CITAZIONE
Post 13 - The Power
Amen osservò le illusioni dello specchio, proiettate dall’artefatto direttamente dalla mente di lei. Osservò figure turbinanti, ricordi probabilmente, generati dalla paura, dalla sofferenza e dal battesimo del sangue. La ragazza si avventò su quelle immagini dapprima con un poco nascosto senso di timore poi, con nuovo e ritrovato vi si scaraventò contro quasi provasse dentro di se un dolore amaro ed incontenibile, tanto che, con una sferzata di ghiaccio, scagliò la sua depressione contro lo specchio, infrangendo le immagini come se fossero di vetro.
“Il passato…. Tu hai timore del tuo passato…”Amen si alzò dal muro sul quale si era malamente accasciato, la sua voce era stana e sfatta ed attestava ancora l’enorme sforzo impegnato nell’evocare il potere dello specchio magico.
“Il passato è uno spettro potente, a volte può distruggere il ben più debole fantasma del futuro, ma sta a noi prenderlo per le palle e metterlo al suo posto.”Il crociato nero palesò tra le sue mani una nuova ed affilata lama di ghiaccio, e con essa si incise profondamente la mano destra cui, adesso, grondava sangue a fiotti.
“anche io sono stato schiavo del passato, un passato che una persona normale non potrebbe mai capire. Poi un giorno ho deciso che sarei stato Re della mia vita, ed il Karma per questo mi ha punito. Quel sogno che ci accomuna, essere liberi dai propri spettri, non è poi una blasfemia…”Tracciò sullo specchio alcuni simboli arcani, riaprendo dinanzi a se il portale dello specchio dei sogni infranti.
“Herab Seraphel” disse Amen con una voce alterata dalla stanchezza, poi lo specchio proiettò un film lungo e veloce allo stesso tempo, come fosse un riassunto rapido ma esaustivo di un lungo, lunghissimo racconto. E difatti così era, lo specchio mostrò ai due la vita di Amen, quel che ne era stato dalla sua nascita sino al momento in cui aveva aperto il passaggio nello specchio. Una vita amara, cruda, dura e sanguinosa, fatta di pochissime gioie e di innumerabili dolori.
Poi, dopo che ella potè vedere se stessa ed Amen guardare lo specchio (tale era difatti l’ultima immagine della vita del Crociato Nero), comparve un’immagine nuova. Mostrava il figuro on la cicatrice seduto su di un trono oscuro come la notte, rivestito di una armatura scintillante, che tanto somigliava alle vestigia dorate di Athena, ma che brillava di una scintilla oscura e crudele. Attorno ad Amen erano poi seduti in concilio altri undici cavalieri, i cui volti erano coperti dall’oscurità più nera. Tra questi però c’era un volto noto. Era il volto della stessa Arthemisia, che nel sogno di Amen era, adesso, una delel 12 “Bestie Nere”.
“Sogno un mondo in cui potrò fare quello che voglio, tu sogni invece la tua libertà. Non c’è libero arbitrio in chi deve seguire gli ordini di una volontà che gli si pone come “superiore”, non c’è gloria nel vincere una guerra che non è la propria.”E detto ciò lo specchio si “chiuse” tornando a mostrare solo un riflesso vitreo della realtà. La magia era finita…
Amen cadde al suolo stremato.