| Lui permane lì, in piedi. Quell'altezza vertiginosa, i muscoli tesi, tutti dal primo all'ultimo. Come potrebbe essere rilassato, innanzi a tutto ciò? Quella ragazzina che si issa sulle punte, a concedere un bacio ad una statua, di quello che è un dio degno solo della mitologia che potevi studiare a scuola. C'è una parvenza di normalità in tutto ciò? E quella voce, quella donna che urla a quel gesto, tanto che lo stordisce.
" Ahi "
Mormora, abbassando la testa, per premersi il palmo della mano contro la fronte. Facendo forza, per massaggiare il cranio.
<< Stà zitta >>
Quella, urla ancora, grida, lo incita. Ma lui, non l'ascolta. Alla fine, per quale motivo dovrebbe partecipare alla folle gelosia di una voce che non è neanche sua.
- shhhhhht. -
Lei, tace. Lui, solleva gli occhi di scatto. Stupito. Quella voce, non l'aveva sentita sino ad ora, anzi sì. Prima, in mezzo all'acqua. Provonda, seducente, rassicurante come può essere la voce di un padre per il figlio giovane e spaesato.
- Sì, non la ascoltare. Per quanto sia stata a me sempre così fedele, ha sempre esagerato. -
L'albino, cerca di comprendere. Quella voce, non proviene da dove le altre arrivano. No, è cole se rieccheggiasse dietro quella maschera di ferro dalla quale Hope si stà distaccando. L'osserva, ed è come se quegli occhi privi di pupilla, lo fissassero. Rimane sempre lì, fermo. Ora, solo ora, i suoi muscoli si rilassano totalmente. Sicuro, sereno, sotto il suo sguardo benevolo.
- Sai chi sei, vero? -
" ... Credo di iniziare a comprendere, Padre. "
Il capo si china, il busto che si porta leggermente in avanti, in quel gesto di profondo rispetto verso quell'armatura.
- Sai perchè ti ho richiamato? -
" ... Sì, prenderò il mio posto. "
Ed è come se quella maschera, sorridesse. Un calore in lui, profondo e forte. Un turbinar d'acque, non poteva essere più impetuoso. Quelle voci, che iniziano ad animarsi e a richiamarlo.
<< Scilla! >>
Grida, lei che soprassede tutte le sei bestie. E lo chiama, lo chiama ancora.
" Scilla ... "
Annuisce lui.
" .. a me vi dovete sottomettere, lo sapete. "
Tacciono, tutte. Ma solo lei, parla. Non quella voce gelosa e gracchiante, ma forte, soave, suadente. E sorride, ride, allegra.
<< C'è Voluto molto, Kyle. >>
" Perdonami, mia cara. "
Ride, con lei. Seppure le sue labbra si limitino a dischiudersi e a dipindere sul suo volto quel sorriso più sicuro, non più confuso, non più afflitto. E' come se ogni pezzo del puzzle iniziasse a prendere forma sotto l'Ombra del Tridente.
- Ebbene, mi sarai fedele. Giuralo, Per la tua vita. -
" Per la mia Vita, Padre. "
Sorride, ancora, il Padre. E nuovamente quel calore attorno a sè, un cosmo aureo e colmo di quella forza capace solo di provenire dalla furia delle sei bestie. Ora, solo ora, lei si sente.
<< Siamo di nuovo libere! Per te, Padre! per Te! >>
Ed ecco, scilla apparire. Lui, erige il capo, al pari di un principe incoronato dal suo diadema aureo. Le scaglie dei mari, come se fossero nate per rivestire lui, per calzare sul suo corpo. Quella forza, quella sicurezza. Sì, non solo sua, ma tutta nata dal Matrimonio di Spirito ed Essenza Umana. Qualcosa, d'impareggiabile, neanche per un Dio. E Poseidon, lo sà. Conosce, percepisce quella forza che può risiedere solo nell'animo dell'uomo.
Ed è da questa consapevolezza, che il Neozelandese erige il capo, muovendo lo sguardo in direzione di quella nuova voce. Due passi, che metallici, toccano il marmo del tempio. Fiero, nobile, forza irruente e folle. Nel suo attimo più letale di lucidità. Sente, le parole di Hope, ma lo sguardo è totalmente rivolto a colui che sopraggiunge. Cosmo offensivo, che a sua volta, s'innalza. Come a rispondere a quello del cavaliere.
" ... Volete già aizzare la Furia delle Sei Bestie, Cavaliere? "
Sibila, abbassando di poco il capo per osservare quella figura di sott'ecchi. E gli occhi bluastri del Diadema sulla fronte del Neo Shogun, che si puntano su colui che si para innanzi, feroce.
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