Il Signore della Natura..., Add per smiley

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Oniro
view post Posted on 15/7/2009, 23:03




CITAZIONE
Primo post libero, parlami del tuo pg in totale libertà, poi iniziamo il tuo percoso: ovviamente + coinvolgente riuscirai ad essere, meno durerà l'addestramento :)

Non mi interessa quanto scrivi, mi interessa che lo fai con il cuore...

 
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smiley bone
view post Posted on 18/7/2009, 11:32




Per una pura casualità Antony Stark,nato ad Asgard ma trasferitosi negli stati uniti già in tenera età, si era ritrovato nella sua terra natia senza nemmeno saperlo. Aveva la strada spianata per diventare un ricco industriale e prendere la guida della società fondata negli States dal padre. Eppure,aveva deciso di non limitarsi a costruire armi ma di combattere in prima linea nell'esercito. Pur essendo una persona dalla grande intelligenza aveva preferito il braccio alla mente,convinto di poter ottenere qualcosa solo con la lotta armata. La Terra era in subbuglio e molta gente soffriva,anche più di prima. Ormai non bastava essere ricchi,appartenere ad una buona famiglia,per sfuggire a gran parte dei problemi che affliggevano il pianeta. Il male colpiva tutti indistintamente e tutti avevano l'obbligo di fare qualcosa per migliorare la situazione. Forse non necessariamente imbracciando un fucile,ma comunque cercando di aiutare il prossimo e di organizzare la società in maniera tale da essere pronti ad eventuali attacchi.
Come già detto,Antony aveva preferito la via della lotta armata e si era arruolato nell'esercito. Essendo laureato, al termine dell'addestramento ottenne un discreto grado e fu affidato alla campagna europea. Lui e il suo plotone dovevano stipulare un accordo con la CEE. L'incontro si era rivelato una farsa e nessuna nazione sembrava prendersene la responsabilità. Il gruppo di soldati americani,pronti a tornare in patria,fu attaccato dall'alto da strane creature volanti che lo decimò. Gli americani li identificarono come strani caccia nemici ma in realtà quelli che ai soldati sembravano proiettili erano,invece,attacchi cosmici. I superstiti fuggirono verso il Nord della Germania,disperdendosi nelle foreste e nelle gelide distese innevate. Alcuni di loro decisero di tornare indietro a chiedere aiuto,altri morirono per gli stenti o il freddo. Antony non poteva ormai più aiutare i suoi compagni il cui morale era a terra,ma poteva solo pensare a se stesso,per la sua sopravvivenza.
La spedizione fu decimata dal freddo,poichè le continue tempeste non permettevano di comunicare richieste di aiuti via radio. Evidentemente erano caduti in una trappola,un ardito piano nemico per sterminare quel plotone. Il futuro God Warrior,si allontanò dai cadaveri dei suoi compagni per cercare riparo in una foresta che sembrava scorgere in lontananza.
Il suo desiderio di fare qualcosa di concreto per sbloccare quella terribile condizione in cui era pietrificato il pianeta,lo stava conducendo alla morte. I suoi ideali non l'avevano salvato,così come non avevano salvato i suoi commilitoni. Eppure c'era ancora una flebile speranza. Avrebbe potuto raggiungere quella foresta e semmai riuscire a cacciare qualche cervo e resistere alla fame. Ma per quanto ancora poteva andare avanti così? Aveva bisogno di trovare un paese,una cittadina ma in quella landa desolata e gelida non sembravano essercene. I suoi piedi affondavano nella neve per il peso. Raggiunse barcollando un grosso albero al quale si appoggiò con la schiena,stremato. Avrebbe aspettato con dignità la sua fine che sembrava sempre più vicina.
C'era una cosa che però l'ex inventore non sapeva. Si trovava nella sua terra natia,ad Asgard. Lui nemmeno la ricordava Asgard,poichè l'aveva abbandonata a poco più di un anno. Non sapeva nemmeno di essere un appartenente del casato di Megres e un lontano parente dell'ultimo detentore della God Robe di Delta Uma. Forse l'unica speranza per lui,era risvegliare la sua scintilla divina,di cui non conosceva nemmeno l'esistenza.
 
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Oniro
view post Posted on 18/7/2009, 21:20




CITAZIONE
Q.M.: ad un tratto, ti ritrovi nella foresta d'ametista...

Enormi teche d'ametista stanziano qua e la, sfoggiando al loro interno ciò che resta delle vittime di coloro che, in passato, hanno vestito la Robe del nobile casato.

Non hai mai potuto ammirare questo" spettacolo", ma il tutto ti risulta incredibilmente familiare, tanto da scuotere, e non poco, il tuo animo...

 
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smiley bone
view post Posted on 21/7/2009, 20:41




Il gelo stava irrigidendo il corpo di Anthony,che ormai sapeva di essere prossimo alla morte e non aveva più voglia di lottare. Le sue palpebre si erano ormai chiuse e uno strato di neve stava lentamente ricoprendo il suo corpo. Probabilmente la sua fine sarebbe arrivata di lì a pochi minuti. Eppure,il giovane soldato sentì una forza risvegliarsi dal profondo del suo animo. Una strana sensazione sembrava permearlo,ed un potente calore lo avvolgeva,tanto da riscaldarlo e da non fargli più sentire il freddo. Si sentiva come rinvigorito e ben presto,quando capì di non stare sognando,si alzò levandosi la neve da dosso.
Incredulo iniziò,quindi,a guardarsi intorno notando che pian piano gli alberi iniziavano a diventare sempre più radi fino a quasi scomparire del tutto. Ogni tanto si poteva scorgere qualche abete,ma man mano che ci si allontanava con lo sguardo si vedevano soprattutto strane formazioni minerali,cristalline che spiccavano tra gli alberi per il loro colore acceso. Lo statunitense di natale Asgardiano,iniziò a camminare sentendosi quasi attirato da quelle strane formazioni e dalla foresta in sè. In poco tempo una selva di minerale violaceo lo circondava. Sembravano enormi cristalli che spuntavano dal terreno come dei pilastri perfettamente lucidi e trasparenti. Guardando meglio all'interno di uno di essi più vicino a lui,Tony potè scorgere qualcosa di agghiacciante. All'interno di quei cristalli vi erano dei cadaveri. Come alcuni frammenti di ambra,la resina fossile che milioni di anni fa scendendo lungo la corteccia ferita di qualche albero ha alle volte intrappolato piccoli insettini,facendoli giungere fino a noi. Ogni singolo pilastro d'ametista conteneva un cadavere. Eppure non sembravano esservi incisioni all'interno dei cristalli. Questo voleva dire che il minerale si era composto intorno al cadavere di quelle persone e che quindi esse non erano state infilate lì da qualcuno. Eppure un minerale per formarsi ha bisogno di milioni di anni se non miliardi e certamente quei cadaveri non avevano una tale età. Poteva essere un ingegnosa forma di sepoltura rituale,ma possibile che nessuno l'aveva mai scoperta prima di lui e documentata? Il giovane inventore era allibito e disgustato ma allo stesso tempo trovarsi in quel luogo,in quella foresta gli dava una sensazione di pace. Il tutto aveva qualcosa di incredibile,di magico. Anche il modo in cui lui si era ripreso era assurdo. Si era improvvisamente riscaldato e aveva riacquisito le forze,tanto da poter camminare perfettamente anche se fino a pochi minuti prima i suoi arti inferiori erano quasi totalmente congelati. Toccò con la mano destra la superficie di un cristallo,completamente levigata. Il colore viola intenso di quelle pietre era stupendo.

° E'..è tutto così splendido..questi minerali sono stupendi. Splendide formazioni minerali. Eppure al loro interno conservano qualcosa di orribile. Come hanno fatto questi cadaveri ad entrare all'interno di questi pilastri? E' assurdo...non so nemmeno come ho fatto ad arrivare qui..chissà in quale assurdo stato nordico mi trovo. Ed i miei compagni.. i miei compagni sono tutti morti. La spedizione è stata un disastro e io ne sono l'unica causa,il colpevole. Potrei essere nel Nord della Germania se non addirittura in Finlandia..eppure noi abbiamo camminato sempre verso Nord e mai verso Est..devo assolutamente trovare un villaggio e chiedere informazioni.. Questo posto mi da i brividi,è orrendo. Tutti questi cadaveri imprigionati in questi minerali..Eppure mi sento come attirato da questo posto,e mi sembra quasi di esservi già stato. I miei genitori mi hanno raccontato che sono nato in un paese nord-europeo,eppure l'ho abbandonato quando ero ancora in fasce. Possibile che sia venuto in questo luogo quando ero ancora bambino e che ne abbia perso il ricordo? O è solo un deja vu? Però mi sembra tutto così familiare,come se conoscessi benissimo ogni metro di neve di questa foresta,come se fosse nel mio sangue!

Il giovane ufficiale restò immobile davanti ad una di quelle tante formazioni,in piedi. Si sistemò il giaccone con colori mimetici e continuò a fissare quel cadavere,assorto nei suoi pensieri. Il vento gelido gli soffiava in faccia,rendendo rosso e gelato il suo naso. Di lì a poco si sarebbe allontanato da quel posto,in cerca di un paesino dove chiedere ospitalità.
 
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Oniro
view post Posted on 21/7/2009, 22:17




CITAZIONE

Ad un tratto una voce rimbomba nella tua mente...

Signore della Natura...

Tu che sottoponi l'Ametista, minerale di fatal bellezza, al tuo volere...

Lode a te Megres...

Cavaliere di Asgard...


Prima di svanire...

Ma cosa vorrà dire tutto questo...?


CITAZIONE
Q.M.: ora decidi tu se far capire qualcosa al tuo pg, fargli comprendere tinvece tutto, ridandogli la completa memoria o, al contrario delle prime due ipotesi, non far capire proprio nulla all'Iron Man asgardiano...:)

 
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smiley bone
view post Posted on 22/7/2009, 16:22




Anthony era in procinto di girarsi per tornare sui suoi passi ed uscire da quella strana foresta così macabra. Eppure,proprio quando il suo piede destro si stava posando nello spesso strato di candida neve,sentì qualcosa. Aveva avvertito una strana sensazione,molto simile a quella provata quando aveva notato quei grandi cristalli d'ametista ed il loro contenuto. Dopo pochi secondi sentì una voce profonda e tranquilla rimbombargli nella testa. Gli risultava familiare,come se la conoscesse e gli conferiva una sensazione di fiducia. Ma allo stesso tempo l'ufficiale era disorientato ed un pò spaventato. C'era qualcun altro insieme a lui in quel bosco di alberi e minerali? Qualcuno stava per tendergli un agguato?
Anthony iniziò a guardarsi intorno spaesato,girandosi a destra e a manca,guardando in alto e in basso sperando di scorgere la più piccola ombra o traccia. Non sembrava esservi nessuno,eppure quella voce continuava a parlargli. Lo definiva il signore della natura. Diceva anche che aveva il potere di controllare l'ametista e che era un guerriero di Asgard,un certo Megres. Ci doveva essere sicuramente un errore. Forse qualche popolazione tribale che ancora abitava quei boschi stava tenendo un rituale vecchio di secoli e qualcuno stava parlando. Lui non era certo un cavaliere,nè tantomeno di Asgard,la terra mitologica abitata dagli dei norreni. E poi,controllare l'ametista? Cosa andava blaterano quella persona?
Tony era sempre più convinto di doversene andare in silenzio,senza far insospettire chiunque si trovasse lì in quella foresta.
Però,allo stesso tempo,aveva una gran voglia di far luce sulla questione. Era sempre stato affascinato da quei popoli che ancora si ostinavano a vivere seguendo le loro tradizioni e rifiutando i contatti con il mondo definito "civilizzato". Anthony li ammirava tantissimo e non di rado gli balenava in mente la voglia di unirsi a loro,vivendo alla loro maniera per qualche mese,riscoprendo antichi gesti e antiche lingue. Chi erano gli occidentali per constrigere quelle persone ad abbandonare i loro villaggi,le loro isole,le loro foreste in nome di una maggiore civiltà,solo apparente? I soldati si recavano in quei villaggi portando comodità e tecnologia al fine di convincere le nuove generazioni ad andare a vivere nelle città.
Si girò,quindi,e si avvicinò nuovamente a quei cristalli. Si sedette su una pietra che sporgeva dalla neve e si strinse nuovamente il cappotto addosso per il freddo. Sistemò meglio il fucile che teneva pendente dalla spalla destra,con una cinghia in pelle marrone attaccata. Iniziò,quindi,a pensare a quanto aveva ascoltato. Apparentemente le parole gli venivano inviate direttamente nella testa,tanto che rimbombavano rumorosamente. Eppure una cosa del genere era scientificamente impossibile. Doveva esservi qualcun'altro.
Avevano parlato di un signore della natura. Poteva essere uno sciamano a cui veniva chiesta udienza o un animale associato ad una divinità,che si voleva pregare.
Una persona che sottoponeva l'ametista al suo volere? Poteva essere un artigiano molto abile,e questo avrebbe anche spiegato i cadaveri nel minerale. Semplicemente avrebbe potuto forare la roccia violacea alla base ed infilarvi il corpo. Il buco non si sarebbe notato poichè sarebbe stato coperto dal terreno e dalle nevi perenni. Teorie fantasiose,ma non impossibili.
E quel Megres? Poteva essere un dio,o lo sciamano prima citato. Il cavaliere di Asgard era l'unica cosa in cui Anthony si poteva immedesimare,pensando ad un linguaggio allegorico. Era un soldato,e quindi un cavaliere,e si trovava nel Nord Europa,dove mitologicamente si sarebbe dovuta trovare Asgard e dove veniva adorato il dio Odino.

SPOILER (click to view)
Non ho fatto capire proprio niente al mio pg XDDD a stento sa che Asgard esiste e che è nato là.
 
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Oniro
view post Posted on 23/7/2009, 22:00




CITAZIONE
Q.M.: ad un tratto una strana energia ti avvolge nel suo calore, facendoti avvertire inoltre, una sinistra sensazione...quasi fosse come sete di sangue, voglia di combattere, un ardore mai provato prima...

Ti volti alla tua sinistra, e noti dei bagliori del medesimo colore della neve a terra, provenire da delle fessure nella roccia...

Sta a te voler capire cosa c'è dietro, oppure no...

 
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smiley bone
view post Posted on 26/7/2009, 10:43




Proprio nel mentre dei suoi ragionamenti,Anthony si sentì stranamente riscaldato. Gli era già successo poco prima,ma questa volta la sensazione era diversa,maggiore. Sembrava una strana aura che lo avvolgeva interamente. Il soldato provava una sensazione di pace e tranquillità e sembrava quasi che una strana sonnolenza si stesse impossessando del suo corpo. Eppure,allo stesso tempo,quella bella sensazione accompagnava un altro sinistro presentimento. Sembrava quasi appartenere ad un essere maligno che lentamente voleva impossessarsi del suo corpo,facendogli perdere lucidità per poi attaccarlo. Da quando era diventato un soldato,il ricco americano si era abituato a trovare pericoli e complotti ovunque,ma in questo caso era ben diverso. Era quella stessa energia a fargli provare tali sensazioni. All'improvviso,però,si riprese da quello stato e scosse la testa per riprendersi. Si sentiva indolenzito e stanco come se si fosse appena svegliato,ma allo stesso tempo il suo cuore iniziò a battere più velocemente e il suo corpo fu preda di una miriade di diverse emozioni. Aveva voglia di rispondere a quell'eventuale provocazione,voleva lanciarsi nel fitto di quella foresta per individuare la fonte della voce prima ascoltata e chiedergli risposte. Ma più di tutto,avrebbe voluto correre in preda all'ira fino in Germania e vendicarsi per la morte dei suoi uomini. Aveva voglia di sangue,di lotta. Si voleva battere e dimostrare la sua forza. Era una sensazione che non aveva mai provato prima,eppure lui era un soldato. In realtà non aveva mai preso parte ad un conflitto a fuoco,ma durante l'addestramento militare aveva partecipato a delle simulazioni di scene di guerra. E in quelle prove,comunque sapeva di dover dare il massimo perchè da quelle esercitazioni sarebbe dipesa la sua sopravvivenza in battaglia. Ma questa volta la sensazione era diversa. Anthony non aveva mai voluto la morte di qualcun altro,e si era arruolato solo perchè riteneva che in quel particolare periodo storico si sarebbe potuto cambiare il mondo in meglio solo con le armi. In quest'occasione,invece,lui bramava la morte di quelle persone che erano state la causa della scomparsa dei suoi uomini,e si sarebbe vendicato facilmente anche contro chiunque gli avesse mai fatto un torto. Era vendetta quella che provava,ma anche voglia di combattere per mostrare cosa sapeva fare realmente.
Mentre quest'accozzaglia di sentimenti metteva in subbuglio il suo animo,delle strane luci abbaglianti comparvero alla sinistra del cavaliere,suscitando il suo interesse. L'ufficiale impugnò rapidamente il fucile e si girò verso il suo lato mancino. I candidi bagliori provenivano da alcune spaccature nella roccia e allo statunitense non piacevano affatto. Quella foresta aveva fin troppe stranezze e molte di queste apparivano sinistre e preoccupanti. Era sicuramente meglio non rischiare. Con un rapido piegamento dell'indice destro,Anthony schiacciò il grilletto sparando una raffica di fucile verso quella roccia dalla quale venivano quelle strane luci. Sicuramente non sarebbe servito a nulla,e questo nel suo subconscio Tony lo sapeva,ma valeva la pena tentare.
 
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Oniro
view post Posted on 27/7/2009, 21:54




CITAZIONE
Q.M.: i tuoi spari non scalfiscono nemmeno la roccia, la quale all'improvviso deflagra, investendoti con i suoi detriti...
Di fronte a te, quando ti rialzerai, un candido bagliore quasi ti acceca: scorgendo meglio, noterai una strana armatura di fronte a te, del colore del mare, circondata da cristalli di pura ametista...

L'armatura di Delta UMA...

Tale visione suscita in te un cambiamento nell'animo, una sorta di riconoscimento naturale, che ti porta a interrgarti su molte cose circa il tuo passato...

Che tu sia realmente un erede al casato dei Megres...?

La risposta, dopo un'attenta riflessione, non può essere che affermativa...

 
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smiley bone
view post Posted on 28/7/2009, 22:20




Pochi secondi dopo che i vari proiettili erano impattati violentemente ad alta velocità contro quel masso,Anthony si rese conto dell'inutilità del suo gesto. Aveva semplicemente sprecato proiettili,il che per un soldato era un disastro. Ed inoltre avrebbe potuto aver attirato l'attenzione di chiunque si fosse trovato nella foresta. La sua attenzione ricadde sui bossoli dei proiettili,che si trovavano ai piedi della roccia,sulla neve,accartocciati su se stessi. Il masso,invece,non si era nemmeno graffiato. Un'altra stranezza da aggiungere all'elenco di quelle viste in quei pochi minuti di permanenza in quel bosco. L'ametista,i cadaveri,la voce,quello strano calore,ed ora quella pietra che dopo aver sprigionato luce si era anche rivelata alquanto resistente. Eppure,dopo pochi secondi,la roccia esplose,frammentandosi in più pezzi che schizzarono in tutte le direzioni. Molti di questi colpirono in pieno il soldato,in più parti. L'unica cosa che riuscì a fare,cadendo all'indietro,fu premere instintivamente il grilletto e sparare una raffica innanzi a sè. Il boato dei colpi riecheggiò nella foresta insieme al suo urlo di dolore. Ora era steso sanguinante nella neve gelida,che si stava tingendo di un colore rosso porpora.
Il soldato aveva gli occhi chiusi. Cercò di alzare un pò la testa e si strofinò il volto con la mano destra,protetta da un guanto in pelle. Quando aprì gli occhi vide tutto un pò sfocato,a causa delle ferite,ed inoltre un potente bagliore,molto più intenso di quello sprigionato dalla roccia,lo accecò. Riportò la testa indietro,chiudendo le palpebre. Iniziò a respirare affannosamente. Se non era morto fino a quel momento,forse l'avrebbe fatto ora.
Ciò nonostante,trovò la forza per alzarsi e guardare nuovamente in quel punto,cercando di capire cosa fosse successo. Gli avevano realmente teso un'imboscata? Forse a sua insaputa qualcuno aveva fatto in modo che l'americano si recasse in quella foresta,dove aveva piazzato delle cariche esplosive.
Niente di tutto ciò. Di fronte a sè vide solo un'armatura. Una strana armatura blu,intorno alla quale si stagliavano diversi cristalli di un minerale identico a quei pilastri che sporgevano dal terreno,solo di colore diverso. Una serie di teschi umani costellava i pezzi dell'armatura.
Il soldato rimase scioccato. Restò a bocca aperta per alcuni secondi,durante i quali una miriade di immagini,di ricordi ed emozioni balenarono nella mente del giovane ufficiale.
All'improvviso si rese conto di non conoscere molto del suo passato. Eppure,in un attimo,solo vedendo quell'oggetto,molti ricordi gli erano tornati alla mente. Forse quelle storie che gli raccontava la madre nei primi anni di vita per farlo addormentare,non erano racconti fantastici,ma realtà. Era nato in un paese nordico,di cui non conosceva nemmeno il nome. Ogni volta che chiedeva ai suoi genitori notizie riguardo la sua infanzia evitavano la risposta,e quando erano costrtti a fornire spiegazioni al proprio figlio,queste erano molto vaghe.
In quel momento,però,seppe con certezza di essere nato nella mitica Asgard,che non era un pianeta a sè stante,come credevano gli antichi nordici,ma un territorio terrestre,una parte di Midgard.
E lui? Il suo nome era realmente Anthony Stark? In realtà suo padre aveva cambiato cognome una volta giunto negli Stati Uniti. Lui era un appartenente di un ramo cadetto del grande casato di Megres. Una famiglia di guerrieri,devoti alla protezione di Asgard e al dio norreno Odino,figlio di Borr.
Molte erano le verità che il giovane scoprì,in quegli attimi. Un suo lontano cugino,dai capelli purpurei come l'ametista,era stato l'ultimo detentore di quella armatura. Ora,non essendoci altri eredi,le vestigia spettavano a lui. Quindi era realmente caduto in un'imboscata,ma non di qualche contingente nemico,ma del volere divino. Era destino che lui trovasse quell'armatura.Tutto ora gli era più chiaro. Quella voce che aveva ascoltato poteva essere la stessa armatura o Odino,e i cadaveri in quei cristalli erano evidentemente le vittime dei precedenti detentori dell'armatura,che avevano plasmato intorno ai loro nemici delle teche d'ametista.
Anche i poteri in possesso al cavaliere di Delta Uma gli tornarono alla mente,come se l'avesse sempre saputo. Evidentemente al suo interno erano custodite conoscenze antiche,tramandate dagli stessi geni,che facevano sì che ogni appartenente al casato di Megres conoscesse la sua storia. Ma come mai i suoi genitori gli avevano tenuto nascosto tutto ciò? Temevano per la salute del loro figlio,che ora si era rifatto una vita? Probabile. Ma nessuno può sfuggire al proprio destino,al passato.
Si rialzò guardando con uno strano ghigno l'armatura ed avvicinandosi ad essa.
 
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Oniro
view post Posted on 28/7/2009, 22:41




CITAZIONE
Q.M.: indossa le vestigia, e scopri il cosmo di Delta UMA dentro di te...

 
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smiley bone
view post Posted on 29/7/2009, 19:57




Anthony era ormai davanti all'armatura che si era ritrovato innanzi. Allungò la mano sinistra per toccare la sua superficie liscia ed iniziò a girarle intorno,sfiorandola con i polpastrelli mancini.
Compiuto un giro,si fermò. Se era vero che era un discendente del grande casato nordico,sarebbe stato in suo diritto indossare quell'armatura,e ne aveva una gran voglia. Ricordava,all'improvviso,di cosa fossero capaci i cavalieri. Erano armi viventi e nessuno poteva comprarli,se non la fede nelle divinità creatrici di quelle armature. Lui s'era arruolato perchè credeva nella lotta,per ripristinare un certo equilibrio nel mondo. Ora,avrebbe unito l'utile al dilettevole. Di certo non si divertiva a combattere ma era quello che voleva. Avrebbe servito il dio che i suoi antenati adoravano,avrebbe mantenuto alto l'onore del suo casato,avrebbe combattuto per il pianeta,e non avrebbe nemmeno dovuto usare le armi,ma solo il suo corpo ed il suo potere. In questo modo,ci sarebbe stato un uomo in meno a dover sfruttare quei terribili oggetti in ferro portatori di morte. Tony non li aveva mai amati,eppure suo padre aveva un'industria di armamenti,e lui l'avrebbe eredita. Anzi,compiuti diciotto anni era già entrato in possesso di una buona fetta della società.
Sicuramente sarebbe rimasto in contatto con i suoi genitori negli Stati Uniti,e forse vi si sarebbe recato qualche volta. Dirgli di essere diventato un cavaliere d'Asgard,li avrebbe resi orgogliosi di lui o li avrebbe fatti solo preoccupare? Solo il tempo poteva rispondere.
Sicuramente avrebbe provato a convincere il padre a convertire la sua azienda in una fabbrica con tutt'altre finalità,ed avrebbe sfruttato gran parte dei guadagni per fare qualcosa di concreto,come aveva sempre voluto. Sosteneva ancora la lotta armata,ma finalmente l'avrebbe potuta perpetuare con altri tipi di armi.
Allungò le mani verso l'armatura,staccando il diadema a mascherina che avrebbe ricoperto il suo volto. Degli occhi rossi in cristallo vi erano incastonati.
L'ufficiale pose il pezzo dell'armatura sul capo,e in un attimo tutti i restanti pezzi si staccarono,volando sul suo corpo,come attratti,posizionandosi nei posti adatti.
In un attimo la sua tuta militare era ricoperta da quella sfavillante armatura bluastra.
Era pesantissima,davvero pesante,e la gioia del momento durò solo pochi istanti. In un secondo il ragazzo cadde per terra,affondando il volto nella neve ghiacciata. Il peso lo stava schiacciando ed a stento si poteva muovere. Il torace non avrebbe retto la pressione ancora a lungo.
E allora,come facevano i suoi antenati a indossare quelle armature,e come facevano i guerrieri appartenenti ad altre caste? Il cosmo. Loro avevano risvegliato il loro microcosmo,la scintilla divina,la forza delle stelle sopita in ogni essere vivente. Un secondo dopo essere giunto alla soluzione del dilemma,si sentì avvolgere nuovamente da quello strano calore che lo ritemprava. Si sentì mille volte più forte e provò a rialzarsi. Ci riuscì,e continuò ad avvertire quella piacevolissima sensazione. Evidentemente l'armatura gli aveva dato una mano risvegliando il suo cosmo. Sicuramente il suo stesso cosmo sopito aveva fatto in modo che non morisse con la schiena contro un tronco,nella neve,circa mezz'ora prima. O il suo stesso spirito,o la stessa armatura che aveva trovato in lui il predestinato che l'avrebbe nuovamente indossata, avevano fatto sì che il giovane risvegliasse il suo grande cosmo e si riprendesse.
Tony si guardò compiaciuto,serrando il pugno destro. Quel cosmo continuava ad ardere e il suo corpo era attorniato da un'aura bluastra,emanazione della forza delle stelle. La sensazione era stupenda,molto migliore rispetto alle precedenti volte. Che fosse perchè aveva ricordato tutta la sua storia?
 
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Oniro
view post Posted on 30/7/2009, 23:27




CITAZIONE
Q.M.: Utilizza un po il tuo cosmo, e impara a dominare l'ametista...

siamo quasi alla fine...

 
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smiley bone
view post Posted on 31/7/2009, 18:21




Tony si guardava ancora compiaciuto ed anche un pò meravigliato. Iniziò a fare qualche passo,muovendosi lì intorno,guardando i vari alberi aghifogli che formavano la foresta. Senz'ombra di dubbio la forza che lo stava avvolgendo era il cosmo,e lui sapeva che con tale potere avrebbe potuto fare tantissime cose. Era grazie al cosmo che tutti i cavalieri si battevano e dimostravano il loro valore,sferrando colpi ad altissime velocità ed abbattendo qualunque ostacolo. Ora il soldato statunitense con origini asgardiane,aveva solo risvegliato il suo cosmo ma non sapeva ancora bene utilizzarlo e controllarlo.
Strinse i pugni e si avvicinò ad un grosso masso. Sentiva quella grande forza scorrere dentro il suo corpo ed impregnarlo di potere,ma doveva riuscire a controllarla e sfruttarla. Doveva poterla convogliare in un solo pugno e spaccare quella roccia. Era la prima volta per lui e sarebbe stato sicuramente abbastanza difficile. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio e provò a guardare dentro di sè,a vedere quei fiumi di cosmo che lo attravversavano. Provò a piegarli al suo volere,a farli deviare per raggiungere la sua mano destra. Era abbastanza difficile e faticoso,e la situazione era alquanto irreale. Avrebbe dovuto fare molta pratica perchè fare una cosa del genere era sicuramente molto più semplice per un guerriero esperto.
Dopo un paio di tentativi,però,riuscì a convogliare una parte del suo cosmo nel pugno destro e a colpire con forza quel grande masso che si spaccò in due metà. Il soldato sorrise,compiaciuto per i suoi risultati.
Le potenzialità del cosmo erano,però,molto maggiori e di certo non si sarebbe limitato a sferrare semplici colpi potenziati con l'energia cosmica. Ripetè,quindi,quanto fatto in precedenza ma stavolta non si limitò ad accumulare energia per sferrare pugni potenziati,ma cercò di farla fuoriuscire controllandola. Allungò solo l'indice destro che in poco tempo fu ricoperto da un'aura azzurrina che andò a formare una sorta di bolla. In realtà era come un colpo che si stava lentamente caricando. Dopo pochi secondi il potente raggio cosmico partì dal polpastrello del dito ed andò a scontrarsi con una delle due metà di quella roccia,spaccandola in altri frammenti più piccoli. Iniziò,quindi,a "sparare" raggi cosmici uno dopo l'altro,prendendoci gusto. Si divertiva ad utilizzare nuovi poteri e i suoi numerosi colpi,sbriciolarono la roccia e fecero evaporare con il loro calore la neve sotto d'essa.
Riprese un pò di fiato e poi accumulò nuovamente cosmo nella mano,ma questa volta nel suo palmo. Dopo un pò scagliò un globo cosmico grande quanto la sua mano contro la seconda metà di quel masso.

Uh..sembra che mi stia impratichendo con l'uso di questo cosmo.. Se non sbaglio,però,c'è qualcos'altro che posso fare. Qualcosa che solo il cavaliere di Delta Uma del casato di Megres può..ahahahaha!!

Si avvicinò ad uno di quei pilastri minerali che avevano al loro interno un contenuto alquanto macabro. Vi poggiò la mano destra,notando che la superficie era perfettamente liscia. Si concentrò,quindi,per cercare di entrare in contatto con l'ametista stessa e plasmarla e controllarla a suo piacimento. Il processo fu abbastanza lungo e faticoso,tanto che l'ufficiale americano bagnò la sua fronte di sudore. Alla fine,però,riuscì a far fuoriuscire dalla terra un altro pilastro di ametista e a plasmarlo al fine di assumere la forma di un massiccio trono in puro minerale.
 
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Oniro
view post Posted on 31/7/2009, 22:23




CITAZIONE
Q.M.: risveglia le anime della natura e poi concludiamo ;)

 
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16 replies since 15/7/2009, 23:03   215 views
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