra me e loro...

Indicò con un cenno del capo un gruppo di baboni che banchettavano vicino a un bidone per poi tornare a guardare il Black Saint con occhi ardenti.

...è che io sono più forte.
 
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REdeiDESIDERI
view post Posted on 2/10/2009, 14:39




CITAZIONE
Post 7 - Caino

“Parli come se sapessi, come se la morte ti avesse svelato il mistero della vita ma io ti dico, che se così fosse stato non avresti desiderato mai più calcare la terra, perché il mistero della vita non è la vita stessa, ma la sua fine. Se non lo comprendi è questo il sintomo primario della tua schiavitù. Dici che un uomo no può essere libero? Io ti dico il contrario. Sono nato dal Kosmos e sono morto per ben due volte, ma ho sempre fatto tutto autonomamente, sfidando quello che tu chiami Fato e senza rimpiangere nulla quando è rintoccata la mia ora.”

Amen si alzò in piedi, una sorta di fervore lo stava prendendo da dentro. Era inammissibile per lui che una ragazza, o una qualsiasi creatura, giacesse sugli allori dell’accidia, accettando di buon grado la catena del padrone al proprio collo. Si pose pertanto in piedi, innanzi alla ragazza, e continuò a discernere il suo discorso.

“Anche io una volta pensavo che l’uomo nascesse e morisse solo. Eppure mi sono ricreduto. Anche l’uomo più solo ha in mente un’idea, ed essa può essere la più fida compagna. Brandendo la mia idea Io mi sono fatto Re. Ho governato un mondo, ho costruito un esercito sul cadavere del tanto decantato Fato. E tu, come puoi dirmi dunque il contrario? Se anche dovessi morire ancora per aver tenuto testa alla schiavitù del Ka, allora morirò felice perché sarò morto libero!”

Amen aveva aperto le braccia, aveva parlato invaso dal fuoco della consapevolezza e dell’orgoglio, con un’espressività tale da sembrare un acceso oratore.

“Ragazzina… ascolta le parole di un folle. Nel cristianesimo il più grande dei corrotti ha generato la più grande discendenza: cosa siete voi uomini se non i figli di Caino? E che tu creda o meno in quelle leggende, è altrettanto vero che questo è solo uno dei tanti esempi che si possono trovare nella storia. Hades stesso è considerato alla stregua di una personalità corrotta, eppure tu lo segui ciecamente. Ed io, che sono un Santo Nero, sono forse il amssimo esempio di corruzione in quella che è la “cultura del cavalierato”, eppure certamente ci sarà un cavaliere di Athena o chi per lui, che amerà uccidere ancor più di quanto non lo ami io. Le parole servono chi le usa. Tutto sta nel saperle fare nostre…”

E si potè sentire il Big Ben rintoccare le 4. Amen guardò all’orizzonte, come se il rintocco gli avesse ricordato qualcosa o lo avesse risvegliato.
 
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18 replies since 6/9/2009, 23:28   162 views
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