The Beast and the Harlotte, Add x Diane

Selene cominciò a scendere l'angusta scala.
Le tenebre le offuscavano la vista e non riusciva a capire esattamente quanto tempo fosse trascorso da quando si era allontanata dalla sua Casetta e neppure il tempo che era passato da quando aveva cominciato quella lenta ed angosciata discesa.
Tuttavia più per orgoglio e testardaggine, non rinunciò a continuare la lenta discesa.
Giunse, dopo circa un'ora, in un pianerottolo.
Non ebbe il tempo di guardarsi attorno che cadde a terra.
Era inciampata in qualcosa di duro e freddo, eppure che le lasciava uno strano sentimento tra piacere ed inquietudine.
Gli occhi si abituarono all'oscurità e lei vide che era inciampata in un cadavere.
Si prese tutto il tempo di studiare il morto.
Sapeva che un'altra persona al posto suo avrebbe quanto meno provato timore, ma lei era abituata a vedere sangue e cadaveri a pezzi.
Un cadavere intero le creava un senso di curiosità, come se fosse un qualcosa di strano.
Studiò per bene la posizione innaturale, data dal rigor mortis, la bocca aperta in un silenzioso urlo, i capelli radi e candidi, le orbite nere e prive di bulbi oculari.
Selene decise che ciò che aveva davanti a suo modo era bella.
Un piccolo sorriso nacque spontaneo sul suo viso d'angelo, seguito da una luce cattiva, pericolosa e sadica negli occhi d'argento.
Sentì proprio in quel momento un suono di passi e si alzò in piedi, pronta a dar battaglia a chiunque fosse in avvicinamento.
Benchè il cadavere le fosse piaciuto non si sarebbe trasformata lei stessa in un cadavere.
Aveva troppo da fare per morire così giovane.

L'essere avvolto dalle tenebre improvvisamente sbotta in una fragorosa risata che risuona tetramente nell'aere dell'antro rimbombando ed amplificandone le tonalita' emesse.

Mwahahaha!! E cosi tu saresti il guerriero prescelto per diventare il nuovo Guardiano dell'oscura Belva del faraone?? Ma non farmi ridere, al limite diventerai uno dei suoi pasti come quel pezzente che giace ai tuoi piedi!!

Dalla distanza improvvisamente ti sembra di intravedere delle saette che s'involano con ferocia in tua direzione, la sagoma vuole la morte e dovrai esser tu a dargliela prima che egli prenda la tua nuova vita.

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Selene sentì una voce sgradevole.
Uno sguardo orgoglioso passò nel suo sguardo d'argento.
Lanciò un'occhiata al cadavere e con voce allegra, ma sguardo fermo e fiero rispose.
*Chi sarà a mandarmi all'altro mondo? Non di sicuro un idiota come te*
Una mano andò a lisciare i capelli color della Luna.
Non amava scherzare: si sentiva stufa di quell'assurdo gioco e questo avrebbe portato il suo avversario a morire.
Inoltre la voglia di sangue si stava facendo sentire, non potè fare attaccare purtroppo.
Un nugolo di freccie cominciò a materializzarsi per colpirla.
*Protezione del faraone*
Disse soltanto, mentre suonava.
Sembrava quasi che la stessa arpa le avesse detto cosa fare.

Le saette impattarono contro la tua magistral difesa spegnendosi su d'essa che assolvendo alla sua mansione assorbi del tutto l'attacco. Strano a dirsi ma e' quasi incredibile come stranamente sembra che sia l'arpa stessa ad indicarti la maniera di far rifluire le tue forze in essa per poi tramutarle in qualcosa d'estremamente possente utilizzando lo strumento come una sorta di catalizzatore. Tuttavia l'oscuro figuro sembra non demordere e restando avvolto dalle tenebre s'appresta a scagliarti contro un'immenso raggio energetico.

Selene osservò con sorpresa la sua freccie schiantarsi contro la sua difesa e sparire nel nulla.
Sorrise: era riuscita a difendere la sua esistenza con una mossa.
Ciò che la stupì fu che era proprio l'arpa a farle intuire come attaccare e come difendersi, come se non solo loro due fossero in contatto, ma anche come se l'arpa fosse animata.
Vide il nero figuro scagliarle contro un raggio energetico: era stufa di difendersi e basta.
Saltò in aria, evitando così il raggio energetico, concentrato in un unico punto ed ancora in aria suonò l'arpa.
*Illusione Musicale. Saluta il tuo incubo.*
Disse solamente prima di riprendere a suonare.
Aveva optato per quell'attacco, che le consentiva di indebolire l'avversario, ma di non scoprire troppo le sue carte.
Non voleva mostrare ad eventuali nemici i suoi attacchi migliori.

L'uomo ascoltando la tua infernale melodia improvvisamente si ferma, restando come paralizzato di fronte alle malinconiche note mentre un'espressione di profondo terrore si delinea sul suo volto lasciandoti ben comprendere che la tua offesa ha avuto pieno successo. Ora sembra esser il momento giusto per infierirgli il colpo di grazia.

Selene osservò con sommo piacere l'uomo rispondere positivamente alla sua offensiva: gli occhi di quell'essere infido eran spalancati, a causa del terrore provocato da visioni e da illusioni del suo passato, le sue paure più grandi eran nella sua piccola mente, purtroppo Selene non poteva ammirarle, ma gradì lo stesso l'espressione di puro terrore sul viso.
Una mano sottile e candida andò a sistemare una ciocca di setosi capelli d'argento, mentre gli occhi della fanciulla del medesimo colore osservavano l'uomo.
Dopo pochi istanti, la fanciulla decise di porre fine all'agonia di quell'essere, era divertente l'espressione di puro terrore, ma si era annoiata di stare in compagnia di un simil individuo.
Un sorriso perfido si delineò sulle labbra, mentre le dita riprendevan a pizzicare le corde della cetra.
La voce della ragazza si levò alta ed allo stesso tempo melodiosa.
*Maledizione della Bilancia*
Rimase immobile e continuò a suonare, preparandosi a godere di quell'istante di pura sofferenza, che sapeva sarebbe toccato all'uomo.
A quel pensiero un nuovo sorriso sadico le illuminò il visetto d'angelo e gli occhi color della luna.

L'uomo impotente di fronte al tuo smisurato potere non puo' far altro che soccombere, restando preda dell'infernale maledizione della piuma di Maat, lasciando passivamente che il suo cuore venga estratto dal petto dell'empia creatura. Tuttavia seppur ridotto in fin di vita, con le ultime forze rimastegli l'uomo lancia la sua maledizione su di te.

Maledetta, seppur sei riuscita ad abbattermi mai e poi mai sarai in grado di ammansire la Bestia immonda. Il tto cuore traboccante d'odio diventera' il suo parto e tu non potrai farci nulla. Il faraone non discendera' mai la sua benevolenza su di te. Vai avanti dannata, infondo a queste scale t'attende un terrore piu' inquietante delle tue maledizioni!!

Con tali parole l'uomo esala il suo ultimo respiro. Avvicinandoti potrai in seguito notare che egli era un vecchio, le carni corrose dagli anni trascorsi in quella catacomba ti permettono di comprendere che molto probabilmente un tempo egli fu un fiero guerriero.

Selene fissò l'uomo con occhi brillanti.
All'essere venne strappato il cuore e pesato sulla mistica bilancia della giustizia.
L'uomo doveva esalare l'ultimo respiro e la maledì.
Ascoltò la maledizione con un sorriso perfido stampato sul bel viso.
*Mi maledici. Prometti che il mio cuore diverrà nutrimento di una fiera, ma quale fiera può resistere al potere della musica?*
Rispose al cadavere dell'uomo.
Si avvicinò per studiare il suo nemico e vide davanti a sè un vecchio.
Le carni eran state corrose dal tempo, che impietoso aveva ridotto quello che sembrava comunque un valente guerriero, in un debole vecchio.
"La guardia fedele di questo tempio..."
Pensò, mentre si voltava verso la direzione indicata dal vecchio.
*Andiamo a conoscere la fiera, che dovrebbe nutrirsi del mio cuore.*
Sussurrò, continuando a camminare tranquilla.
Strinse al petto l'arpa che fino a quel momento l'aveva guidata fin lì.

Dopo diversi minuti di cammino giungi infine ad uno spiazzo, improvvisamente nell'aere s'innalzano quattro fuochi che lasciano una lieve patina azzurrina di demoniaca fattura permettendoti d'osservare quindi la stanza ove ti trovi. Essa appare come una piattaforma quadrata, quasi fosse un'antica cripta lunga una quarantina di metri quadrati ed alta almeno una decina al cui centro sorge un'arcana tomba. Non hai neppure tempo di osservarti intorno che un'improvviso ringhio preannuncia i passi d'una feroce fiera in tua direzione: innanzi a te si presenta un gigantesco cane a tre teste.

Selene camminò per diversi minuti lungo un corridoio deserto ed oscuro.
Il corridoio finiva in uno spiazzo, ove come per magia si accesero quattro fuochi.
L'oscurità venne rischiarata dalla luce azzurrina delle fiaccole.
Selene si guardò attorno: la stanza era piuttosto spoglia, di forma quadrata come un'antica cripta, la camera mortuaria delle piramidi, ecco cosa ricordava alta una decina di metri, lunga una quarantina, al cui centro sembrava sorgere un sarcofago o una più comune tomba.
La stanza era semplice, ma dette alla giovane una strana sensazione di familiarità e di casa.
La giovane memorizzò solo questo di quella misteriosa stanza: un rumore improvviso la fece voltare di scatto.
Un ringhio basso, cupo, seguito subito da rumore di zampe...una belva era in avvicinamento.
Selene si voltò verso il rumore pronta a tutto, ma la bocca della fanciulla si aprì sorpresa: mai più si sarebbe aspettata la splendida creatura degli inferi.
Davanti ai suoi occhi sorpresi vi era il meraviglioso cane tricefalo: Cherbero.
Il mastodontico cane degli inferi, per tutti mostruoso, per lei era bellissimo: un manto lucido, nero come la Nera Signora, zanne potenti in grado di spezzare i corpi più resistenti, occhi di brace o fuoco ardente, le zampe potenti in grado di graffiare e maciullare ogni essere vivo o morto.
Tanta magnificenza colpì la fanciulla, che anzichè fuggire spaventata, si avvicinò al cane, come rapita.
*Cherbero...*
Disse solamente, come se il cane potesse riconoscerla.

Tuttavia la Bestia infernale appare di tutt'altra avvisaglia, come se qualcosa lo rendesse irrequieto difatti con la bava discendente dalle tre bocche digrignando le zanne sembrava aver perso il senno ed in un feroce impeto morboso tenta di scagliarsi contro di te con il chiaro intento di smembrare le tue carni e far brandelli del tuo cadavere.

Selene osservò affascinanta il cane degli inferi.
La saliva argentea che dalle magnfiche bocce tocca terra, mentre digrigna le zanne fameliche.
Qualcosa suggeriva alla fanciulla, che la belva era irrequieta.
Non poteva colpirlo con l'intento di ferirlo, ma sapeva che gli spiriti irrequieti si calmano con la musica.
Fissò l'animale senza paura, mentre cominciava a suonare.
*Stai calmo, Cherbero.*
Disse, prima che la cetra stessa suggerisse una mossa opportuna per calmare il cane mastodontico.
*Cerbero.*
Disse semplicemente, cominciando a muovere svelta le dita.
Era un richiamo: sapeva che stava suonando qualcosa in grado di calmare il feroce cane.

La belva infernale sembra placare la propria furia, quando tuttavia il sarcofago sembra illuminarsi ed emettere una sorta di fischio ad ultrasuoni che torna a far impazzire il cane infernale che per tutta risposta ti si attenta contro tentando di ferirti coi suoi artigli. Ora ti e' ben chiaro da dove provenga la fonte che reca i disturbi a Cherberos, tuttavia per distruggerne il sarcofago a prima vista sembra proprio che prima dovrai passare sul cadavere della Belva posta a sua guardia.

Selene osservò con gioia la bestia calmarsi un momento.
All'improvviso il sarcofago sembrò emettere una luce strana e contemporaneamente un fischio, lungo, fastidioso, ad ultrasuoni.
Il cane reagì in maniera molto violenta a quel rumore fastidioso e provò a ri-attaccare la delicata ragazza.
Un'unghiata partì svelta, evitata facilmente con un salto laterale.
Le dita della ragazza corsero alla cetra istintivamente.
Aveva capito che per calmare Cerbero doveva in un qualche modo distruggere il sarcofago.
Vi era solo un problema: il cane infernale era preposto a sua difesa.
"Tramortirò il cane e distruggerò il sarcofago..."
Pensò solamente: non poteva in alcun modo uccidere l'animale, per lei gli animali non dovevan essere scalfiti neppure per sbaglio.
*Illusione Musicale*
Disse, riferendosi chiaramente al cane infernale.
Appena il cane sarebbe stato chiuso nel terrore ed incapace di muoversi, la ragazza avrebbe potuto avvicinarsi al sarcofago e distruggerlo.