Dunque erano infine giunti quegli odiati angeli, invisi da ogni cavaliere di ciascuna fede. Avrebbero seguito il Necromante, Altair, giacché dopotutto era colui che possedeva il cosmo più elevato, inoltre si stava mostrando un valido comandante, saldo e caparbio, aveva preso le giuste precauzioni, prevenendo ogni possibilità, vittoriosa o di disfatta. L’intonazione imperiosa di quello specter era reale, non un mero tentativo d’impressionare, e lui gli avrebbe obbedito, in primo perché era un araldo d’Oniro e in secondo perché in qualche modo gli ispirava fiducia e per un sicario è raro provare tal sentimento.
Frattanto era giunto un nuovo collega, la Terra incantata, Valdar, pareva un ottimo specter che aveva proposto di presidiare direttamente le porte del regno, un’idea che gli aveva già sfiorato la mente, tuttavia l’aveva tenuta per sé, non arrischiandosi a proporla, pure il tempo non gli aveva concesso tregua, soltanto qualche effimero istante, ed or ora erano sopraggiunti gli angeli, dotati d’un cosmo singolare, malvagio e crudele verso coloro che non approvavano Zeus, signore delle folgori. Sarebbe stato gravoso codesto incarico, ma accrescevano di numero e a quanto dichiarava una voce, a stento udita, v’era da pensare che non erano dei raminghi.
Valdar s’era già proiettato ad accoglier il nuovo giunto, un individuo controllante un cosmo dissimile dalla nostra casta, forse meno spietato, ma che bramava la pugna tanto quanto loro, in un sol verbo si poteva definirlo...un alleato. D’altronde chi mai a parte gli stessi spiriti celesti gli avrebbe fatto visita in quella notte cupa e funesta?
Il suo cosmo vacillava, sicuramente il pronto effetto della barriera di Ade; l’Arpia decise di seguir il suo compare, curiosa ed interessata.
Percorse a ritroso il tracciato compiuto e dalla balaustra della torre contemplò, nuovamente irrorato dalla pioggia, il codesto individuo: dall’armatura cerulea, scintillante nonostante l’oscurità che si propagava dal maniero era seduto su di uno scoglio a riposare, nei pressi già pronto ad ammetterlo la Terra Incantata.
...Incauto!...
Con un salto si lanciò dal ballatoio, le insistenti gocce si pioggia sferzavano come fruste sulla sua cute, ma le sue ali, sempre salde, si dispiegarono alle correnti -
Ah! Non oso dubitar dei suoi proponimenti in quanto nostro imminente alleato, d’altronde chi mai si presenterebbe sì derelitto al cospetto d’una schiera di condottieri di Morti? ...Ma non credi che un poco di prudenza o cautela, a volte, siano necessarie? - un rimprovero velato al suo compagno, dettato esclusivamente da una diffidenza eterna che lo caratterizzava.
-
L’Arpia, della stella del cielo piangente, anche detto - così si presentò, seguitando a non rivelar il suo nome, alla maniera di un gioco, nel quale ancora non comprendi se affidarti appieno ad ogni tua pedina, calando in ginocchio al suolo -
Dunque se intendi realmente divenir nostro alleato sei senz’altro benaccetto, ma t’avviso... se stai coi traditori o messaggeri del Tuono, se prediligi, non ti risparmieremo! - termini duri i suoi, ma schietti e veritieri. Si supponeva che seppur spossato dalla barriera, il paladino, si sarebbe comportato degnamente.
Raga vi ricordo che siamo in una notte tempestosa, vale adire diluvia xD